Nel cantiere delle innovazioni partecipative

Martedì, 27 Aprile, 2021

L’ innovazione democratica e partecipativa è una dimensione a cui Argomenti2000 guarda sin dalla sua costituzione nel 2004. Infatti, contribuire alla qualità del sistema democratico è un impegno per le cattoliche ed i cattolici democratici che si impegnano nella nostra associazione.

La partecipazione è sempre di più presentata come un vettore del cambiamento futuro, sia nei rapporti sociali, che nelle pubbliche amministrazioni, che nelle città ed in Europa…

Si parla di ascolto permanente dei cittadini, di partecipazione digitale, di dibattito pubblico prima di una grande infrastruttura… Negli ultimi tempi, anche le organizzazioni intermedie, i partiti ed i sindacati hanno iniziato a pensare come riconfigurarsi a partire da un ascolto più attento ai cittadini, lavoratori, gruppi informali…

Per questo motivo, oggi iniziamo una serie di interviste a persone che hanno operato e tutt’ora vivono il cantiere della partecipazione.

Inauguriamo la serie di interviste con la prof.ssa Maria Rosaria Tartarico che ho conosciuto ed apprezzato in Aip2- Associazione Italiana per la partecipazione pubblica. Ha una formazione in architettura con indirizzo urbanistico, alla quale nel tempo ha “aggiunto” approfondimenti per una crescita personale intorno alle pratiche di ascolto e di cura; dal 2015 è docente di ruolo nella scuola media dove insegna Tecnologia, dopo aver lavorato nell'analisi e nella pianificazione territoriale, sia con strumenti più tradizionali sia con approcci fortemente partecipativi. Ha contributo all’opera corale “Coltivare partecipazione”, Edizioni La Meridiana, 2020, a cura di e Susan E. George e Chiara L. Pignaris.

Metterci in ascolto di quanto Maria Rosaria avrà da dirci è esercizio interessante in diversi ambiti della vita: scuola, partiti ed associazioni, società civile…

 

Cara Maria Rosaria, grazie per aver accettato questa intervista. Sei una professoressa presso l’Istituto Comprensivo Margherita Hack di Montemurlo (Prato),  da anni assumi lo stile della partecipazione e dell'ascolto attivo come sua caratteristica peculiare.

Puoi raccontarci di questo tuo stile?

L'ascolto credo sia una delle cose più difficili in assoluto, però, cerco di viverlo come meglio posso: diciamo che è una delle costanti "sfide" personali, che però spesso fallisce...è una specie di "postura" verso di sé e verso l'altro da sé che mi piacerebbe avere costantemente (un po' come le spalle dritte e il cuore aperto), ma non sempre avviene spontaneamente, anzi, spesso richiede proprio un'attenzione, un impegno dedicato. L'ascolto è qualcos'altro rispetto all'ascolto attivo con le sue regole di cui parla Marianella Sclavi. Non sono un'esperta di ascolto e nemmeno di ascolto attivo, però è una questione che mi interroga ogni giorno o quasi.

A scuola il mio stile più peculiare è piuttosto quello dell'allenamento allo sguardo curioso e partecipe, al pensiero critico-costruttivo-sentimentale, al problem-solving collaborativo, al metodo progettuale negli alunni; con i colleghi mi piace molto confrontarmi, praticare una progettazione sinergica, creare insieme e anche passare insiemi momenti di  gaia piacevolezza. Tutti atteggiamenti più semplici da praticare, almeno negli aspetti più  basici, rispetto all'ascolto.

 

Saprai della consultazione del Segretario nazionale del PD Enrico Letta nei confronti della base…. che idea ti sei fatta?

Mi sono allontanata dal PD, sono stanca di queste consultazioni fredde, che poi si rivelano solo di facciata o solo razionali, quindi limitate, o ancor peggio volgarmente manipolatorie; però, Letta mi sembra persona corretta e coerente, credo che la sua sia una motivazione sincera, non so quanto sufficientemente appassionante e trainante.

 

Enrico Letta chiederà a militanti e dirigenti di riflettere sulla forma-partito. Negli anni scorsi, sei stata protagonista di un tentativo di inserire nel PD della tua città nuove forme di partecipazione, proprio a partire da un lavoro di Fabrizio Barca sulla forma partito. Ci puoi raccontare quella esperienza?

Lo stimolo era lo stesso. Interessante. Mi ero avvicinata al maggior circolo di Pistoia con l'idea di capire come funzionasse un circolo di partito (non ne avevo idea), quindi per curiosità, ed anche per la fiducia che davo ad una certa visione politica del PD, ma più come osservatrice che come militante. Grazie alla presenza di un segretario giovane e appassionato (visionario, ma fondamentalmente tenuto a distanza di precauzione dal partito cittadino) e ad alcuni componenti particolarmente stimolanti da un punto di vista culturale, cercavo di capire anche le logiche che attraversavano il gruppo politico di sinistra che da circa 70 anni governava la Città dentro una Provincia ed una Regione tradizionalmente di sinistra. Proposi un grande evento partecipativo che riunisse tutti i circoli cittadini in una riflessione intensiva di circa due giorni condotta attraverso la tecnica della Future Search Conference (particolarmente adatta per l'auto-analisi di un'organizzazione tra passato-presente-futuro), ma fu bocciata dai membri più anziani e da quelli più tradizionalisti, nonostante si fossero individuati un luogo perfetto per l'incontro ed anche i facilitatori necessari per moderare le discussioni ai tavoli di lavoro. Si fecero quindi delle classiche riunioni di approfondimento serale autogestito nei singoli circoli, con produzione di riflessioni rispetto ad un documento fatto circolare dal PD regionale. Seguì un incontro molto stimolante con Fabrizio Barca e un confronto a distanza con un circolo di Biella. Gli incontri invece con i referenti provinciali e regionali furono particolarmente deludenti. Si capì che era un'operazione di facciata, niente di più, e che non avanzava di un passo rispetto alla forma rigidamente gerarchica e stantia del partito.

 

Quali energie ha generato?

Le energie che derivano dal confronto intellettuale unito alla passione civica e a una certa dose di sentimento.

 

Ha avuto un seguito?

Non lo so, non ho più seguito le vicende del PD cittadino dopo che al suo interno sono prevalse logiche fratricide, sleali ancor prima che miopi. La città passò alla destra per la prima volta con le elezioni del 2017. A livello nazionale conosciamo tutti le vicende di questi ultimi anni.

 

Che lezioni hai appreso?

Limitatamente al PD locale: conservatorismo, machismo, DNA feudale, voglia di potere per il potere che fagocita tutto il resto. Per me è un'esperienza chiusa. Mi resta il bellissimo ricordo di lunghe conversazioni fino a tardi con persone culturalmente ricche e socialmente impegnate per davvero.

 

Argomenti2000 è un’ associazione di amicizia politica che fa incontrare amiche ed amici per migliorare la qualità della democrazia repubblicana. Molti di noi proveniamo da associazioni che hanno un trascorso di partecipazione interna assai intenso, come l'Azione Cattolica Italiana o le ACLI. Che ne pensi della qualità della partecipazione nei cosiddetti corpi intermedi?

 

Non sono in grado di esprimere un giudizio sulla qualità di associazioni nelle quali non ho fatto esperienza diretta. Però ho fatto (e faccio) parte di associazioni e credo che sia importante e formativo sperimentare nel percorso di vita esperienze associative: per mettersi alla prova nel confronto tra pari, per impegnarsi in merito a valori/obiettivi che ci suscitano passione civica e culturale, per convogliare energie personali verso progetti collettivi. Credo anche che abbiamo bisogno di bilanciare con periodi di vita di maggiore "introversione", di lavoro su se stessi che chiede una certa solitudine e silenzio. Sono aspetti che possono coesistere o anche alternarsi nel tempo. L'organizzazione interna delle associazioni è comunque sempre faticosamente partecipativa: la tentazione autoreferenziale è molto diffusa, così come la tendenza a creare sottogruppi catalizzatori di potere.

 

Argomenti2000 Senigallia è stato promotore della legge marchigiana n. 31 del 2020 sulla innovazione partecipativa. Hai avuto modo di studiare questa legge? Più in generale cosa pensi delle leggi regionali a sostegno della partecipazione, come in Toscana, E-Romagna, Puglia?

Senza finanziamenti regionali appositi molti percorsi di partecipazione non potrebbero realizzarsi, quindi da questo punto di vista sono favorevole. Anche certe figure professionali non sarebbero emerse con maggiore visibilità senza l'aiuto di queste leggi regionali. Diciamo che mi sembrano interessanti ed utili per finanziare soprattutto le sperimentazioni, meno per le procedure partecipative più consolidate o addirittura rese  obbligatorie per legge.

 

In tre parole, cosa potrebbe fare il Parlamento per migliorare la qualità della partecipazione nel nostro Paese?

Far propria la cultura della cura: di sé, dell'altro, del mondo. Gli ambiti a cui sono più legata per formazione e professione riguardano la cura del territorio e della scuola, per cui inviterei il Parlamento ad occuparsene ripensandone gli stessi paradigmi, per potersi prendere cura per davvero delle fragilità che i territori manifestano. La partecipazione nasce da dentro, non solo dal basso: è una questione culturale che si genera e radica solo se ci si cresce dentro.  Coltivare un'attitudine alla cura è già partecipazione.

 

Papa Francesco ha chiesto ai vescovi ed al popolo di Dio di indire un Sinodo nazionale, un percorso attivo di ascolto della base, dei fedeli, delle parrocchie, delle periferie. Ne hai mai sentito parlare? Secondo te, la Chiesa può vivere dei momenti partecipativi al proprio interno? Se si, come?

Tutte le organizzazioni possono vivere momenti partecipativi al proprio interno, quindi anche la Chiesa: ciò che fa la differenza è la disponibilità a rimettersi in gioco per davvero. Se manca questa apertura (non facile, non scontata, ma essenziale) la partecipazione non serve. Se non credi che uscirai diverso e trasformato dalla partecipazione, se non assecondi in qualche modo il processo di cambiamento personale qualsiasi sia il tuo ruolo, allora hai partecipato ad un rito vuoto di significato e di possibilità realmente generative. Rispetto alla proposta di Papa Francesco non so dire di preciso, non la conosco: vedo questo Papa come un individuo straordinariamente illuminato e profondamente umano, ma lo percepisco solo nella Chiesa, isolato.

 

…Grazie, Maria Rosaria, per queste tue risposte chiare, critiche, prospettiche…
Nelle prossime settimane, seguiranno altre interviste per accompagnare la trasformazione del Paese in un’ottica di innovazione partecipativa e democratica…