Riappropriamoci del significato profondo dell’essere donna

«“La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, non dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale…un po’ più in basso del braccio per essere protetta, e dal lato del cuore per essere amata”: dobbiamo ripartire da questo famoso passo del testo sacro Talmud affinché la società si riappropri del significato più profondo dell’essere donna». Così Debora Ciliento, consigliera regionale, che interviene sulla giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra oggi, mercoledì 25 novembre.
«Nella giornata odierna abbiamo il dovere morale di fare silenzio e pensare a tutte quelle donne che, nel corso degli anni, non sono state protette dalla società e dalle Istituzioni. Sole nel loro dolore e nella loro sofferenza, sono tanti i nomi e i cognomi di ragazze violentate, donne sfregiate e vittime di violenze fisiche e psicologiche, anche tra le mura domestiche – continua la consigliera regionale -. Come Istituzioni, dobbiamo farci carico di difendere, con gli strumenti che abbiamo a disposizione, le donne vittime di soprusi per dare loro speranze concrete per una nuova vita. Dobbiamo far sentire loro che non sono sole».
Secondo i dati Istat, le telefonate al numero anti violenza e anti stalking, 1522, sono aumentate durante i mesi del lockdown: «Questi dati devono far riflettere tutti – sostiene Debora Ciliento – perché vuol dire che la violenza non rimane più soltanto subita, ma le donne trovano il coraggio di denunciare. Emerge, quindi, una maggiore fiducia verso le Istituzioni e verso i centri anti violenza e le case rifugio, vere ancore di salvezza per tante donne. A tal proposito, la Regione Puglia nel corso del 2020 ha erogato ai Comuni 900.000 euro per la continuità dei programmi antiviolenza, mentre ad inizio 2021 1,8 mln di euro su risorse regionali saranno destinati ai nuovi programmi».
«Il problema della violenza sulle donne è un problema atavico, frutto di una cultura patriarcale e fortemente improntata sul ruolo predominante dell’uomo – conclude Debora Ciliento -. Rimodellare il linguaggio intorno alla violenza, rimettere al centro delle politiche economiche e sociali le capacità della donna e creare una solida rete tra Istituzioni e società rappresentano i primi passi importanti per affiancare la donna nel suo processo continuo di emancipazione. Quella sub-cultura a cui molti ancora fanno riferimento può essere debellata solo con una maggiore responsabilità da parte di tutti gli attori sociali».