ll Congresso del PD Marche sarà l'ennesima guerra tra “tribù”?

Lunedì, 14 Giugno, 2021

Ci sono molti indizi che portano a credere che il prossimo Congresso del PD delle Marche sarà l'ennesimo scontro tra "tribù". Uno scontro di potere tra classi dirigenti, senza alcun impatto sulla qualità della proposta politica complessiva. Ad un occhio esterno, sembra quasi che le diverse correnti che animano la vita del partito, al momento, siano rimaste al livello di “tribù”, cioè a livello di gruppi compatti che guardano più alla propria sopravvivenza che a quella del partito…

Un primo indizio è la paura dello stesso momento congressuale. Probabilmente, il Congresso avverrà un anno dopo le dimissioni del Segretario PD Marche. Veramente troppo tempo. La pandemia non è una scusa: tanti PD regionali (v. Umbria) ma anche tante organizzazioni quali ACLI, ACI, MSAC, Meic hanno svolto i loro congressi via internet, regolarmente.

Il secondo indizio è la completa assenza di una sfera pubblica di incontro e dialogo e confronto tra iscritti e simpatizzanti, tra militanti e dirigenti. Manca totalmente quella che il filosofo  europeo J. Habermas chiama "sfera argomentativa". Questa dimensione non è presente ? Poco male, puà essere impostata. Ci vuole volontà, tempo, fatica. Ma si può fare.

Il terzo indizio è l'accenno che il Segretario Giovanni Gostoli fa - nella sua relazione alla Assemblea PD regionale del 5 giugno - alla presenza di diverse incomprensioni  tra personalità: incomprensioni che secondo me sono scontri tra "tribù". Nella relazione sono presenti cenni alle tensioni nel PD a Pesaro ed a Macerata, le quali sono stati ricomposte dalla Segreteria uscente. Sono presenti cenni anche ad incomprensioni comunque ancora in atto.

Il quarto indizio è legato al precedente: il PD dovrebbe essere un partito unitario e plurale, insieme. Gli iscritti ed i simpatizzanti non conoscono la composizione delle correnti che agiscono nel PD…se ciò avviene,  avviene grazie agli articoli del Corriere adriatico o del Resto del Carlino in cui tale dirigente attacca il suo simile. 

Il quinto indizio è legato alla irriflessa corsa alle primarie ed alle parlamentarie. Tale modo di “decision making”  è comunque costitutivo della identità del PD. Se parli di democrazia diretta, pensi al M5S. Se pensi alla democrazia dei leader, pensi alla Lega. Se pensi alle primarie, pensi al PD. Quindi, le primarie sono importanti. Ma così svolte saranno l'ennesimo episodio di una guerra tra “tribù”. Dove anche chi vincerà, uscirà sconfitto.

Che fare, per evitare tutto questo?

Ho questa proposta che riprende gli insegnamenti di due filosofi importanti per chi si occupa di scienza della politica e filosofica della politica. Il già citato J. Habermas e T. Hobbes, autore del Leviatano, nel 1651

T. Hobbes provava orrore per le faide tra “tribù” religiose (luterani, cattolici, anglicani, calvinisti..) nell'Europa del 600. Creò il Leviatano, per annullare la virulenza delle tribù religiose, accentrando tutta la politicità nel Sovrano. Vi invito a studiare le lezioni che il docente universitario Carlo Galli ha dedicato al pensatore inglese, disponibili su youtube- Un testo opportuno è quello di Vincenzo Musolino, Eccezione e trascendenzaLa Teologia politica di C. Schmitt, (Disoblio edizioni).

Ecco, il PD Marche dovrebbe assumere la lezione di T.Hobbes e togliere “politicità” alle proprie “tribù”, almeno nella fase precedente alle primarie congressuali.

Tutta la politicità deve essere riassunta dal Partito.

Che vuol dire questo concretamente?

Ecco che arriva utile il riferimento a J. Habermas: rimando agli studi di Antonio Floridia e di Alessandro Ferrara per capire la importanza di questo pensatore, erede della scuola marxiana di Francoforte, fondata da W. Adorno e M.Horkheimer.

 Prima di prendere una decisione, occorre donare tempo al confronto, al dialogo, alla decifrazione di un comune sentire...Come…facendo lo sforzo di ascoltarsi…come? I cattolici e i loro vescovi hanno iniziato a sperimentare il metodo dei tavoli di confronto, prima di decidere su alcuni scenari. Ecco, se lo fanno i cattolici ed i vescovi, lo può benissimo fare anche il PD Marche.

I mesi estivi dovrebbero essere dedicati a questi tavoli alla Habermas sui temi del partito che sogniamo, delle letture che ci stanno cambiando la vita, di cosa ci ha insegnato la pandemia...Nei tavoli di discussione, si potrà discutere anche di che tipo di dirigenti vorremmo avere, rispondendo a queste semplici domande:  " I dirigenti dovrebbe essere scelti per la loro aderenza alla tradizione di partito? Dovrebbero essere scelti per la loro talentuosità? Dovrebbero essere scelti perché provengono da situazioni marginali e di disagio, esempio le zone terremotate o le zone interne di spopolamento oppure dal genere femminile, ancora troppo poco rappresentato ?".

Inoltre, in questi mesi, potremmo raccogliere le migliori pratiche di come si vive un circolo PD: infatti, nonostante si pensi che i circoli marchigiani siano morti o moribondi, ci sono in giro tracce di vita, che andrebbero conosciute...Personalmente, potrei raccontare la cooperazione tra Argomenti2000, Aip2 e PD Marche nella elaborazione e generazione della legge n. 31 del 2020 che nelle Marche ha introdotto i principi della partecipazione innovativa, plurale dal basso (ahimè mancano le linee guida della Giunta ed un congruo finanziamento...). Potrei raccontare della esperienza del blog che il mio Circolo PD di Monte San Vito ha riattivato, proprio per provare a ragionare insieme…

Per fare questo, occorrono dei facilitatori, persone capaci di ascoltare, di essere imparziali, di dare spazio a tutte le voci, soprattutto a quelle più marginali. Qualche mese fa, avevo lanciato la idea di chiedere a Fabrizio Barca di coordinare questa fase unitaria, dialogica in vista delle primarie congressuali. Se Barca non potesse, ci sono altre chances: partecipando ad Argomenti2000, ho scoperto che esistono associazioni specializzate nel far vivere la democrazia all'interno dei partiti!!!

Una di queste è la associazione del prof. Luca Raffini dell’Università di Genova: “Sottosopra- riattivare la democrazia”; oppure pensiamo ai facilitatori di processi inclusivi, come coloro che operano in Aip2, Associazione italiana per la partecipazione pubblica.

“Bello ed impossibile…questo tuo percorso”, alcune amiche mi hanno espresso questo pensiero. Si, non è una proposta facile…eppure…dal 1 luglio, dovrebbero iniziare le “Agorà democratiche” promosse dal PD Nazionale… Perché non dedicare le “ Agorà democratiche” nelle Marche ANCHE a capire come evitare che il prossimo Congresso sia un fallimento?

E’ un contributo che si inserisce nel solco neoberlingueriano e neomoroteo del PD: per me, E. Berlinguer ed A.Moro, insieme, potrebbero aiutare a decifrare meglio il destino del nostro partito nei prossimi anni.

Ecco, se all'inizio ho evidenziato gli indizi di un congresso fallimentare, spero di averVi presentato anche alcune proposte concrete per sfuggire al destino del fallimento e scegliere una alternativa di speranza, sull'esempio di T. Hobbes e J. Habermas.