L’apertura della crisi formalizza il definitivo logorarsi di un accordo di governo già insita nella formula del “contratto” che denunciava una declinazione privatistica della politica e del governo del Paese. La drammatizzazione di queste ore certifica due elementi, entrambi preoccupanti per il futuro del Paese: da un lato il fallimento politico e culturale del modo in cui il Movimento 5 Stelle ha condotto la propria esperienza di governo, segnata dalla corsa a dare corpo a slogan che purtroppo poco avevano a che fare con la carne viva del Paese e che hanno, di fatto, consegnato la guida politica del Paese alla Lega di Salvini; dall’altro l’affacciarsi di un primato politico di una destra che oggettivamente non ha nel proprio DNA quei valori costituzionali che reggono la nostra democrazia repubblicana.
È necessario puntare i riflettori sul fatto che, dentro un quadro segnato da un’esplosione delle grandi questioni sociali ed economiche che affliggono il Paese, queste sono state disattese per ridurle a merce di scambio elettorale, si è consumato così un deterioramento progressivo della qualità democratica e delle stesse istituzioni repubblicane. L’epilogo vede ora aprire una crisi di governo a camere chiuse e con l’incertezza sulla qualità delle risposte che la prossima legge di stabilità dovrebbe garantire.
È più che mai urgente un’iniziativa politica unitaria e forte che reagisca a questo scenario e che non si abbandoni alla vanità di calcoli elettorali o di ipotesi di logoramento della Lega di Salvini, aspetti che possono interessare i retroscena politici ma non affrontano le ferite aperte del Paese. Serve un patto politico repubblicano, che sia prima di tutto un progetto offerto all’Italia e sul quale chiedere a tutte le realtà vitali del Paese di costruire un domani all’insegna dei diritti delle persone.
Di fronte a quanto accade non vi può essere più attesa, ma solo il coraggio di un’intelligenza politica delle cose.
di Argomenti2000