La fecondazione eterologa nel nostro ordinamento è legittima! Necessità di una Legge

La Corte Costituzionale, con una sentenza"demolitiva" del 9 aprile 2014, ha dichiarato illegittima la Legge 40 del 2004 nella parte in cui prescriveva il divieto alla fecondazione eterologa.
Nel provvedimento, la Corte ha rilevato che la procreazione medicalmente assistita coinvolga plurime esigenze di rango costituzionale e richieda un bilanciamento tra tali esigenze/diritti. Tra questi assume massimo rilievo il diritto della coppia sterile ad avere figli e il diritto alla salute, inteso in senso ampio e dunque comprensivo anche di quella psichica, che trova il suo limite nel non ledere altri diritti di pari rango.
La Corte ha inoltre riconosciuto l'autonomia e la responsabilità del medico.
In questo bilanciamento di diritti, la Consulta ha riconosciuto i diritti del nato e al contempo ha rimesso al Legislatore la necessità di tale tutela, non ravvisando pericoli per i donatori.
Quanto sopra, in estrema sintesi, la pronuncia della Corte Costituzionale.
In merito a tale pronuncia, si rendono necessari alcune riflessione di ordine etico e giuridico.
Esiste certamente un diritto alla salute a favore delle coppie che non possono avere figli, un diritto che deve necessariamente sfociare nel vedersi riconosciute le cure gratuitamente.
Deve darsi atto che giusto appare il richiamo alla libertà e responsabilità dei sanitari, ma è doveroso richiamare i principi etici e deontologici cui devono attenersi i quali devono trovare adeguata regolamentazione normativa.
Mentre, non sembra dalla Corte sufficientemente evidenziato il tema della tutela dei diritti del nato da una fecondazione eterologa; così come avrebbe meritato un maggiore approfondimento il tema dei diritti e degli obblighi dei donatori.
L'intervento della Consulta, di fatto, rende legittima in questo momento la fecondazione eterologa, seppur non regolata da nessuna Legge o atto normativo statale.
Con riferimento alla cronaca dei nostri giorni, si sta diffondendo un "vociferare" e un "decidere" che trascende qualsiasi regola di uno Stato civile.
Questioni così rilevanti per gli aspetti etici e di tutela dei soggetti deboli vengono decisi su un piano meramente amministrativo - burocratico. Le Regioni, di fronte ad un "assordante silenzio del Legislatore nazionale", hanno deciso di regolare le procedure per sottoporsi alle pratiche di fecondazione eterologa e hanno definito con delle linee guida le modalità di accesso, i requisiti dei donatori e la quota a carico del sistema sanitario regionale e altre questioni di ordine pratico.
Da tali linee guida si è discostata la Regione Lombardia, la quale ha deciso che la fecondazione eterologa non è carico del sistema sanitario regionale, creando ulteriori situazioni di confusione.
Ai cittadini questo "vociferare" e "decidere" è stato presentato come atto di responsabilità degli amministratori regionali, di fronte al silenzio del Legislatore, creando la falsa percezione che le questioni eticamente rilevanti, in materia di eterologa, fossero state risolte.
Certamente, tali linee guida, non possono definire quali sono i diritti del nato; il diritto al riconoscimento della genitorialità, il diritto a conoscere il proprio patrimonio genetico, il diritto a non essere assoggettati ad un'azione di disconoscimento di paternità, il diritto di un bambino ad avere dei genitori di età adeguata al ruolo.
Inoltre, le linee guida delle Regioni non possono regolare i diritti e gli obblighi dei donatori; in particolare, la tutela della loro salute (ad esempio, le donne donatrici sarebbero soggette a stimolazioni ormonali), il rischio che lo stesso donatore crei situazioni di matrimoni tra consanguinei.
La legittimità della fecondazione eterologa, al di fuori di una Legge che la regoli e ne limiti il ricorso, ha molteplici possibili conseguenze aberranti sul piano etico, come ad esempio la possibilità che la stessa venga utilizzata per una selezione genetica degli esseri umani o per svolgere esperimenti sulla clonazione dell'uomo, ipotesi non verificabili nel caso della fecondazione omologa.
Credo che ciascuno di noi, in particolare i cattolici, siano oggi chiamati ad alzare la voce non tanto per opporsi alla fecondazione eterologa, ormai ammessa da una sentenza legittima, ma per chiedere al Legislatore una Legge che regoli la materia, tenendo nella giusta considerazione le indicazioni della Corte Costituzionale, al fine di evitare che ancora una volta il Giudice delle Leggi si sostituisca al potere legislativo.
Certamente, è necessario mettere al centro del dibattito un'altra questione rilevante, sopra accennata, è legittimo, o meglio opportuno che la Corte Costituzionale si trasformi da Giudice delle leggi a legislatore, probabilmente tale supplenza, si giustifica con un potere legislativo che negli ultimi anni ha deciso di essere latitante su temi eticamente rilevanti.
Noi cattolici, pur consapevoli che il nostro contributo a tale dibattito, tenuto conto della nostra contrarietà alla fecondazione eterologa - ma non a quella omologa - avrà poco ascolto, dobbiamo evidenziare le diverse questioni etiche rilevanti in materia di procreazione assistita.
E' auspicabile che anche il Sinodo Straordinario dei Vescovi che si sta celebrando affronti in modo costruttivo questo tema e non faccia mancare le indicazioni pastorali a quelle famiglie con problemi di sterilità, in quanto è più facile di quanto si pensi, che una interpretazione rigida della dottrina e della morale cattolica punti il dito di condanna a quelle coppie che si affidano all'aiuto della medicina per essere genitori, senza comprendere il significato di quell'atto d'amore di voler dare la vita.
Bisogna, inoltre, sensibilizzare le istituzioni affinché aiutino concretamente le coppie che hanno problemi di sterilità, favorendo le cure gratuite e aumentando il numero di centri specializzati presenti sul territorio.
Questo tema della genitorialità và completato con un intervento importante a favore di una legge che favorisca l'adozione e che alla pari della fecondazione assistita venga messa a carico dello stato.
Oggi più che mai si rende necessaria l'adozione di una Legge che disciplini quanto più dettagliatamente la materia al fine di evitare le possibili implicazioni derivanti da un'arbitraria strumentalizzazione della stessa.