Il clerico-grillino

 
Oggi i quotidiani parlano di "clerico-grillino", ovvero di un rapporto tra Chiesa e Movimento cinque stelle. La vicenda non mi turba perché la Chiesa deve parlare con tutti, se fosse qualche cosa di più non sarei d'accordo e penso che bisogna restare su terreno della laicità e della neutralità.
Il problema chiama in causa i laici cristiani e in particolare i cattolici democratici che sembrano essere scomparsi.
Nessun rimpianto e nessuna nostalgia del cattolicesimo politico al quale riconosco di aver dato un contributo importate nella costruzione di una democrazia pluralista, credo che però servirebbe la messa in campo di una proposta programmatica di ispirazione cristiana elaborata da laici cristiani collocata con chiarezza dentro l'area del riformismo.
La tentazione populista possa insinuarsi in campo cattolico non è da escludere e va contrastata e riaffermata che in una democrazia matura l'ispirazione religiosa può agire sulla cultura politica e sulle decisioni, ma non può più diventare partito. Sturzo, De Gasperi e tanti altri democratici cristiani, costretti dall'avanzare dei totalitarismi diedero forma partitica alla presenza di cattolici in politica, ma Sturzo tese sempre a riaffermare che il cattolicesimo era qualche cosa di universale e il partito una dimensione parziale e contingente determinata dalla realtà storica. Oggi siamo in una situazione diversa e la democrazia è un campo aperto entro il quale i laici cristiani sono chiamati a fare discernimento e ad agire coerentemente. Il tema su cui lavorare è quello della redifinizione del senso umano del lavoro in un tempo in cui lo si vuole piegare solo alle ragioni economiche e tecnologiche.
 
di Savino Pezzotta