
Il 70° della dichiarazione dei diritti umani ci richiami all’impegno di ciascuno di noi nei confronti delle comunità.
Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (NU) approvava la Dichiarazione universale dei diritti umani.
Si tratta del più importante codice etico che riconosce quei diritti inviolabili che appartengono agli uomini in quanto tali.
Nel preambolo della dichiarazione si afferma che il riconoscimento della dignità di ogni essere che appartiene alla famiglia umana costituisce il fondamento della libertà e della giustizia.
L’articolo 1 ci ricorda che tutti gli esseri umani sono uguali e che tale diritto è innato con lo stesso individuo e nessuno può limitarlo; costituendo, nell’ipotesi, ciò un atto contrario allo stesso diritto naturale.
L’Assemblea Generale non distingue i diversi diritti in una gerarchia, ma essa è consapevole che il riconoscimento di pari grado dei diversi diritti di dignità e libertà avrebbe permesso un progresso sociale vero.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella sua dichiarazione in occasione della celebrazione della giornata mondiale dei diritti umani, coglie con estrema lucidità tale tratto, richiamando la comunità internazionale ad applicare i diritti umani sulla base dei principi di universalità, indivisibilità e interdipendenza.
L’articolo 3 che riconosce il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale è il presupposto indispensabile affiche gli altri diritti, cioè quelli civili e politici possono manifestarsi.
Come potrebbe essere tutelato il diritto alla libertà della schiavitù, se l’uomo non ha diritto alla propria vita? Come potrebbe tutelarsi il diritto alla privacy, se egli non gode del diritto alla propria libertà? Come può essere riconosciuto il diritto alla libertà di pensiero, se egli fosse torturato, imprigionato senza un equo processo? Come potrebbe l’uomo professare il proprio credo, se egli non fosse libero?
Non vi è dubbio che libertà e dignità sono due facce della stessa moneta.
La dignità dell’uomo è il presupposto degli articoli che vanno dal 22 al 27.
La dignità dell’uomo, la si riconosce, laddove allo stesso è riconosciuto il diritto alla sicurezza sociale, il diritto al lavoro, ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute, il benessere proprio e della propria famiglia.
Per riconoscere la dignità dell’uomo bisogna riconoscergli il diritto ad essere istruito, a partecipare alla vita culturale, tali diritti di promozione umana hanno il pregio di rendere l’uomo libero.
Il riconoscimento e l’esercizio di tali diritti, a tutte le latitudini geografiche e a tutte le comunità piccole o grandi garantiscono la pace.
Tali diritti, non sono negoziabili perche innati nell’uomo, ma in quanto tali devono trovare nella dignità di ciascuno la loro realizzazione, ciò ci impone rispetto della libertà altrui e anche volontà di costruire ponti tra gli uomini, evitando che gli stessi diventino verità assolute che appartengono a pochi.
La dichiarazione dei diritti umani si chiude con un obbligo-dovere: per ogni singola persona nei confronti della comunità, perché solo con una partecipazione attiva di ciascuna alla promozione umana è possibile il pieno sviluppo e il libero sviluppo della propria personalità.
In sintesi possiamo sintetizzare la dichiarazione dei diritti umani in due principi: dignità e libertà; e in un dovere: quello della partecipazione.
La lettura della dichiarazione dei diritti umani non può che sollecitarci ad un impegno per una buona politica che riconosce l’uomo in quanto tale.
Preambolo
Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;
Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo;
L'ASSEMBLEA GENERALE
proclama
la presente dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.