Disastro in politica estera

Argomenti2000, l'associazione di amicizia politica che riunisce, attraverso una rete di Circoli e associazioni locali presenti nelle varie regioni, persone dell'area cattolica impegnate nell'ambito sociale e politico e in particolare nelle amministrazioni locali, interviene sulla grave tensione che si aperta con la Repubblica francese.

Il richiamo dell’ambasciatore francese da Roma segna un drammatico salto di qualità in una strategia politica di cui è responsabile il governo italiano la cui portata e la cui gravità è tutta racchiusa nel richiamo fermissimo del Presidente della Repubblica alla necessità di preservare l’amicizia fra Italia e Francia. Le ragioni di un conflitto aperto con la Repubblica francese vanno ricercate, come molti osservatori hanno saputo mettere in luce, in esigenze di ordine interno: nella necessità di marcare distinzioni o posizioni spendibili sul piano elettorale sia dalla Lega che dal Movimento 5 Stelle, in esecuzione di una logica politica nella quale nessuno spazio viene lasciato all’interesse nazionale. Quest’ultimo, per l’Italia, ha un nome preciso: Unione Europea. La costruzione di un progetto politico condiviso con gli altri popoli e Paesi europei, che ha dato pace, sviluppo e stabilità al nostro continente per settant’anni, rappresenta ancora oggi l’asse portante dell’interesse dei milioni di cittadini italiani come dei milioni di cittadini degli altri Paesi europei. Barattare tutto questo per un mero ritorno elettorale interno offre la portata ben misera della prospettiva politica del governo giallo-verde.
La vicenda dello scontro con Parigi rivela però qualcosa di più. Essa si salda alla scelta operata rispetto alla tragica e delicatissima situazione del Venezuela. Più ancora, si inquadra dentro una serie di pulsioni e tensioni più estese, dentro le quali si collocano le scelte dei governi di Polonia, Ungheria e Austria, la vicenda della Brexit, le prospettive politiche offerte dal Front National francese e dall’AfD tedesco. Si tratta di una rete di eventi e spinte politiche che non mirano a riformare l’Unione Europea ma a disgregarla, facendone non un fattore di stabilizzazione di un delicato equilibrio mondiale ma un soggetto annichilito di fronte ad una nuova ripartizione di sfere di influenza fra Russia, Cina e Stati Uniti che si consuma a Caracas, a Damasco, a Kiev, a Pyongyang.
È urgente che il nostro Paese riguadagni quel ruolo politico internazionale che ha saputo sviluppare per decenni, dentro il concerto europeo. È urgente che quell’autorevolezza internazionale, che in fasi storiche importanti all’Italia è stata riconosciuta (con i trattati di Roma, negli anni Cinquanta e Sessanta con la politica mediterranea, negli anni Settanta con la costruzione di una strategia che agevolò la conferenza di Helsinki), sia la base per uno sviluppo di linee di speranza nuove per l’Europa e per un mondo che più che mai chiede una pace fatta di giustizia, di libertà e fraternità.