Salvini, le mosche e le moschee

Il grande capo della Lega, Salvini, ieri ha trovato un altro terreno per una nuova battaglia. Non avendo molto da dire sui contenuti politici e sul quadro politico nazionale, si dedica al territorio e si interessa di una sentenza del Tribunale Amministrativo riferita ad una decisione della Giunta comunale di Pisa avversa alla costruzione di una moschea.

Il Tar ha accolto il ricorso della comunità islamica dopo la bocciatura del progetto da parte del Comune. Nell’area di Porta a Lucca, l'Amministrazione ha previsto il recupero del quartiere e il nuovo stadio con una variante urbanistica che non prevede, appunto, la moschea. 

Che dire, un dibattito possibile. Ma non certo un terreno per fare guerra e soprattutto con argomenti più che impropri.
Nel prendere la parola l’esponente politico leghista, che è stato anche ministro degli interni, mostra di avere un’idea alquanto approssimativa di cosa sia uno Stato di diritto. Possibile? Sì, possibile. Da ciò che dice infatti discenderebbe che, se una parte politica vince le elezioni... può praticamente fare ciò che vuole. Ma siamo sicuri che i diritti individuali o collettivi non abbiano più valore? Che la Costituzione sia messa in secondo piano da un risultato elettorale? In concreto, un sindaco, una Giunta, avendo la maggioranza possono deliberare in contrasto con le garanzie costituzionali? 

Perché questo è il punto. Ciò che preoccupa è questa semplificazione per cui chi vince è sostanzialmente sciolto dal rispetto delle leggi. Esiste un precedente, lo ricordate? C’era un tale... mi pare fosse addirittura Presidente del Consiglio che, a fronte di comportamenti davvero poco onorevoli, veniva difeso con il fondamentale argomento che aveva vinto le elezioni.
Insomma, atteggiamenti piuttosto distanti dalla visione di un uomo pubblico che dovrebbe essere servitore dello Stato e operare nel rispetto delle sue leggi fondamentali.
Ma siamo sicuri che questa tendenza, che magari a molti parrà segno di efficienza e di risposta adeguata alle istanze dei cittadini, non sia pericolosa e ci esponga tutti, di volta in volta, a possibili arbitrii dei vincitori elettorali?

Ma per fortuna ora è intervenuta la sentenza del TAR.

Ma l’uomo del mojito non ne è convinto ed è pronto a sbandierare un altro vessillo: se guerra deve essere, perché non fare una guerra santa? 

Ha dichiarato: “A Pisa risiedono tanti simboli della cristianità occidentale e abbiamo il dovere storico di preservare la storia, il paesaggio, la cultura, la bellezza e la sicurezza della nostra comunità".

Eccolo indossare un’altra armatura e vestire (già ha dato prova di cambiare spesso d’abito al pari di Fregoli) i panni del difensore della cristianità. Tutta? Beh no, qui uno scrupolo gli viene e allora riduce il campo: difensore della cristianità occidentale!

Bel colpo. Anche qui, chi gli spiega che la Chiesa cattolica, giusto per fare un esempio, è Cattolica appunto perché... avrebbe un “bacino d’utenza” universale?

Sottigliezze.
Cari amici, siamo in questa situazione e non solo da queste parti. Basti pensare a quel simpaticone di miliardario che risponde al nome di Trump che è addirittura Presidente degli Stati Uniti e che, al posto di pronunciarsi contro i rigurgiti razzisti e gli abusi della polizia, non trova di meglio che recarsi davanti ad una chiesa ostendendo una Bibbia... a tutto beneficio dei giornalisti e delle telecamere? Saprà di cosa tratta quel libro?

Che dire? Non c’è più religione. O meglio, nel disorientamento generale, quella che viene esibita è altra cosa da una religione alimentata dalla fede nel Risorto. Perché questa religione non può accettare che per difendere la propria libertà religiosa si voglia negare o reprimere la libertà religiosa altrui.
Allora si potrebbe fare una proposta: non sarebbe meglio che il giovane padano, visto l’incerto avvicinarsi della stagione estiva con immancabile, scontato, aumento di sciami di mosche, si interessasse delle mosche, appunto, e non delle moschee? Ne seguisse e contrastasse i flussi migratori, ne approfondisse la purezza della razza - se così si potesse dire - e lasciasse perdere le moschee che per lui, sinceramente, sembrano davvero un problema troppo grande.

di Ernesto Preziosi