1) Un nuovo partito cattolico
I miei auguri non sono formali . Ma…! Con questa avversativa, appunto. Che non esprime contrarietà di principio sulle finalità dell’idea. Bensì moltissime riserve sulle possibili semplificazioni del lavoro che si intende fare, e sul come si è iniziato a farlo.
Il mio dubbio è molto semplice . Riguarda la metodologia che si sta seguendo il progetto gia varato , di una nuova “Ricomposizione dell’area cattolica in Italia” sotto forma di partito, nell’anno del Signore “Covid 2020”. Da far proseguire, ovviamente, nell’ incerto e nebuloso tempo “post-Covid” individuato da Bergoglio “…non come epoca di cambiamenti, quanto di cambiamento d’epoca”. Un’epoca che, come suggerisce “Fratelli Tutti”, richiede anche per la politica, fraternità, coraggiose sintesi , unità di intenti e possibilmente di percorsi programmatici.
Si ricorderà che questo tema è stato un cruccio di padre Sorge di circa 40 anni fa. Approfondito prima su un libro, e subito dopo con un dibattito a più voci. Ai nostri giorni, come ricorda Lucio d’Ubaldo su “il Domani“, padre Sorge e’ molto scettico e non crede più a una nuova
Ricomposizione.
È questione del passato da abbandonare, dice. Ripetendo, assieme a papa Francesco, che per lui i cattolici devono aiutare la ” buona politica…formando uomini di buona volontà”.
Già…formando!
2)Padre Sorge
Paradossalmente, quando nel lontano 1979 padre Sorge si poneva questo problema, la DC con cui si identificava il cattolicesimo politico e culturale italiano di quei tempi, risultava il primo partito del Paese. Aveva appena vinto le elezioni con il 38% di voti e con una affluenza al voto da primato quasi storico : il 91% ! Eppure nonostante i risultati e la quantità di votanti, una volta abbandonati i “Comitati Civici” geddiani, e benché in quegli anni continuavano ad essere presenti nell’agone elettorale della Dc, parrocchie e diocesi, assieme a tutto lo storico associazionismo cattolico, culturale e sindacale, in quegli anni robusto e frequentato, c’era qualcosa che non convinceva padre Sorge. Ancorato fortemente al Concilio, aveva alle spalle oltre al fatidico ’68 , il famoso Convegno ecclesiale di Roma “Evangelizzazione e promozione umana “, l’ Ac. di Vittorio Bachelet con la sua “Scelta religiosa”, Comunione e Liberazione che batteva i piedi e scalpitava col suo tradizionalismo. Nasceva dopo il Referendum sul Divorzio la Lega Democratica, espressione avanzata del cattolicesimo democratico , e si annunciava quella temuta secolarizzazione , se non proprio la temuta ” Eclissi del sacro ” che preoccupava tutto il mondo cattolico, laico e religioso.
3) La nuova ricomposizione e la lezione di Sturzo
Se ne parlava da parecchio. Anche prima della tragica pandemia . E sono scesi in campo un nutrito gruppo di studiosi, uomini politici, sindacalisti, e personalità dell’intellettualità cattolica, assieme a giovani preparati sparsi in diverse città italiane , sul cui profilo etico e culturale ci sarebbe poco da dire.
Il progetto è quello di una Nuova ricomposizione di un’area politica cattolica, da convogliare e rappresentare attraverso un nuovo partito politico. Si è iniziato con qualche sondaggio. sentendo anche il parere di alti vertici ecclesiali. E si è individuato il nome: “Insieme“. Ma qualè il punto. Come sanno meglio di me gli enologi, prima di fare un buon vino è sempre raccomandabile accertarsi di avere un terreno adatto e fertile, caso mai preparandolo prima per un poco di tempo. E piantando solo dopo il vitigno di qualità che si intende piantare. Guardare, osservare e seguire costantemente la lenta maturazione dell’uva. Pigiarla come si deve. Conservare per bene il mosto.
E infine assaggiare il vino prima di lanciarlo sul mercato o di berlo. Raccomandazione e metafora questa, da non confondere con i sondaggi a campione. Perché fa evitare un fatale errore di metodo e rimuove un fondamentale suggerimento del sociologo Luigi Sturzo, e non solo suo . Sturzo col suo storicismo metodologico, raccomandava di osservare bene la “…società in concreto ” prima di “…agire politicamente” come avrebbe detto molti anni dopo Lazzati.
Il quale ha sempre pensato anche alla educazione e alla formazione permanente all’impegno sociale e politico dei laici cristiani. La tesi di Sturzo era semplice. Sosteneva che prima di avviare un discorso politico o sociale, o di intraprendere una qualunque azione che interessa il bene comune, era necessario e indispensabile studiare bene e osservare la società reale storicamente definita e determinata. Questa scelta metodologica che non concedeva niente sia alla improvvisazione, quanto alla prigione del determinismo , era la lezione della sociologia politica che si stava proponendo anche fra i sociologi cattolici del primo Novecento, portati a superare quel positivismo ingenuo ottocentesco che stabiliva leggi indiscutibili, e che non teneva conto della libertà della persona umana collocata nello spazio e nel tempo dei suoi mondi vitali plurali.
Prima di ogni cosa, dunque, studiare ed osservare bene la società. Ai nostri giorni non più composta da una massa di contadini e non più gestita dai grandi latifondisti e padroni aristocratici della terra come ai tempi di Sturzo. Ma da lavoratori liberati da tempo dalle strettoie di essere definiti classe operaia o proletariato. Le cui catene di montaggio sono state sostituite dai computer e dall’intelligenza artificiale che lasciano sul tappeto nuova disoccupazione e nuove povertà. Una società che ha fatto volatilizzare la borghesia – come ci hanno ricordato De Rita , Bonomi e Cacciari – tolto di mezzo i c.d. moderati del vecchio centrismo storico, e oggi governata da quell’1% di ultraricchi. Da quelle forze economiche e finanziarie sovranazionali e da quel capitalismo globale , insomma, che guardano solo allo sviluppo e alla crescita ad ogni costo disinteressati delle tragiche conseguenze climatiche frutto di un’etica ultraprotestante chiusa sull’individuo e sul mercato.
4) Le mie due convinzioni .
È allora piu che giusto che, pur nel gioco delle probabilità e degli errori, io espliciti due miei convincimenti.
Il primo è che se non si hanno i piedi ben piantati sulla terra della società e sul futuro che ci attende, ogni pur legittimo desiderio di partito cattolico, riemerso, da quanto si evince, solo perché si è in presenza e si scommette su una mera e momentanea legge elettorale proporzionale, è campato per aria e si risolve con qualche dispiacere.
Il secondo riguarda l’errore grossolano che si fa, quando si pensa agli astensionisti, in progressiva crescita, valutandoli come un potenziale voto cattolico che rimarrebbe in pantofole a casa , anche in assenza di Covid, e non si esprimerebbe per l’assenza di una specifica offerta politica .
5) Le tre domande .
A) È mai possibile che una legge elettorale – da sola – possa miracolosamente far nascere un nuovo partito politico, e favorire una tale nuova“..ricomposizione”?
B) E non è per caso fuori da ogni ragionevole buon senso supporre che le alte quote di astensionismo, che si registrano ormai da anni, appartengano solo al voto di un centro cattolico, da qualcuno definito moderato, da costruire ?
C) Infine, partito centrale e centralizzato nelle mani di un leader, partecipato con qualche inedita piattaforma Rousseau2 ?Oppure un partito presente su tutti i territori italiani con sezioni e circoli, quotidiano, rivista, sedi, e quant’altro utile. E, oltre ai social- mi allargo – radio, televisioni locali, case editrici, ecc. ? Per quel 20% previsto da Zamagni, faccio i miei auguri.