Milano - Città senza confini

Perché ci impegniamo

La Città di Milano nel 2016, grazie alle elezioni comunali,  si appresta  ad essere nuovamente al centro dell’attenzione nazionale  dopo il 2015 che l’ha vista protagonista di un’ interesse internazionale grazie all’EXPO.

E’ vero che il prossimo 12 maggio anche in altre Città importanti come Roma, Torino, Napoli Bologna etc si svolgeranno le elezioni  comunali,., ma l’esito delle elezioni di Milano sarà determinate per avviare un salto di qualità nella politica centrale innovativa che tra tante avversità e contraddizioni sta comunque cambiando i rapporti fin qui intrattenuti tra i cittadini e le istituzioni nel nostro Paese.

Noi come Cattolici Democratici impegnati in politica abbiamo sempre visto la Città non solo come un luogo fisico e di dibattito pubblico, ma come ci ha insegnato il Prof. Giuseppe Lazzati, anche come uno dei luoghi di impegno in cui si toccano tutti gli aspetti della vita del cittadino e lo responsabilizzano in rapporto al fine proprio della politica che è l'individuazione e l'attuazione del bene comune.

Queste sono le ragioni per identificare alcune linee guida su cui confrontaci con i candidati alle primarie del PD del prossimo 7 febbraio e comunque finalizzate a stimolare il dibattito politico culturale che nei prossimi anni ci vedrà co-protagonisti di una sollecitazione culturale e di una formulazione di proposte per il governo di Milano e della sua vasta area di influenza che va oltre i confini amministrativi e territoriali attribuiti a Milano.

La Milano-Città senza confini che vogliano contribuire a costruire deve essere un modello culturale e organizzativo non solo per le altre aree urbane italiane, ma anche per le tante città d’Europa che nei prossimi anni dovranno affrontare le nostre medesime opportunità/difficoltà.

Per cui vale la pena ricordare cosa diceva il Manzoni sulla Milanesità: “Milanesità, è l'attitudine innata o acquisita di distinguere l'utile dall'inutile. Essere ambrosiano è quasi una filosofia che si identifica nel culto dell'efficienza e del decoro.”

Questa definizione dobbiamo prenderla come linea guida culturale per i programmi elettorali e le politiche da attuare da tutte quelle  persone  che con diverse modalità : partiti, associazioni, singoli,  si attivano ogni 5 anni per una “Milano-Città senza confini” nel proporre soluzioni nuove.

 

Le Proposte

Le sfide che “Milano- Città senza confini” dovrà affrontare nei prossimi anni saranno multiple, ma la politica non potrà che essere quella della ricomposizione e del recupero di tutte risorse della Città, di manzoniana esortazione e di lazzatiana visione,  per poter affrontare la sfida internazionale con le altre  città- aree di riferimento almeno Europee.

Oggi viviamo un “periodo soglia” dove le scelte che si faranno in un contesto in profonda trasformazione come la nascita della città metropolitana , condizioneranno il futuro di queste terre.

E’ quindi imprescindibile che il programma abbia una visione e una progettualità ancorata alla dimensione metropolitana . E’ questa una sfida non solo ambrosiana , ma italiana. La città metropolitana , la città di città, o nasce a Milano o non nascerà in Italia. Occorre pensare a cosa e a come vogliamo che sia Milano tra 10 -  20  anni.

In questa visione la principale sfida è quella di creare le condizioni per trattenere ed attrarre talenti, operatori economici ed investimenti (avviare progetti privato pubblico con Cassa Depositi e Prestiti) rafforzando i caratteri distintivi di Milano che sono la sua capacità di  innovazione in grado di competere con le altre città del mondo.

In questo modo si possono dare risposte di prospettiva e di vivibilità alla popolazione presente nella Milano- Citta senza confini, incrementando così il PIl prodotto, sia complessivo che quello pro-capite, seguendo e perseguendo però la bussola dell’incremento della qualità della vita per tutti i cittadini che ne fanno parte e utilizzando un termine caro alla nostra cultura di riferimento  che è quello di adoperarsi per “offrire dignità” a tutte le persone che si rappresentano e quindi per concretizzare ciò non si può non iniziare dai luoghi in cui sono presenti le maggiori carenze di qualità della vita come le attuali periferie.

Per cui meno traffico, meno inquinamento, più Digital- socialità, come le creazioni di mappature fisiche e digitali sul disagio sociale come per gli anziani soli, i minori con difficoltà, i NEET (i giovani che non studiano e non lavorano  Milano se ne contano circa  70.000),  gli immigrati che fanno fatica ad integrarsi o altre “povertà” che con diversi strumenti di indagini bisogna individuare e monitorare per poi attuare delle politiche sociali mirate con  “l’attenzione ai sentimenti” come ci sprona don Virginio Colmegna.

Perché come si possono ignorare i sentimenti se si ha l’obiettivo della valorizzazione del capitale umano della città utilizzando come leva strategica il capitale relazionale?

Per cui è necessario individuare e “donare alla città" anche dei luoghi “istituzionali” di incontro fisici in cui le diverse associazioni di volontariato svolgano un ruolo di intermediazione con il Comune e che le sue  forme di decentramento, come le nuove zone , in cui si possa offrire non solo risorse a questi soggetti, ma anche Know How di competenze e di formazione come l'accesso al micro-credito e i link con le diverse associazioni di categoria per l'avviamento al lavoro e con il mondo delle imprese.

Con questa visione la “politica dell’attenzione” e di rigenerazione delle periferie diventa non solo un doveroso atto carico di tensione morale  e di buona politica verso chi ha e continua ad avere percorsi di vita più difficili rispetto a chi risiede in zone meno periferiche, ma è la ricerca dell’ ottimizzare delle risorse presenti sul territorio o della valorizzazione dei talenti che tutti gli individui posseggono.

Queste politiche sono vitali in vista della creazione della Città Metropolitana in cui si avrà la possibilità di avere dei “margini” metropolitani creati dai Comuni che sono dal punto di vista socio-economico  politicamente  consolidati e quindi si potrà contare su  dei "confini territoriali" forti e capaci di attrarre ancora più risorse all'area metropolitana. Questo nuovo “Status” non potrà più consentirci  di avere delle zone d'ombra come le attuali periferie che si situano a metà tra il Centro della Città e gli altri centri dei Comuni appartenenti all'area metropolitana. Questa attenzione alle periferie e alla loro valorizzazione non potrà che  essere accompagnata da politiche urbanistiche e infrastrutturali che supportino fisicamente e visivamente queste politiche dell’ attenzione, incrementando così la qualità della vita dei residenti.

I vantaggi di un coordinamento delle politiche sulla mobilità, sui servizi sociali,  sulle micro-politiche del lavoro e sulla tutela dall’inquinamento pongono non solo delle sfide di tipo tecnico-amministrativo e di tipo culturale. Sul piano tecnico amministrativo occorre una riorganizzazione dell’ amministrazione comunale vincendo le inevitabili resistenze delle burocrazie consolidate sia con una attenzione alla diversa logica metropolitana , sia al soddisfacimento dei nuovi bisogni della comunità. Sul piano culturale il centro decisionale deve compiere un salto intellettuale e pensare “manzonianamente” in cui non esiste un centro, delle periferie o dei comuni attigui, ma un unicum a cui rispondere politicamente e ricercare a tal fine un bene comune.

La ricerca di ottimizzazione delle attuali periferie  della Nuova Grande Milano-Città senza confini potranno e dovranno essere  il supporto all’altra macro-politica che il prossimo governo della città dovrà impegnarsi ad attuare che è quella della  politica di internazionalizzazione con l’ istituzione di un  assessorato ad hoc che curi i rapporti di internazionalizzazione con le altre città e Paesi del mondo rafforzando gli scambi economici e culturali anche in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano riattivando l’iniziativa denominata “Invest in Milan” che si pone l’obiettivo di far affluire investitori internazionali in Milano.

La Milano e la sua area di riferimento di oggi è attualmente una delle aree principali economiche culturali d’Europa grazie alle sue università, ai centri di ricerca, ai poli culturali, con una sanità d’avanguardia e ricopre forse il ruolo principale in Italia di calamita per importanti fasce di generazioni del Paese che la alimentano e la rigenerano continuamente sia attraverso l’iscrizione alle università che per l’esordio in un mercato del lavoro più stabile. Per cui questo flusso positivo di capitale umano, che di recente lo si sta notando anche di natura internazionale, deve trovare nella Milano – Città senza confini  luoghi, relazioni e opportunità sempre in evoluzione e quindi le due politiche di attenzione alle periferie e di forte impulso all’internazionalizzazione non possono che essere attuate in modo parallelo, in quanto l’una rigenererà l’altra in modo simbiotico.

 

 

Nella Città nasce la politica

Le elezioni possono essere un’occasione per un rilancio della politica, a cui dare un significato.

Papa Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires, aveva scritto che: “il credente è un uomo che crede che “Dio vive nella sua città” … lo sguardo trascendente della fede, che conduce al rispetto e all’amore del prossimo, aiuta a scegliere di essere cittadino di una città concreta e a mettere in pratica atteggiamenti e comportamenti che creano cittadinanza”, per innescare una nuova stagione di partecipazione.

Perché nella città nasce la politica e ogni riduzione tecnicistica di “buon governo” è fallace, perché difetta di quelle scelte che solo la politica può fare. E per questo non si può rinunciare all’argomento del controllo democratico sulla politica. Se la politica deve poter guidare l’economia, le sue dinamiche…, è anche importante che la politica trovi le forme per un pieno esercizio democratico, perché siano i cittadini a poter decidere e, per questo, a partecipare. Sono due aspetti strettamente collegati tra loro.

Elezioni  amministrative allora, come occasione per quel confronto che chiede di mettere al centro la persona e lo realizza, vedendo il convergere di differenti culture. La persona - e noi sappiamo che intendiamo dire soprattutto la persona più debole – riceve dalla città una risposta di protezione, di sicurezza, on più affidata alle mura e alle fortificazioni,  ma alla possibilità di «convivere per vivere» .

La  città non può  che aprirsi al futuro  e sperimentare  nuovi percorsi di integrazione, in cui regole comuni e condivise favoriranno la pacifica convivenza. Tutto ciò  sarà possibile  ma nella concretezza del territorio attraverso una nuova partecipazione anche di chi è carico di anni e di esperienza.

 

Le risposte concrete che ci attendiamo

a)     Le elezioni amministrative sono dirette all’elezione diretta del Sindaco del Comune di Milano, che tuttavia, per effetto della legge “Delrio”, assume anche di diritto il ruolo di Sindaco metropolitano. E’ evidente che questa anomalia va superata e la legge “Delrio”, almeno per le Città metropolitane con popolazione superiore ai tre milioni di abitanti, pone le precondizioni per approdare all’elezione diretta del Sindaco metropolitano: la legge elettorale statale, articolazione del Comune capoluogo in zone dotate di autonomia amministrativa e del territorio della città metropolitana in zone omogenee. Il Comune di Milano ha già varato la nuova disciplina di suddivisione del Comune in municipi dotati di particolare autonomia, ma si tratta di dare attuazione a tale importante riforma. Nel contempo occorre assicurarsi che anche le altre due precondizioni trovino attuazione. Si chiede quindi al candidato Sindaco di assumere l’impegno di fare in modo che le prossime elezioni amministrative, dopo concluso il presente mandato, siano rivolte all’elezione diretta del indaco metropolitano;

b)     Il primo compito di grande rilievo che la città metropolitana deve assolvere è l’approvazione del piano strategico, che costituisce un punto di riferimento essenziale per l’esercizio di ciascuna delle competenze attribuite alla Città metropolitana. La redazione di tale piano è già stata avviata, ma la sua approvazione deve passare necessariamente per un forte coinvolgimento dei municipi e delle zone omogenee. Ciò costituirà anche un banco di prova per la messa a fuoco di temi quali l’attenzione per le periferie del Comune di Milano che si saldano con i Comuni di prima cintura, nonché per la distribuzione sul territorio dell’intera città metropolitana di servizi di eccellenza, per impedire che la città metropolitana si riduca ad un nucleo vitale contornato da immensi quartieri dormitorio. Naturalmente il candidato Sindaco di Milano deve impegnarsi anche a realizzare il piano strategico della Città metropolitana, affinché tale livello di governo non finisca pe essere percepito come un nuovo inutile ente pubblico;

c)      I cittadini non apprezzeranno adeguatamente la novità della Città metropolitana se non saranno date risposte concrete ad alcuni problemi contingenti e di forte impatto:

-         L’omogeneizzazione delle tariffe del trasporto pubblico e l’introduzione di un “biglietto integrato” che permetta il pieno utilizzo dei mezzi di trasporto;

-         La semplificazione delle procedure e della burocrazia, da perseguire attraverso la omogeneizzazione delle discipline regolamentari (ad es.: un solo regolamento edilizio tipo per tutta la Città metropolitana);

-         Governo unitario dell’ambiente, almeno con riguardo ai problemi più gravi che interessano l’area metropolitana, quale la tutela dall’inquinamento atmosferico, con possibilità di limitazioni del traffico nei giorni di maggiore inquinamento oltre i confini amministrativi dei singoli comuni che compongono la città metropolitana;

-         Il recupero alla competenza metropolitana della materia della cultura, una competenza irrinunciabile ma oggi lasciata alla Regione a causa della scarsità delle risorse;

-         L’armonizzazione dei livelli delle prestazioni a carattere sociale nel perimetro della Città metropolitana, affinché in tale territorio siano maggiormente percepibili eguaglianza ed equità e vengano meno le differenze di trattamento nei vari Comuni che compongono la Città metropolitana.       

 

 

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Data: 
Sabato, 1 Ottobre, 2016