Costituire un Centro studi, cercare di mettere insieme risorse umane, intellettuali, il minimo indispensabile di sostegno economico intorno ad un obiettivo di studio e di ricerca è tutt’altro che facile.
Non mancano i Centri studi, le fondazioni, e mille altre attività e/o sigle similari, ma chi conosce la realtà italiana sa che spesso si tratta di esperienze virtuali, di iniziative che si avviano, che magari si costituiscono anche con forme legali e riconoscimenti ma che poi con altrettanta rapidità si esauriscono, rallentano il ritmo degli incontri e in qualche caso finiscono per rimanere unicamente contenitori vuoti.
Eppure nel porsi in una visuale di servizio alla realtà sociale e politica del Paese ci si rende facilmente conto che ciò che spesso manca è una capacità di studio e di ricerca che consenta di leggere il territorio, in quella visione antropologica che considera il territorio non solo come spazio fisico, geografico, ma come insediamento abitativo, come una terra abitata da uomini e donne. Il Cerses si propone di operare in questa direzione così come indicato dallo Statuto qui pubblicato e come rappresentato nelle iniziative promosse in questi anni a vari livelli.
Il Centro Studi, anche per l’esperienza di chi l’ha costituito, sente la responsabilità di riproporre costantemente un’idea di cultura non astratta, ma intimamente legata alla promozione umana. Una cultura che è servizio e non potere, anche se per tanti il rischio è di percepirla come un titolo di distinzione, come una ricchezza esclusiva e non diffusiva.
Basterebbe riferirsi all’«irrequietezza» che, secondo Giuseppe Lazzati, doveva connotare l’esperienza culturale dei cristiani, che è «tensione tra passato e avvenire di cui si compone ogni momento del presente nello sforzo di fedeltà piena a ciò che è per essa immutabile», o ancora «realtà dinamica che, aperta al nuovo, sa essere suo compito vagliarlo e assimilarlo a ciò che di permanentemente valido riconosce nel passato perché rispondente a ciò che di immutabile è nell’uomo»: in una formula, il dinamismo connesso al «già e non ancora» (G. Lazzati, Pensare per agire e Cultura, società e promozione umana, prolusione e relazione al 46° corso di aggiornamento culturale dell’Università Cattolica, Loreto 21-26 settembre 1975, in Id., Pensare politicamente, II, cit., pp.133-134 e 157).
Alla luce di questa citazione, lontana nel tempo ma così attuale per coloro che si pongano nel presente ad animare la dimensione politica in chiave culturale, è possibile comprendere la proposta che caratterizza il Cerses: quello stile di ricerca, studio, formazione che sono nella sua identità costitutiva. Uno stile che si traduce in seminari, convegni, qualche ricerca finalizzata, sostenuta anche con borse di studio; una finalità che si traduce anche in alcuni eventi culturali, semplici e incisivi, nazionali e locali capaci di orientare l’opinione pubblica, con i nostri…Argomenti.
Un Centro studi vive non per l’atto costitutivo depositato da un notaio, non per la possibilità di avere una sede fisica in cui incontrarsi, dei contributi pubblici o privati finalizzati a sostenere e implementare le attività, vive soprattutto per le persone che lo costituiscono, poche o tante che siano, per le relazioni che tra queste si stabiliscono, per la finalità, si potrebbe dire per l’ideale, che le collega e le rende generose, capaci di fantasia creativa così come di coerenza e perseveranza.
Ecco perché dietro alla proposta di Argomenti2000 esiste e ci auguriamo possa crescere e radicarsi ulteriormente un Centro studi.