L’Italia e il "coronavirus global response"

Sviluppo, produzione e distribuzione di un vaccino in tempi rapidi, per tutti, nessuno escluso. E’ questo l’obiettivo, ambizioso e sacrosanto, con cui l’Ue, sponsor e organizzatore principale, aprirà oggi i lavori della CONFERENZA INTERNAZIONALE dei DONATORI. Servono nell’immediato almeno € 7.5 miliardi, per sostenere la ricerca, lo sviluppo di test clinici e trattamenti su larga scala. Un lavoro gigantesco, che mette insieme le eccellenze nel campo scientifico, i ricercatori, le aziende e i cittadini tutti e che vede l’Italia tra le protagoniste di questa avventura infatti, alcuni tra i migliori cervelli, tra gli istituti universitari e gli imprenditori italiani sono in prima fila nell'iniziativa europea.
Dopo i rifiuti di Trump all'OMS e il no della Cina, l'Europa si è mossa e si è fatta alfiere di una battaglia scientifica cui hanno aderito, oltre a Giuseppe Conte, anche la Merkel e Macron, Charles Michel e la Presidente Ursula Von der Leyen, con lo scopo di sviluppare e produrre il vaccino che tutti si aspettano. 
Ciò che conta ancora di più è la volontà di rendere accessibile e di mettere a disposizione di tutti il vaccino che ci sarà, compresi i paesi più poveri nel Mondo, perché solo così si potrà sconfiggere una pandemia globale.
Anche questa è una "via europea alla cooperazione internazionale" e ed è un'affermazione di valori su cui l'Europa può costruire un importante ruolo geopolitico
di Patrizia Toia
 
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