Oltre il Pil: misuriamo il benessere

Mercoledì, 26 Luglio, 2017

In un saggio di 54 pagine le coordinate e le sfide del Bes

È stato pubblicato un saggio dal titolo “Il benessere equo sostenibile: tra misurazione nazionale e valutazione locale”, nel quale, in 54 pagine corredate di tabelle esplicative, si fa il punto sulla necessità di integrare l’indicatore del Prodotto interno lordo (Pil) con il più ampio e completo cruscotto del Benessere equo sostenibile (Bes).

Nel saggio, nato come tesi di laurea magistrale in Scienze politiche all’ateneo di Urbino, si chiariscono le coordinate storiche del Pil, se ne elencano i limiti e si delinea la storia recente che, prima nel dibattito internazionale e poi nello scenario italiano, ha visto nascere la misura aggregata del Bes. Non un indicatore sintetico (cioé unico, singolo) ma una piattaforma di 134 indicatori raggruppati in 12 domini (macrocategorie tematiche) con l’obiettivo di fotografare non solo la crescita o la decrescita economica, ma anche le rilevanze che l’economia ha su argomenti non prezzabili, come l’ambiente, la cultura, l’istruzione, i diritti e le relazioni umane.

Scorrendo il saggio si leggono le parole di Enrico Giovannini, padre del Bes sin dai tempi dell’esperienza all’Ocse e poi all’Istat, si spiega il progetto parlamentare a firma Boccia-Marcon che dal 2017 ha introdotto alcuni indicatori del Bes come parametri di riferimento per il Documento di economia e finanza (Def) e per la legge di bilancio, e si analizzano alcune esperienze locali di misurazione del benessere, come Prato e Fano, quest’ultimo primo Comune non capoluogo a misurare il Bes. Di particolare interesse l’esperienza della comunità pratese, nella quale la giunta del sindaco Matteo Biffoni utilizza una declinazione territoriale del Bes per compiere, misurare e valutare le scelte amministrative, di anno in anno.

In conclusione viene dato spazio ad un’analisi, non ottimistica, dell’utilizzo spesso strumentale che la politica fa della statistica (“la statistica serve alla politica, ma la politica non si serve della statistica”, si legge) e viene posto l’accento sulla nuova sfida che interessa il presente e soprattutto il futuro: l’Agenda 2030 con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, votata dall’Onu nel settembre 2015 e oggetto, proprio in questi caldi giorni estivi, della presentazione della Strategia italiana all’High Level Political Forum, al Palazzo di vetro di New York.

Nell’Agenda 2030 viene vista la possibilità di arricchire l’elemento della misurazione statistica del benessere con un contributo pedagogico offerto dai 17 obiettivi (l’acronimo inglese li chiama SDGs, sustainable development goals), che in Italia sono oggetto di vari progetti grazie al contributo dell’Asvis, l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile di cui Giovannini è portavoce.

Appuntamento all’autunno 2017, quando l’Asvis (entro i primi di ottobre) presenterà il secondo rapporto annuale sull’attuazione dell’Agenda 2030, seguito dal quinto Rapporto Bes che l’Istat dovrebbe preparare entro dicembre. Contenuti, e soprattutto numeri, che andranno ad arricchire il dibattito pre-elettorale, magari indirizzando alcuni temi dei principali partiti.

Pierpaolo Bellucci, autore de “Il benessere equo sostenibile: tra misurazione nazionale e valutazione locale”, ed. Youcanprint, giugno 2017, pp. 54, € 10 (cartaceo) € 4,99 (e-book).

Sitografia

www.istat.it/it/benessere-e-sostenibilità

www.minambiente.it  

www.asvis.it

Per acquistare e/o recensire il saggio: https://www.youcanprint.it/fiction/matematica-probabilit-e-statistica-generale/il-benessere-equo-sostenibile-tra-misurazione-nazionale-e-valutazione-locale-9788892671300.html