Nuovi compiti per l’umanità

Venerdì, 16 Ottobre, 2020

L’enciclica “ Fratelli tutti”  di Papa Francesco a un primo approccio appare  molto lunga e complessa e non credo la si possa affrontare con criteri cronachisti come hanno fatto in molti. Per poter penetrare nella profondità del pensiero e dei suoi significati onde trarne spunti e indicazioni per la prassi , serve leggerla con attenzione e farne una corretta interpretazione. Questi miei appunti vogliono esprimere solo le sensazioni che ha suscitato in me una lettura frettolosa e predispormi a una più pacata e riflessiva.

La prima critica che è stata avanzata è stata quella di considerarla un testo utopico. Personalmente non aderisco a questa osservazione anche perché sono convinto che il mondo e la vita degli uomini abbia bisogno di utopie personali e sociali. Vi è la necessità di riabilitare il concetto di utopia che , secondo il mio modesto parere , si sposa con la virtù della speranza e con la prassi della carità . Virtù e prassi  che sono stati chiusi in recinti peggiorativi e fortemente banalizzati.  

Vivo questi giorni, attraversati dalla pandemia e dall’affacciarsi sull’uscio di casa della morte, con preoccupazione e non solo per il timore che il contagio si diffonda e che accentui le difficoltà economiche e le conseguenti tensioni social, ma perché mi sembra di avvertire che stiamo affrontando questa rilevanza epocale in un mondo privo di senso e di fini condivisi. Per uscire da questa situazione non bastano i discorsi di buon senso come quelli sulla necessità della crescita, bisogna generare, nel contempo, un nuovo pensiero che cerchi di liberarci dall’oppressione del contingente e sia in grado di attivare, secondo le possibilità di ognuno, un  vivere sociale e personale verso qualche cosa di meglio da costruire, giorno dopo giorno, ma per fare questo c’è bisogno di sognare ad occhi aperti, ovvero dentro una  coinvolgente struttura immaginaria.  

Abbiamo giustamente abbandonato e messo nel ripostiglio della storia, le ideologie palingenetiche che hanno segnato il Novecento e buona parte della nostra giovinezza , ma non siamo riusciti a mantenere in modo rigenerato i desideri suscitati e vissuti. Così invece del “sol dell’avvenire” abbiamo visto il sorgere di una sorta di nichilismo pratico, che alimenta o per lo meno non contrasta le discriminazioni, i razzismi, l’omofobia e disuguaglianze.

 Credo che oggi ci sia un urgente necessità di una visione mobilitante sui  compiti nuovi che attendono l’umanità, questo è il cammino che ci viene indicato dall’Enciclica. L’unico timore  è quello di non essere personalmente pronto a percorrere questo sentiero.

L'enciclica è anche campanello d'allarme sulle questioni sociali, ambientali e economiche. Un giornalista l’ha definita  una pietra miliare. Insomma, un giorno dopo la pubblicazione dell'enciclica "Fratelli tutti" si leggono molte cose positive . Quasi dimenticata è la critica al titolo non conforme al genere , che sembra aver dimenticato le "sorelle" a causa di una citazione letterale di San Francesco che ’indirizza verso la fraternità globale, che poi è il tema che regge tutto il testo. L'enciclica non si occupa del dibattito di genere anche se non lo ignora, ma  è dedicata agli ultimi sviluppi sociali, le cui dinamiche negative, accentuate  dalla pandemia Covid, vengono valutate, analizzate e criticate da una prospettiva globale

A fronte a questo testo non possiamo perderci nei dettagli, la realtà che stiamo vivendo presenta una tale complessità e una molteplicità di questioni che esige una valutazione complessiva delle condizioni per riuscire ad alimentare  le speranze generare un nuovo impulso alla sperimentazione e di pratiche di cambiamento sociale e liberare il nostro essere cristiani da ogni sclerosi. .

L'enciclica del papa, la terza del suo pontificato, è stata firmata sabato ad Assisi, nella cripta della basilica dove giace il corpo  di S. Francesco e pubblicata domenica 4 ottobre 2020. In questo testo molto forte  che segue il suo documento sull'ecologia Laudato Si ( altro titolo francescano) pubblicato nel 2015, il Papa torna ai suoi fondamenti: la difesa dei più poveri e dei migranti, le aspre critiche al neoliberismo, le preoccupazioni legate all'ambiente.

"False certezze"

Per il Papa, c'è bisogno che si  cambi  il nostro stile di vita . E tutti devono essere coinvolti. Anche i più poveri hanno cose da offrirci . L'approccio di Papa Francesco è molto chiaro ed è ancora una volta come nelle encicliche precedenti , valorizza il tema dell' emancipazione dei diseredati, infrangendo l'immagine della filantropia compassionevole. Ancora una volta aguzza l'attenzione e la condivisione  per chi soffre nella società e si batte  per i diritti delle donne nel mondo.

In diversi punti  dell'enciclica affronta molto chiaramente le disuguaglianze tra i due sessi. Sottolinea giustamente che le donne hanno esattamente la stessa dignità e gli stessi diritti degli uomini. Diventa ancora più chiaro quando scrive che è inaccettabile che una persona abbia meno diritti perché è una donna. Spero solo che enunciazioni del genere trovino nella stessa Chiesa un esempio.

Per il Papa la pandemia ha messo a nudo "le nostre false certezze".  Attraverso la sua enciclica, scritta in modo semplice e spesso con tono personale, vuole rivolgersi a “tutti gli uomini di buona volontà” e non solo ai cattolici. Critica l'ascesa del nazionalismo e dell'individualismo e preoccupato per la perdita del senso della storia. Denuncia come i conflitti locali e il disinteresse per il bene comune sono strumentalizzati dall'economia globale per imporre un modello culturale unico.  È preoccupato che la politica sia  condizionata fortemente dalle  potenze economiche transnazionali che applicano il divide et impera. Si chiede cosa significano oggi termini come democrazia, libertà, giustizia, unità? Sono stati denaturati e deformati per essere usati come strumenti di dominio . Sul piano geopolitico, ritiene che stiamo vivendo una "terza guerra mondiale"  "a pezzi".

 Nell’ enciclica, forte emerge il richiamo alla Pace e il riferimento a figure della non violenza come Gandhi o l'arcivescovo anglicano sudafricano Desmond Tutu.

E’ su questi temi che come cristiani siamo chiamati a impegnarci e a proiettarci verso il futuro e non a ripiegarci sul nostro impegno passato pensando che sia possibile riproporlo.

La pena di morte "inammissibile"

Con “ Fratelli tutti”, il Papa pone dei limiti a quella che il pensiero cattolico ha definito la teologia della guerra giusta: non possiamo più pensare alla guerra come una soluzione, perché probabilmente i rischi saranno sempre maggiore dell'ipotetica utilità ad essa attribuita.  In diverse occasioni, il Papa ha invocato il disarmo nucleare globale, ha messo in dubbio la corsa agli armamenti e il commercio di armi. Papa Francesco  è anche chiaramente impegnato contro la pena di morte, ai suoi occhi, "inaccettabile" e ne chiede l'abolizione in tutto il mondo.

Dalla  sua enciclica emerge una critica anche verso quei cattolici che, sulla questione dei migranti fanno prevalere le loro preferenze politiche su quelle che dovrebbero essere le convinzioni che scaturiscono dalla fede e dal riferimento costante della dottrina sociale  che ha sempre proclamato : la dignità inalienabile di ogni persona.

Papa Francesco ancora una volta pronuncia parole critiche  nei confronti cupidigia del capitalismo finanziario. Questa  enciclica invoca una nuova fraternità globale e delinea quello che potrebbe essere il mondo dopo il Covid-19, evidenziando la necessità di un  dialogo tra le religioni e l'attenzione ai più poveri. 

Non mancheranno prese di distanza , soprattutto da coloro che ritengono che questo sia il migliore dei mondi e lo accuseranno di essere di sinistra, già dall’inizio del suo pontificato ci sono state accuse di questa natura , mentre si tratta solo di una declinazione dei principi evangelici.