Una donna da ricordare, un esempio di integrazione

Un ghanese di 32 anni ha confessato, dopo un lungo interrogatorio davanti ai carabinieri, di aver ucciso Agitu Ideo Gudeta , la pastora etiope, originaria di Addis Abeba e che aveva studiato a Trento e da dieci anni viveva in Italia. La donna è stata trovata morta ieri sera nella sua abitazione a Maso Villalta a Frassilongo in Valle dei Mocheni tra le montagne del Trentino. .L'uomo che ha confessato è un pastore, collaboratore nell'azienda agricola biologica 'La Capra Felice' della Gudeta, che ha motivato il delitto con uno stipendio non corrisposto.

Agiti Gudeta, per la sua storia può essere considerata un simbolo dell'integrazione. Fuggita dall’Etiopia a seguito degli scontri sociali e dalle minacce che aveva ricevuto dal suo governo, si era rifugiata tra le montagne del Trentino in una vallata, la Valle dei Mocheni, laterale della più frequentata Valsugana. Con il suo lavoro e con determinazione aveva fatto nascere, da un progetto di recupero di terreni abbandonati e di razze rustiche autoctone, l'Azienda Agricola Biologica 'La Capra Felice'. L'azienda si occupa di allevamento caprino (capra pezzata mochena), eseguito attraverso metodo biologico e di trasformazione della materia prima: produce formaggi biologici da pascolo da erba, yogurt ed anche prodotti di cosmesi con latte di capra. Agitu, diventata la 'regina delle capre felici', in quell'angolo di montagna era partita allevando 15 capre autoctone ed era arrivata a quota 150, quelle attuali, cui si aggiungono 50 galline ovaiole. Nell'agosto del 2018 aveva ricevuto minacce ed aggressioni a sfondo razziale. Il 27 gennaio scorso l'uomo che si era reso colpevole degli atti persecutori e lesioni - C. C., 54 anni residente a Frassilongo nella proprietà accanto a quella di Agitu - era stato condannato dal Tribunale di Trento a nove mesi di reclusione per il reato di lesioni a seguito di un fatto documentato con referto derubricando l'accusa di stalking e soprattutto l'aggravante dell'odio razziale. Nel giugno scorso in piena crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19, Agitu Ideo Gudeta aveva aperto in piazza Venezia a Trento la prima 'Bottega della Capra Felice'.
Oggi dobbiamo rendere onore a questa donna per ciò che ha saputo costruire nei suoi quarant’anni di vita e considerarla una figura positiva, esemplare di come ci si possa integrare inserendosi in un territorio, nonostante le difficoltà, lavorando e creando lavoro. L’integrazione è la strada che va percorsa con decisione e con speranza.