Alcune riflessioni sul fenomeno astensionismo

Sabato, 18 Febbraio, 2023

Diverse possono essere le ragioni per cui un cittadino non si reca alle urne:

fisiologico, dovuto a problemi personali : salute, momentanea assenza ,vari impedimenti;

tecnico, dovuto ad una inefficiente  organizzazione della macchina elettorale;

politico, dovuto alla sfiducia nella rappresentanza o per esprimere insoddisfazione e protesta rispetto alle risposte della politica.

L’astensione manifestata nelle ultime regionali appartiene certamente a quest’ultima categoria, anche se qualcuno ha insinuato che non si è fatta sufficiente comunicazione sull’appuntamento  elettorale, ma francamente questo elemento da solo non avrebbe generato il 60% di astensionismo.

Certo il fenomeno dell’astensionismo parte da lontano.  Nel 1976 esso rappresentava circa il 7%  e da allora è andato sempre aumentando. Le votazioni parziali come quelle recenti del comune di Roma o Napoli   o quelle regionali del 2023 accentuano questo andamento , ma non per questo può essere derubricato a contingenza.

Viceversa  questa disaffezione e’ allarmante per le due caratteristiche che la contraddistinguono : è trasversale ed è globale , cioè rifiuta in blocco l’attuale conduzione della politica.

Un’ analisi un po’ più approfondita dei numeri della partecipazione può confermare questa considerazione.

 

E’ TRASVERSALE.

In nessun collegio a predominanza storica di un partito o coalizione politica, anche in presenza di fluidità dei consensi viene invertito il risultato complessivo.

Tutte le provincie, sia del Lazio , dove la partecipazione è stata del 37,20% che della Lombardia con una partecipazione del 41,68% ,sono colpite dall’astensionismo. In Lombardia si va da una partecipazione del 36,75%  nella provincia di Mantova ad un 45% nella provincia di Brescia; nel Lazio si oscilla tra un 35,17% nella provincia di Roma ad un 44,98% nella provincia di Frosinone.

Nemmeno un tema come l’autonomia differenziata , che teoricamente avrebbe dovuto  interessare almeno nella regione lombarda ,non ha funzionato come stimolo alla partecipazione.

I valtellinesi ed i valchiavennaschi credono ancora in Massimo Sertori. Assessore regionale uscente a Enti Locali, Montagna, Piccoli Comuni e Programmazione Negoziata. Per la seconda volta consecutiva il leghista di Ponte in Valtellina è stato il candidato consigliere più votato in provincia di Sondrio con 7.907 preferenze ottenute (nel 2018 erano state 8.880). Ma Sondrio è fra le provincie a minore partecipazione 37,96%.

Anche la strategia del PD di candidare i sindaci, se da un lato ha rafforzato il consenso al partito, dall’altro non ha contrastato l’astensionismo. Ma se anche lo avesse fatto non è una strada tecnicamente percorribile.

Emilio del Bono porta a casa un importante successo personale  35.000 preferenze, ma l’affluenza nel comune di  Brescia, dove è sindaco, non supera il 47,58%

La stessa cosa per il sindaco di Cesano Boscone , Simone Negri che supera le 5.000 preferenze, ma la partecipazione nel comune si ferma al 40%.

 

E’ GLOBALE

La valutazione della politica in generale soprattutto quella nazionale ha prevalso sulle tematiche regionali e confermato la duplice debolezza . Secondo YouTrend l'astenuta "media" in Lombardia è stata una donna di età tra i 35 e i 54 anni, probabilmente disoccupata o casalinga, apprezza poco il governo Meloni e il presidente Fontana. Ma è anche lontana dalla politica in generale, tanto che probabilmente non voterà alle prossime elezioni.

L'astenuta "media" del Lazio è una donna che non lavora e probabilmente non ha un diploma superiore, non apprezza il governo Meloni e Matteo Salvini, ma neanche il presidente Mattarella e la gestione della sanità del precedente presidente, Nicola Zingaretti del Partito democratico. Molto probabilmente, non voterà neanche alle prossime elezioni politiche. La stessa Meloni pur godendo di un momento favorevole, porta acqua alla propria parte politica più che spingere ad aumentare la partecipazione popolare.

La disarticolazione delle tempistiche delle elezioni regionali depotenzia di significato politico la singola elezione e lascia emergere la poca attrattività  politica del voto regionale quando è lasciato a se stesso. La controprova sono le elezioni regionali in Emila Romagna che nel 2014 ebbero una partecipazione del 37,67% mentre quelle del 2020 caricate di un significato politico di resistenza dell’ ultima fortezza della sinistra rispetto a Salvini salirono al 67,67%.

La Regione sebbene abbia un ruolo decisivo nel campo sanitario non sembra riscuotere particolare interesse nei cittadini. Sembrerebbe un fallimento delle Regioni come istituzione, al di là delle autocelebrazioni degli autonominati “governatori”. Non rappresentano un’alternativa credibile al governo centrale.

 

FRAGILITA’ DEMOCRATICA

Minore è la partecipazione maggiore è il peso politico relativo di chi partecipa.

Nel senso evidente matematico che bastano pochi elettori a far propendere in una direzione o nell’altra l’esito  elettorale , ma anche nel senso che pochi possono decidere indirizzi politici per i molti.

Infine se la partecipazione è bassa la rappresentazione percentuale diventa fuorviante.  Se vota il 40% e la coalizione che vince raggiunge il 50% non significa che il 50% dei cittadini la pensa in quel modo ,  ma correttamente si dovrebbe dire che il 20% dei cittadini condivide questa proposta politica . Insomma una netta minoranza, una debole autorevolezza rappresentativa.

Avviarsi verso una democrazia della minoranza è un vulnus profondo nella stabilità del sistema , non solo per un aspetto estetico di partecipazione, ma nella sua ricaduta più importante di  esclusione di fatto di strati sempre più grandi di cittadini alla vita del paese.

L’emarginazione vera o presunta diventa una miccia che può essere attivata da avventurieri politici.

E allora anche se è vero quello che diceva Foster Wallace “Avete tutto il diritto di stare a casa, se volete, ma non prendetevi in giro pensando di non votare. In realtà, non votare è impossibile: si può votare votando, oppure votare rimanendo a casa e raddoppiando tacitamente il valore del voto di un irriducibile.” ancora una volta la responsabilità non può essere fatta ricadere solamente sui cittadini , ma resta principalmente nel campo delle classi dirigenti politiche e non.

Fausto Delpero  - Argomenti2000 Lombardia