A distanza di otto mesi dalle elezioni il governo guidato da Giorgia Meloni e la sua maggioranza ha fatto propria una prospettiva politica che dipingono una visione della realtà ben definita. Le scelte compiute su questioni come l’immigrazione, le politiche fiscali e salariali, le politiche sociali, intendono veicolare l’immagine di un paese segnato da un profondo senso di paura a cui si risponde con scelte securitarie e con l’idea che il compito dello Stato si riduca a difendere: i confini, i consumi, l’ordine pubblico, l’italianità dei prodotti, etc. Si tratta di una visione dei rapporti fra cittadini e cosa pubblica che trova quasi una conferma nell’annunciata riforma dell’ordinamento costituzionale – tanto nell’opzione presidenziale che in quella del premierato –che l’attuale maggioranza intende varare. Tutto questo si inquadra in un orizzonte europeo nel quale si prospetta una saldatura politica fra PPE e Conservatori.
A fronte di questo, il resto del panorama politico italiano appare frammentato è segnato da una vaghezza di idee e iniziativa politica. Manca ancora un fronte politico riconoscibile, raccolto attorno ad un’idea di paese che sia capace non solo di mettere in questione l’operato del governo ma di rendere visibile una alternativa praticabile. Molto spesso, infatti, alle prese di posizione del governo e della maggioranza si è risposto con rivendicazioni di ordine morale che, pur importanti, non trovano forza in una proposta politica misurabile e spendibile nel discorso pubblico. Occorrerebbe invece incalzare il governo su tematiche nuove, ad esempio sull’impatto della tecnologia sulla nostra quotidianità e su come la sfida ecologica influisca su ambiti come sanità, informazione, lavoro, istruzione, sicurezza.
Al di sotto delle dinamiche politiche, il paese conosce un acuirsi di fratture e lacerazioni, una compressione dei diritti, da quello al lavoro alla salute, dall’istruzione alla cultura. E contestualmente emerge un indebolimento di quel dovere di solidarietà verso l’altro che è tutt’uno la sostanza di quella dinamica democratica che rende popolo una comunità. Si tratta di una realtà che sfida la politica a pensare con un linguaggio nuovo che parli di sofferenze come anche di aspirazioni e che non può che essere affrontata se non in una chiave europea.
Questo non è il tempo della delega ma dell’assunzione di responsabilità. Per questo motivo intendiamo mettere al centro del nostro pensare politicamente la dignità della persona che oggi non può non passare dal misurarsi con alcune questioni: la cura del lavoro e dell’ambiente come costruzione della cittadinanza, il contrasto alle povertà materiali e culturali, la solidarietà come principio delle relazioni sociali e umane, una fiscalità equa e capace di alimentare i servizi da cui dipendono i diritti di tutti, la democrazia come metodo con cui reggere non solo le istituzioni ma le relazioni sociali, la tutela delle istituzioni che reggono la vita democratica del nostro paese.
Il Libro bianco per l’Italia, su cui Argomenti 2000 sta lavorando, è lo sforzo di misurarsi con questa realtà, con i suoi timori e le sue speranze. Siamo consapevoli che questi temi, che oggi sono il sale sulle ferite del nostro paese, hanno portata e radici ben più ampie e che questo chiede una risposta che va articolata e pensata dentro le istituzioni che governano la nostra patria Europa e che hanno bisogno di democrazia nelle forme e nei contenuti.
Roma, 13 maggio 2023