La passione cattolica

Martedì, 7 Dicembre, 2021

30 anni fa nasceva il Forum Internazionale Azione Cattolica

Il Forum di AC ha trent’anni. Durante il Sinodo dei Vescovi del 1987 su “Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo”, al quale partecipavano i responsabili nazionali di Azione Cattolica di diversi Paesi, nasce l’idea di un Forum internazionale di AC, che nasce nel 1991, con l’incoraggiamento del Card. Eduardo Pironio, che allora guidava il Pontificio Consiglio per i laici.

Il Forum internazionale delle Associazioni e Federazioni di Movimenti di Azione Cattolica è formato dalle associazioni di apostolato laicale costituite in vari Paesi che presentano le quattro note caratteristiche indicate nell’Apostolicam Actuositatem (n. 20) e riprese dalla Esortazione Apostolica Christifideles laici (n. 31)

Oggi i Paesi membri sono 34: 8 in Europa (Albania, Austria, Italia, Malta, Polonia, Romania, Spagna, Svizzera Italiana- Ticino); 16 in Africa (Burundi, Burkina Faso, Camerun, Congo B., Costa d’Avorio, Gabon, Guinea Equatoriale, Kenya (Metropolia Nyeri), Mali, Repubblica Centroafricana, Repubblica Democratica del Congo, Rwanda, Senegal, Sudan, Tanzania, Uganda); 8 in America (Argentina, Colombia, Ecuador, Messico, Paraguay, Perù, Uruguay, Venezuela) e 2 in Asia (Filippine, Myanmar). Altri 35 Paesi sono “osservatori” e coprono i 5 continenti.

 

Per non dimenticarci chi siamo e dove andiamo

Papa Francesco per il trentennio ha scritto un messaggio in cui ha ricordate il card. Pironio che «ha amato l’Azione Cattolica e ha creduto nella sua vocazione laicale missionaria. La Chiesa – ha aggiunto – può testimoniare che l’Azione Cattolica ha aperto nuove prospettive nel campo della responsabilità del laico nell’Evangelizzazione. Molti evangelizzati e formati dall’Azione Cattolica hanno messo verità, profondità e Vangelo in ambiti civili, spesso vietati alla fede. I santi e i beati laici dell’Azione Cattolica sono una ricchezza per la Chiesa. Quelli che sono stati “i santi della porta accanto” di tante comunità».

Gli anni in cui il forum nasce conoscono un rallentamento nel cammino di attuazione conciliare e per l’Ac anni di crisi: «di timore di essere stati superati dalle esigenze dei nuovi tempi. La grande tentazione nei momenti di crisi o difficoltà è rinchiudersi per prendersi cura del poco che si ha, aspettando, nascosti e accarezzando ricordi, l’arrivo di tempi migliori». Il Papa in proposito richiama la parabola dei talenti e quel rischio di rinchiudersi, quella paura che porta a non dare frutto. 

In quella fase l’AC scelse di aprire, in molti casi di riannodare, i suoi legami internazionali. E lo fece andando alla radice stessa del suo carisma. Scrive Francesco: «Per non dimenticarci chi siamo e verso dove andiamo: diventa per noi imprescindibile ricordare ripetutamente — come faceva il popolo di Dio nel deserto con la promessa che Yahweh stesso gli aveva fatto — da dove veniamo, qual è la nostra origine, conoscere il cuore della madre che un giorno ci ha dato alla luce».

 

Il suo fine è quello della Chiesa stessa

E l’Azione Cattolica chiarisce il Papa «ha la sua origine nel seno stesso della Chiesa Cattolica. Non ha nessun fondatore né carisma particolarissimo. Il suo fine è quello della Chiesa stessa: l’evangelizzazione. Non assume come proprio l’uno o l’altro campo di apostolato particolare, ma la finalità della Chiesa: l’annuncio del Vangelo a tutti gli uomini e a tutti gli ambiti. Pertanto il “carisma proprio” è non avere nulla di proprio ma offrire disponibilità a tutti i bisogni della Chiesa in ogni luogo. Come Chiesa sperimentiamo che, con la forza dello Spirito, dobbiamo dare una risposta qui e ora alle grida del mondo. Per ascoltarle dobbiamo uscire, essere Chiesa in uscita». Parole che sintetizzano e ripropongono il magistero sull’AC del Concilio e dei pontificati che sono seguiti, ma allo stesso tempo hanno il timbro caratteristico del magistero di papa Bergoglio. In un mondo dove tutto è diventato globale – scrive – occorre cogliere la sfida di “una missione globale”. Sfida a «scoprire sempre più e in modo sempre più forte da dove passa la vita e la storia dei nostri popoli».

 

La globalizzazione dell’indifferenza la gioia dell’evangelizzare

Qual è per il Papa la priorità? «Sappiamo - scrive - che non c’è povertà più grande di non avere Dio, ossia di vivere senza la fede che dà senso alla vita, senza speranza che ci dia forza per lavorare, senza sentirci amati da qualcuno che non delude. Questo è il luogo e il popolo dove l’Azione Cattolica deve compiere la sua missione».  È il richiamo alla missione stessa per cui l’AC è nata e che oggi trova una ragione d’essere in scenari inediti: 

«Di fronte alla globalizzazione dell’indifferenza - scrive il Papa - sentite che il lavoro di costruire ponti e creare comunione è la chiamata profonda che vi sta facendo Dio. La Chiesa è Comunione per la missione. La Comunione non è un’idea, (…) è l’essenza della vita ecclesiale». L’Azione Cattolica sceglie di realizzarla nella “comunione con la pastorale diocesana e i suoi pastori”.

La strada che Papa Francesco indica al Forum e con esso all’Ac dei vari Paesi, è quella missionaria: «Evangelizzare deve essere la passione di ogni battezzato, di ogni membro dell’AC, vivere in una costante uscita per poter restare fedeli alla nostra identità». Cita in proposito una frase di Paolo VI: «L’Azione Cattolica deve riscoprire la passione per l’annuncio del Vangelo, unica salvezza in un mondo altrimenti disperato».

L’invito all’AC è allora quello «di creare spazi di presenza, di testimonianza, di evangelizzazione missionaria». Servire l’umanità «inserita nella Chiesa di Cristo che si realizza nella nostra diocesi e nella nostra parrocchia, in comunione perfetta con la Chiesa universale». Il rimando è a quanto scritto nella Evangeli gaudium dove aveva citato il Messaggio della XI Assemblea dell’AC, a proposito della necessità di “creare spazi adatti a motivare e risanare” chi opera nella pastorale «luoghi in cui rigenerare la propria fede in Gesù crocifisso e risorto, in cui condividere le proprie domande più profonde e le preoccupazioni del quotidiano, in cui discernere in profondità con criteri evangelici sulla propria esistenza ed esperienza, al fine di orientare al bene e al bello le proprie scelte individuali e sociali» (EG 77).

Francesco ha affidato, alle Associazioni di AC che operano nei vari Paesi del mondo, tre impegni. Lavorare per la fratellanza e l’amicizia sociale, seminare nei cuori il desiderio di santità che parte dalle beatitudini, essere una Chiesa in uscita che sperimenta la gioia dell’evangelizzare. In un precedente incontro del Fiac il Papa aveva chiesto se l’AC non dovesse tradursi in «“Passione Cattolica?”. La passione cattolica, la passione della Chiesa è vivere la dolce e confortante gioia di evangelizzare. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno dall’Azione Cattolica».