Come considerare la disabilità

Oggi è la giornata mondiale delle persone con disabilità e serve da parte del nostro Paese un impegno concreto. La disabilità non deve essere più considerata solo in riferimento alle politiche assistenziali, ma ad un contesto ampio di tutela dei diritti che investe la politica e l’amministrazione in tutte le sue articolazioni, nazionali, regionali e locali. Si tratta, insomma, di riconoscere il diritto alla costruzione di progetti di vita, all’accessibilità universale come un bisogno primario e inalienabile di libertà, autonomia, autodeterminazione, uguaglianza di tutti i cittadini, di diritto al lavoro e a una vita autonoma. Tutti aspetti che contribuiscono a dare la misura della qualità democratica di un Paese. Il governo sta compiendo passi indietro sul tema dell’inclusione delle persone con disabilità nella società, a partire dall’istituzione di un Ministro specifico che rischia di escludere invece di includere. L’Italia ha ratificato la Convenzione Onu, la quale si fonda proprio sul riconoscimento che le persone con disabilità non godono di diritti “speciali”, diversi da quelli degli altri esseri umani e impone quindi agli Stati aderenti, come l’Italia, di assumere tutte le misure necessarie a garantire il pieno esercizio di tali diritti. Basta applicarla!
Vanna Iori