Con Paola Gaiotti De Biase se ne va una testimone fiera e instancabile di una generazione importante, quella che ha attraversato e interpretato con consapevolezza i grandi cambiamenti del ‘900, tra conquiste e sconfitte, senza perdere fiducia nel futuro e, anzi, senza smettere di costruirlo.Quella di Paola è una figura dai tanti profili. In primis, quello di una donna istruita, quando non era frequente esserlo, e, quindi, molto consapevole del proprio ruolo sociale. Da questa consapevolezza, che non l’ha mai abbandonata, originava l’impegno a tutto tondo, tra cultura e politica, che ha caratterizzato tutta la sua vita. Ha molto amato e servito la politica, con incarichi da parlamentare nella Democrazia cristiana, poi impegnandosi nella Lega Democratica, nel Partito democratico della Sinistra, nel movimento dei “Cittadini per l’Ulivo” ed, infine, come appassionata fondatrice del Partito democratico. Nel vederla impegnata in quest’ultima impresa, in una fase avanzata della vita, era chiaro come fossero le radici salde della sua formazione a permetterle di avere una visione e una lucidità, nell’interpretare il nuovo, affatto scontate per tanti giovani. Ed era il cattolicesimo democratico il quadro valoriale in cui trovava riferimento il suo impegno. Lo considerava “non solo l'unica cultura politica uscita vincente dalle prove del novecento, ma, di fatto, più o meno consapevolmente, il riferimento di tutte le culture democratiche”, nonché “la base inevitabile di tutte le nuove elaborazioni necessarie da sviluppare in comune in campo democratico”. Un radicamento forte, dunque, ma senza alcuna concessione a tentazioni identitarie. Anzi, profondamente laico. Di quella laicità che senza confondere gli ambiti e le autonomie, è capace di portare a sintesi testimonianza e bene possibile.Infine, ma non per ultimo, Paola è stata una donna, una sposa, una madre che si è spesa per guadagnare alle donne il loro posto nella società. Lo ha fatto approfondendo la storia del movimento femminile cattolico in tante pubblicazioni, così restituendo memoria e attualità al ruolo fondamentale delle donne nella storia della Repubblica.Per tutto questo, e per il molto altro ancora, che non può entrare in questo ricordo, Paola è stata una maestra e una testimone che abbiamo avuto il dono di conoscere e con cui è stato un privilegio condividere un tratto di strada. Le dobbiamo molto.Daniela Storani