Newsletter - Giugno 2018

Ven, 08/06/2018 - 18:05 -- nazionale

Cari Amici,

nei giorni scorsi si è concluso il travagliato percorso che ha portato al giuramento di un governo politico-tecnico, non privo di contraddizioni proprio sul piano della politica essendo formato da due partiti che si erano presentati contrapposti in campagna elettorale. Il modo in cui ci si è arrivati, con il rischio di un conflitto istituzionale e la necessità addirittura di dover rilegittimare il Quirinale (visto da una parte del Paese come un intralcio burocratico e come una magistratura di parte), non può che alimentare serie perplessità. Si tratta in ogni caso di un governo eletto democraticamente al quale facciamo, soprattutto per il bene del Paese, i migliori auguri.

Ciò non toglie la responsabilità di seguirne con attenzione le scelte e di offrire, laddove possibile, un contributo critico e propositivo. Sullo sfondo sta la consapevolezza delle cause che hanno portato a questa situazione: le responsabilità vanno distribuite anche nel campo della ex maggioranza, è evidente infatti come la spinta elettorale che ha premiato partiti e movimenti, sinceramente rivolti più alla protesta demagogica che alla proposta, va messa in conto anche a chi è stato al governo in precedenza. Errori di conduzione, scelte incomprensibili delle priorità, divisioni e scontri interni, più provocati che sopiti e una chiusura in se stessi e nelle proprie ragioni, al limite dell’autoreferenziale; il tutto mentre nel Paese aumentavano il disagio e la rabbia, aspetti che non possono essere ignorati e che avrebbero meritato una approfondita analisi.

La situazione in cui ci troviamo dice di una profonda trasformazione che ha investito l’intero Paese, non sarà possibile tornare indietro se per caso qualcuno lo volesse e non sarà semplice costruire una sintesi nuova. L’imbarbarimento dei toni che ha coinvolto anche tante persone per così dire insospettabili (e tra queste anche tanti praticanti) dice la difficoltà di dialogare, di comprendere le rispettive ragioni e ci mette davanti a rischi difficilmente prevedibili quando si logorano le ragioni stesse della convivenza pacifica.

 

GUARDARE AVANTI, GUARDARE ALL’EUROPA

Dobbiamo guardare avanti. L’attuale crisi di governabilità ha messo a nudo i problemi che tante volte ci siamo detti e che riguardano lo stato di salute generale della nostra democrazia: la crisi dei partiti, l’inconsistenza dei nuovi soggetti che diventano contenitori dello stato d’animo diffuso a fronte del malessere, e che anche per questo non offrono un quadro sufficiente circa la linea politica. D’altra parte la scelta della legge che mette in auge in larga misura un sistema elettorale proporzionale, chiederebbe una capacità di confronto e di mediazione politica, una capacità di negoziare tenendo in primo piano le esigenze della comunità nazionale e non gli interessi di partito o le pur legittime ambizioni personali.

Lo scenario ci dice di una debolezza delle forze politiche di una mancanza di autorevolezza della classe dirigente nel suo complesso, ridotta ormai ai minimi termini e – pur senza allarmismi – ci mette di fronte ai rischi che un sistema democratico corre quando non è più in grado di trovare soluzioni capaci di garantire la governabilità.

Abbiamo davanti un lavoro impegnativo per il bene comune, fermando quanti soffiano, come ha detto il cardinale Bassetti,  “sul fuoco della frustrazione e della rabbia sociale”. Non sarà semplice “rammendare” la società italiana, ma è un compito urgente e coinvolgente. Un compito dove, ciascuno nel proprio ambito, si potranno impegnare forme aggregate e strumenti più propriamente politici, sapendo che la vera difficoltà sta nella visione culturale del futuro.

Da parte nostra, avendo scelto di stare nel terreno politico (e non in quello prepolitico) sappiamo di dover fare i conti anche con ciò che accade nei partiti, nei processi che necessariamente dovranno aprirsi, ripensarsi, per offrire qualcosa di nuovo capace di ascoltare e di progettare e, per questo, di raccogliere consenso.

In tal senso l’Associazione ha preso posizione sulla situazione italiana spingendo lo sguardo verso lo scenario europeo.

Dobbiamo in qualche misura rallegrarci delle funzioni che il nostro ordinamento attribuisce al Presidente della Repubblica consentendogli di rivol­gere un invito fermo e chiaro a partiti e schieramenti affinché permettano al Paese di avere un governo all’altezza degli appun­tamenti che ci attendono, dalla legge di Bilancio, al G7 in Cana­da sino al Consiglio europeo di fine giugno.

 

I NOSTRI IMPEGNI

Cosa possiamo fare? Da parte nostra possiamo continuare e intensificare il lavoro intrapreso: aprendo piccoli circoli sul territorio, preparando la “Costituente delle idee” che abbiamo programmato per il prossimo autunno. In queste settimane si tengono in più regioni dei focus group tematici sui tre scenari che saranno oggetto della “Costituente delle idee”:

• Istituzioni politiche, democrazia, crisi della rappresentanza;

• Modello economico e globalizzazione, crisi del processo e nuove prospettive;

• Le dinamiche internazionali Europa quale futuro quali progetti, le aree di crisi internazionale medio oriente, Africa, Corea, le migrazioni.

 

Nei giorni 13-15 luglio terremo UN SEMINARIO SU INVITO, utile per approfondire i contenuti e per aumentare la capacità di elaborare insieme (chi fosse interessato può segnalarlo a info.cerses@gmail.com)

Dal 22 al 24 giugno terremo a Bologna, per il secondo anno, in collaborazione con le ACLI, la SCUOLA DI FORMAZIONE PER AMMINISTRATORI PUBBLICI “Giorgio La Pira” (vedi programma); quanti di noi fossero interessati possono mandare l’adesione a info.cerses@gmail.com in modo da evidenziare una partecipazione insieme.

Infine anche il sito ci offre numerosi spunti utilizzabili singolarmente o in gruppo.

Pierre Carniti, scomparso nei giorni scorsi, viene ricordato da Savino Pezzotta e da Mimmo Lucà.

 

NOVITA’ SUL SITO

EDITORIALI

La necessità dell’ora. Lettera aperta al Partito Democratico

Col nuovo governo finirà la ‘transizione’?  di Valentino Marcon

La necessità di una grande alleanza europea di Michele Nicoletti

Dopo l’assemblea del PD, tornare al progetto di Rita Visini

Dall’economia al digitale: l’Europa ha una nuova Agenda per la cultura di Vlp

 

DENTRO LA NOTIZIA

L'incultura e il potere di Marco Olivetti

Un riformista impaziente e radicale (in memoria di Pierre Carniti) di Savino Pezzotta

In ricordo di Pierre Carniti di Mimmo Lucà

Il pensiero di Bob Kennedy di Alberto Mattioli

Buon lavoro ma... di Edoardo Carlo Vagginelli

Salvini e i migranti

 

RECENSIONI

Francesca Marin, Bioetica di fine vita. La differenza tra uccidere e lasciar morire, Orthotes, Napoli-Salerno 2017. Recensione di Luca Grion

 

VERSO EUROPA 2020

a cura di Gianni Saonara

Regioni e forme di autonomia differenziata (Puntata n.42)

 

 

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