Il coraggio di cambiare

Martedì, 17 Maggio, 2022

I giorni che stiamo vivendo ci chiamano a interrogarci sul futuro in una situazione che cambia continuamente.

Accanto a grandi preoccupazioni, il presente ci consegna anche segni di speranza.

Si è conclusa nei giorni scorsi la Conferenza sul futuro dell’Europa, il grande percorso partecipativo, che ha elaborato 59 proposte e 300 misure di riforma consegnate alla presidenza francese, quale patrimonio condiviso dei cittadini europei, che traccia la strada e le idee attraverso le quali, l'Europa può giocare il suo ruolo da protagonista.

Proprio dai cittadini Europei arriva la spinta ad avere il coraggio di cambiare per affrontare meglio le sfide del momento presente: l’attivazione del processo di riapertura dei Trattati per un’Europa più forte è un passaggio non più rinviabile, se vogliamo che l’UE sia davvero quel luogo fisico, ideale e istituzionale, che garantisce la Pace e lo Sviluppo a milioni di cittadini.

L’Europa ha bisogno di cambiare i trattati per darsi nuove regole di funzionamento:

Superare l’unanimita’ nelle decisioni in modo da poter fare scelte in tempi consoni ai nuovi bisogni;

Definire “un assetto” a più velocità, in cui su alcuni temi e con modi diversi possano partecipare alle scelte i Paesi che hanno richiesto l'adesione e che nel frattempo completano il percorso necessario;

Dotarsi di liste transnazionali per l'elezione del Parlamento europeo in modo da rafforzare i progetti e le politiche comuni.

Rafforzare la legittimità democratica della Commissione Europea, attraverso l’elezione diretta del Presidente.

Siamo tutti consapevoli che sono cambiamenti che non avverranno da un giorno all’altro, tuttavia avviare un percorso serio di cambiamento è necessario, pena la condanna all’irrilevanza.

Le Istituzioni Europee hanno il dovere in questo difficile momento storico di avere uno sguardo su due piani: sul presente e sul futuro.

Se lo sguardo al futuro ci chiede cambiamenti strutturali e istituzionali nel nostro modo di stare insieme come europei, anche l’analisi del presente ci chiede capacità di scelta e coraggio.

Infatti le grandi transizioni in cui siamo immersi (transizione verde, transizione digitale) determinano scelte economiche non indifferenti.

Si stima che per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 siano necessari a livello europeo, 520 miliardi di investimenti aggiuntivi all’anno per 10 anni  e per la Trasformazione digitale, 130 miliardi di investimenti aggiuntivi all’anno per 10 anni.

Per far fronte a queste sfide, abbiamo il Next Generation Eu, il piano Sure e il bilancio pluriennale dell’Ue.

A tutto questo però si aggiungono oggi i costi della guerra:

L’aumento dei costi dell’energia, i costi per la difesa, la gestione dell’emergenza migratoria per i quali è possibile prevedere un fabbisogno aggiuntivo di risorse nell’Ue per quasi 1.000 miliardi all’anno per i prossimi anni.

Per far fronte a queste sfide, dobbiamo agire con le regole che abbiamo - a trattati vigenti -  e dobbiamo fare in modo di essere all’altezza del momento evitando di aumentare disuguaglianze sociali e ingiustizie.

Che fare dunque?

Di fronte a tutto questo, io credo si debba varare un Nuovo Next Generation Ue, rafforzare la BEI per fornire maggiori garanzie in modo da stimolare gli investimenti privati, ridurre i tassi sui titoli di Stato e affrontare con coraggio il tema della tassazione Europea dei grandi colossi privati internazionali.

Dobbiamo avere la consapevolezza che agire insieme, con politiche europee coordinate e condivise, come abbiamo fatto con la gestione dell’emergenza pandemica, non è da considerarsi un evento eccezionale, ma è la “nuova normalità” attraverso cui l’Europa deve trovare soluzioni alle sfide presenti e ai compiti futuri.