Newsletter n.1 - Gennaio 2018

Lun, 01/01/2018 - 18:21 -- nazionale

Cari amici, 

                  con la fine del 2017 si è chiusa la XVII legislatura e ci si avvia verso le elezioni politiche che si terranno il prossimo 4 marzo. Un momento importante per le riflessioni che siamo andati facendo in questi anni e, per noi, una occasione per un impegno rinnovato.  Anche se infatti l'espressione è logora e rischia di essere ripetuta ad ogni scadenza elettorale, vorrei dire che le prossime elezioni politiche assumono una importanza davvero particolare. Così questo diviene un tempo di BILANCIO e un tempo per guardare al FUTURO.

 

TEMPO DI BILANCIO 

Il bilancio di una legislatura iniziata già carica di difficoltà (si pensi alla elezione del Presidente della Repubblica) non può essere del tutto negativo.

«È stata una legislatura travagliata - ha detto Gentiloni - ma alla fine fruttuosa, l’Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del Dopoguerra. Non abbiamo tirato a campare, non abbiamo preso poche decisioni».   In un quadro di grande instabilità politica abbiamo imboccato sul piano economico la strada della ripresa, accompagnando la crescita nel rispetto delle regole fiscali della Ue. Di strada ne rimane ma almeno non siamo più il fanalino di coda europeo. Siamo ancora sotto la media di crescita della Ue, ma il nostro gap rispetto alla media si è accorciato, quasi dimezzato.  Gentiloni non nasconde che i risultati sono ancora insufficienti, e che comunque tanti non li percepiscono come una ripresa capace di avere effetti concreti nella loro vita, così come non ignora «il dramma del lavoro, con una quota di occupati che è ancora troppo bassa, soprattutto al Sud».

Ritengo non vada ignorato o banalizzato questo tentativo di offrire una lettura moderatamente positiva della situazione, così come credo sia apprezzabile che il presidente del consiglio abbia voluto ascrivere i risultati raggiunti ai tre governi che si sono alternati nella legislatura: Letta, Renzi, e il suo. Un segnale che va nella direzione giusta, quella di non contrapporre le persone. Non è poca cosa.  Ed è caratteristica che certo ha fatto apprezzare il presidente del consiglio presso una opinione pubblica più vasta di quella costituita dai soli votanti per i partiti di governo.

Si possono così considerare rapidamente le riforme fatte in una legislatura quantomai produttiva dal punto di vista dei provvedimenti approvati.  Le riforme più importanti, accanto a quelle di tipo istituzionale poi fermate dal referendum, hanno riguardato il mondo del lavoro con il Jobs Act e Industria 4.0; il mondo delle tasse con 80 euro, Irap costo del lavoro, Imu prima casa; il mondo dei diritti, dalle unioni civili al terzo settore, dal “dopo di noi” al “fine vita”. Riforme importanti su cui, da parlamentare, lamento se mai il fatto che si sia andati un po' di corsa, comprimendo così il tempo della elaborazione e della integrazione che, in più di un caso, avrebbe evitato di commettere errori ed avrebbe consentito di introdurre elementi correttivi tali da allargare la condivisione dei provvedimenti, quantomeno nel Paese. Mi sono detto più volte: "visto che si fa, ...perché non fare bene?". Ma questo attiene a scelte politiche e ad una riforma urgente della prassi legislativa e quindi alla modifica dei regolamenti di Camera e Senato, pur sapendo che poi tutto è legato alla volontà di chi guida.

La strada è ancora lunga e tutta in salita, ma anche per questo servirebbe stabilità. Occorre infatti mettere mano all'abbattimento del debito pubblico che, con il peso dei suoi interessi, è una ipoteca insostenibile per lo sviluppo economico, così come è necessaria una più efficace lotta all'evasione e verso le troppe illegalità: corruzione, sprechi e inefficienze, mafie, ecc.  Su tutto, lo ha ribadito anche il presidente Mattarella, sta l'emergenza lavoro. Un nodo delicatissimo.

Anche per questo insieme alla stabilità che la politica deve saper trovare, sarebbe corretto non ammorbare la campagna elettorale di promesse illusorie, capaci sì di raccogliere consensi ma allo stesso tempo incapaci di raggiungere risultati, moltiplicando in definitiva la delusione e la rabbia. Accanto alle riforme strutturali la nostra politica necessita di un evidente riforma nei comportamenti dei politici che non possono giocare a chi le spara più grosse, giocando così con problemi dolorosissimi delle persone. Ma anche per questo servono le elezioni e un elettorato avvertito deve saper distinguere l'aderenza alla realtà delle proposte avanzate in campagna elettorale. Così come serve allungare lo sguardo verso il futuro che costituisce l'orizzonte quindi, per dirla con Mattarella "il vero oggetto dell'imminente confronto elettorale".

 

LA POLITICA CHIAMATA A DARE RISPOSTE

La transizione che stiamo vivendo non riguarda solo la politica ma come molti richiamano (segnatamente il sociologo Mauro Magatti nell'incontro promosso dalla nostra associazione il 16 dicembre scorso a Milano), si tratta di un cambiamento più vasto, siamo dentro una difficile transizione capitalistica e ci troviamo di fronte alla fine del post capitalismo e delle grandi questioni che aspettano una parola dalla politica.

Il post liberismo è finito e la destra e il capitalismo si stanno muovendo per riorganizzare una identità e una influenza politica. Raccogliendo consenso. Solo che lo fanno con scelte che non possiamo condividere.

Ed è proprio in questo tempo che dobbiamo concorrere a trovare un nuovo spazio politico. Il LEGAME SOCIALE è il tema centrale riconoscibile nella crisi che segna nello stesso tempo vari aspetti della società nella sua articolazione: dalle famiglie, al mondo del lavoro, dalla scuola, alla politica, ai partiti.

La crisi che investe il legame sociale può venire fuori in modo regressivo, ad esempio come domanda di protezione: e questa se non è ascoltata e ben interpretata finisce per alimentare una protesta antipolitica da parte di coloro - e sono davvero tanti - che, non vedendo prospettive per il futuro, sentono di avere il sacrosanto diritto di protestare. 

"I cambiamenti -  ha notato nel discorso di fine anno il Presidente della Repubblica - vanno governati per evitare che possano produrre ingiustizie e creare nuove marginalità". Aggiungendo che la missione della politica nella sua essenza, consiste "nella capacità di misurarsi con queste novità, guidando i processi di mutamento. Per rendere più giusta e sostenibile la nuova stagione che si apre". È un invito che sentiamo di poter accogliere anche alla luce del cammino fatto in questi anni, così come aderiamo con convinzione al richiamo alla nostra Costituzione, strumento utile per riuscire in questo lavoro perché "ci indica la responsabilità nei confronti della Repubblica e ci sollecita a riconoscerci comunità di vita". 

Sta alla politica dare risposte, leggere questa situazione e tracciare un progetto di ampio respiro, che disegni uno scenario per il futuro, ma anche capace di dare risposte oggi, di indicare strade percorribili e non di promettere benefici insostenibili.

La crisi, la lunga transizione investono la politica chiamata a dare risposte. Ci possiamo chiedere: la cosiddetta sinistra è in grado di dire qualcosa, di immaginare forme nuove, solidali, possibili, di legame sociale? Quali realtà culturali possono avere oggi qualcosa da dire per costruire una proposta politica di centro sinistra? Una proposta plurale, ma non onnicomprensiva e in definitiva debole e contraddittoria, una proposta dove l'ispirazione cristiana, il pensiero sociale che alimenta e le sue concrete proposte, abbiano pieno diritto di cittadinanza. 

Perché è qui che si gioca la possibilità di trovare consensi e di marcare correttamente, in una dialettica responsabile e democratica, le differenze tra le proposte di quelle parti che - con sempre più difficoltà - chiamiamo destra e sinistra. 

 

VERSO LE ELEZIONI

In questi giorni si sta interpretando quanto disposto dalla nuova legge elettorale (Legge 3 novembre 2017 n.165); anche in questo caso non mancano le fatiche, dovute anche alla fretta con cui il testo è stato redatto, ma d'altra parte non si poteva andare al voto con le regole frutto degli interventi della Corte. Le combinazioni esclusivamente mirate ai risultati alle urne sono forse comprensibili per il “personale politico” ma risultano sfuggenti per la gran parte degli elettori, e questo rischia di far lievitare ulteriormente le astensioni persino dall’interesse all’informazione, base essenziale anche per la cittadinanza responsabile.

Pur avvertendo questi rischi LA NOSTRA ASSOCIAZIONE SCEGLIE DI SOSTENERE le liste che si pongono come alternative al Movimento 5 Stelle e alle aggregazioni di centrodestra.

Confidiamo anche che vi siano sempre spazi di convergenza, soprattutto sui programmi, tra quanti pensano al futuro dell’Europa puntando sul rinnovamento delle prassi e delle buone legislazioni ispirate dai valori costituzionali.  

Nel 2018 festeggiamo il 70° compleanno della nostra Costituzione, scritta anche sulla base dei valori del cattolicesimo e del socialismo: ci sembra un cantiere anche per il futuro della qualità della nostra democrazia.

Su questa base chiediamo al Partito Democratico di facilitare il suo essere soggetto “plurale” e “accogliente”: vi sono risorse che possono essere valorizzate, anche puntando non solo alla riconferma di quanti hanno bene operato in questa legislatura, ma anche al ricambio generazionale e all’ingresso nelle aule parlamentari di quanti operano con forte responsabilità civica nelle amministrazioni territoriali.

Su questa base vorremmo mettere a disposizione idee e punti programmatici insieme a persone disposte a candidarsi a sostegno di un progetto politico. Sarà questo l'impegno delle prossime settimane.

 

PROGETTO ELEZIONI POLITICHE 2018

In vista della prossima scadenza elettorale prendiamo l'iniziativa e promuoviamo un evento denominato:  

"INSIEME È POLITICA"

Ovvero ...l’importanza di una "mobilitazione civica”. Ci stiamo lavorando e l’annunciamo fin d'ora perché in tanti si possa contribuire a pensarlo e realizzarlo.

Abbiamo preso spunto da una frase di don Milani che ci pare aiuti a comprendere il richiamo necessario all'impegno personale di ciascuno di noi: 

"Sortirne tutti insieme è politica. Ho insegnato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l'avarizia”. (Lettera a una professoressa).

L’associazione Argomenti2000, dopo le iniziative denominate "Non lasciamoci rubare la speranza", in vista delle prossime elezioni politiche mette a punto un progetto finalizzato a coinvolgere sui territori reti amicali e associative intorno ad alcuni contenuti:

- il MANIFESTO di Argomenti2000 2018, ormai pronto e da far firmare sui territori a cittadini e personalità di rilievo e da diffondere attraverso i media 

- le cinque schede su: "ARGOMENTI PER L'OGGI E IL DOMANI DELLA POLITICA":

• Locale e globale: l'Europa e non solo; 

• Sviluppo per una crescita solidale;

• Una società più equa; 

• Riformare le istituzioni, promuovere il territorio; 

• Per una ecologia integrale.

 

Su queste schede (già pronte e pubblicate sul sito nello spazio "Insieme è politica") possiamo aprire il confronto con quanti si candidano e per sensibilizzare le persone e invitarle a partecipare al voto. Una iniziativa di sensibilizzazione quindi e insieme un modo per mettere a fuoco dei contenuti che per noi è indispensabile siano presenti nell'offerta politica dei partiti. 

L’iniziativa INSIEME È POLITICA va proposta in più luoghi con alcuni elementi anche di comunicazione comuni in modo da farla identificare come un Format.

Stiamo mettendo a punto le modalità organizzative dell'iniziativa e le comunicheremo quanto prima.

Non chiudiamoci nell'avarizia, del "tanto sono tutti uguali ", del "mi hanno deluso tutti", o del "ci penseranno altri", siamo generosi. Solo così potremo esercitare in modo costruttivo la nostra responsabilità.  Lo ripeto spesso: solo chi è generoso è generativo e può dare speranza al futuro.

Che sia l’augurio per l'anno che si apre.

Con un caro augurio 

Ernesto Preziosi

 

 

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