Il 6 settembre alla Camera dei deputati si è tenuta la conferenza stampa dell’Alleanza Contro la Povertà, la prima dopo l’emanazione del decreto del Governo che il 29 agosto ha istituito il reddito di inclusione (ReI). L’Alleanza è composta da 37 organizzazione sociali e opera dal 2013 - sotto il coordinamento politico delle Acli - per studiare l’impatto della povertà nel nostro Paese e proponendo soluzioni normative per il suo contrasto. Il ddl “delega recante le norme al contrasto alla povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali” ha avuto il seguente iter:
- 9 marzo 2017, il Parlamento approva (dopo un lavoro durato alcuni anni) in via definitive il ddl delega sulla povertà. Il caposaldo è l’introduzione di una misura nazionale di contrasto alla povertà denominata Reddito di inclusione sociale (ReI);
- 29 agosto 2017, il Consiglio dei Ministri approva il Reddito di inclusione (ReI) che potrà così diventare esecutivo dal 1° gennaio 2018.
Il reddito d'inclusione non è una norma ‘una tantum’ e non è nemmeno una mancia come molti vorrebbero far credere, è uno strumento strutturale all'interno della legislazione Italiana, una prima, vera e concreta risposta, continuativa, alla povertà nel nostro paese. L'assegno potrà arrivare fino a 490 euro mensili. Le modalità di erogazione saranno facilitate ma controllate rigorosamente dai servizi sociali comunali, obbligati ad una progettualità ad personam degli assistiti, che richiede una reciproca partecipazione attiva per il superamento della condizione di indigenza.
Siamo al momento decisivo, la prossima legge di bilancio rappresenterà un passaggio storico nella lotta alla povertà nel nostro Paese. Si deciderà se la recente introduzione del ReI costituirà l’ennesima riforma incompiuta nella storia italiana oppure il punto di partenza di un percorso che costruisca risposte adeguate per tutti gli indigenti. Sappiamo che per il 2018 saranno stanziati 1,8 miliardi di euro di risorse, sufficienti a rispondere a c.a. il 40% degli individui in povertà assoluta (cioè con ISEE inferiore ai 6mila euro annui). La richiesta dell’Alleanza contro la povertà per un piano nazionale contro la povertà è di aggiungere a tale importo altri 5,1 miliardi di euro annui, ad iniziare dal 2020, per rispondere in modo completo a tutta la richiesta di povertà nel nostro Paese.
Il piano contro la povertà 2018/2020 intende inoltre raggiungere progressivamente i seguenti obiettivi:
a) la sostenibilità economica. Implementando gradualmente i fondi, arrivando al 2020 ad una disponibilità di 7 miliardi di euro annui, secondo tutti gli studi scientifici prodotti si raggiungerà la soglia minima per una risposta adeguata alla povertà assoluta in Italia (5 miliardi equivalgono a meno dell’1% della spesa pubblica totale italiana);
b) percorsi di inclusione sociale iniziando dai territori. La costruzione dei percorsi di inclusione sociale trova la regia in capo ai comuni, che operano insieme ai centri per l’impiego, al terzo settore e agli altri soggetti sociali nel welfare locali. Attualmente solo il 15% dei finanziamenti statali contro la povertà è destinato ai comuni per i suddetti percorsi. Tuttavia gli studi e le analisi empiriche mostrano che si tratta di una percentuale inadeguata da portare con questa riforma al 20%;
c) un investimento per la crescita economica italiana oltre che in termini di giustizia sociale. Non ci sono dubbi, gli indigenti sono il miglior target al quale trasferire finanziamenti pubblici al fine di stimolare la domanda di beni e servizi poiché costituiscono il gruppo sociale con la più elevata propensione al consumo (10€ dati a questa fascia equivalgono a 9€ spesi per il consumo; la stessa cifra data al ceto medio si suddivide in 5€ risparmiati e 5€ spesi?.
Povertà assoluta secondo dati ISTAT del luglio 2017: n° tot. Persone in condizione di povertà assoluta è pari a 4,75 milioni (7,9% della popolazione).
Il 38% corrispondono all’1,8 milioni di persone povere che riceveranno il ReI rispetto ai 4,75 milioni in queste condizioni.
È doveroso un plauso ed un grande riconoscimento all'Alleanza contro la povertà, una simile sinergia non era mai stata costruita in Italia. È la prima volta, infatti, che un numero così ampio di soggetti sociali dà vita ad un sodalizio per promuovere adeguate politiche contro la povertà nel nostro paese, ottenendo dalle istituzioni un significativo risultato come questo. La collaborazione positiva del Parlamento e del governo con l'Alleanza contro la povertà ha permesso di raggiungere un grande atto di civiltà nei confronti dei soggetti più deboli e fragili della nostra società. Questa è la bella Politica, che ancora oggi si rende utile per una società più giusta e responsabile. Certamente con questo provvedimento non si risolveranno tutti i problemi di diseguaglianza sociale, ma siamo convinti che questa è la strada giusta da perseguire e da implementare. Oggi molte sono le contraddizioni e le urla contro le istituzioni. Questo provvedimento invece ci aiuta ad affermare, a difendere ed a diffondere con opportuni ragionamenti ed approfondimenti, che la Politica serve ancora per un mondo migliore, per una società più giusta e per aiutare gli ultimi ed i penultimi e coloro che sono svantaggiati.
On. Francesco Prina