L’insistenza, nella discussione tre le forze politiche, sul nome del Presidente del Consiglio uscente è la conferma di un avvitamento attorno a nomi e veti incrociati. Si sceglie di non affrontare i nodi strutturali che invece andrebbero discussi per delineare la base politica della maggioranza parlamentare e dunque del nuovo governo.
Gli elenchi di “cose da fare” ricalcano gli interventi che da oltre un decennio sono presenti nel nostro discorso pubblico senza riuscire a trovare un esito politico che li realizzi. Manca, ancora in queste ore, la volontà di esprimere un’analisi pienamente politica del quadro italiano.
Mentre si lanciano appelli per la nascita di una maggioranza europeista non sembra emergere la piena consapevolezza di come l’Europa sia lo spazio politico nel quale dovremmo pensare la quotidianità della vita del paese e dunque anche l’orizzonte in cui individuare la meta verso cui vorremmo condurre l’Italia.
Rispetto al delinearsi di opposte strategie attorno al nome del Presidente Conte, che mirano ad assegnare a lui l’incarico di formare il nuovo governo o al contrario a rendere impraticabile questa opzione, sentiamo l’urgenza di un appello alla coscienza politica delle forze che siedono in Parlamento.
L’invito è a fare di questi giorni una occasione per esprimere un pensiero politico quanto più aperto e intellettualmente onesto su quello che l’Italia è oggi, su quali sono le fratture che l’attraversano, sulle energie che il nostro tessuto ha e su quali indirizzi tutto questo può assumere per essere parte attiva del processo ambizioso di una piena democrazia europea per il XXI secolo.
È questo il contributo che le diverse forze politiche possono dare al delicato lavoro del Presidente della Repubblica, consegnandogli un patrimonio di intelligenza politica delle cose che solo può rendere solida una nuova maggioranza e il governo da essa espresso e, insieme, contribuire a dare stabilità al quadro parlamentare e alla vita democratica.
di Argomenti2000