I diritti dei figli e quelli dei genitori

Mercoledì, 4 Gennaio, 2017

La sentenza della Corte d'Appello di Milano pronunciati negli ultimi giorni del 2016, che ordina all'ufficiale dello stato civile di Milano di trascrive all'anagrafe due bambini, ritenendoli fratelli, con due genitori uomini, si allinea ad una tesi giurisprudenziale che inizia ad essere rilevante. 
Secondo la giurisprudenza prevale l'interesse dei minori a vedersi riconosciute tutte le prerogative scaturenti dalla genitorialità, anche laddove questa è sorta all'estero, applicando modalità procreative vietate dal nostro ordinamento interno. 
Il caso in esame ha visto due uomini che si sono rivolti all'estero ad una una donna, che ha dato, probabilmente venduto, il proprio materiale genetico per la fecondazione assistita con il seme dei due uomini, così da impiantare due distinti embrioni per la gestazione, contemporaneamente nell'utero di un’altra donna.

I due bambini in realtà, da un punto di vista genetico, non sono figli di entrambi gli uomini,  e hanno una madre  genetica diversa da quella che li ha partoriti e portati in grembo, madri che rimarranno sconosciute. Questa complessa ricostruzione della vicenda, rende ancora più evidente, se ce ne fosse bisogno, quando siamo lontani dalla procreazione secondo natura. 

Altra conseguenza non coerente con il dato genetico che " i due padri" sono stati considerati genitori di entrambi i bambini.

 La famosa legge 40 vieta che in Italia si possa ricorrere all'utero in affitto, una tale ipotesi, così come sopra descritta, se si fosse verificata in Italia avrebbe costituito un grave illecito, mentre viene considerata lecita laddove è stato posta in essere all'estero.

La Corte d'Appello di Milano nel motivare la propria decisione, che ribalta quella del Tribunale di primo grado, che aveva dato ragione all'Ufficiale dello stato civile, fa proprio un orientamento giurisprudenziale motivato dal diritto del minore ad essere tutelato a prescindere dagli aspetti biologici della genitorialità. 

Senza entrare nel merito della motivazione della sentenza: circa la priorità della tutela dei minori, il cui principio, seppur condivisibile, merita una più approfondita e specifica riflessione; è necessario affrontare tre questioni concrete di fondamentale importanza:

1- Esiste il diritto del figlio ad avere o meglio conoscerà la propria mamma? 
2- È accettabile che ciò che è illecito in Italia, se commesso all'estero diventi lecito?  
3- Può, e con quali limiti, il giudice italiano di fatto creare una nuova norma e ordinare all'ufficiale di stato civile una trascrizione, ritenuta da questo contraria all'ordine pubblico? 
Sul primo punto è necessario che intervenga il legislatore e definisca in modo chiaro il concetto di genitorialità, tenendo conto delle norme - convenzioni internazionali a cui l'Italia ha aderito, consapevoli che difficilmente sarà  possibile una mediazione che salvaguardi il pensiero cristiano della vita e della famiglia.

Ma su un punto credo che bisogna essere fermi, è diritto dei minori ad avere una madre e un padre, pur  dovendo riconoscere che esiste nei fatti una diversa idea di genitorialità che non corrisponde all'istituto della famiglia. 
Una attenta  riflessione merita anche il riconoscimento  della dignità della donna e il suo ruolo di mamma, affinché non venga trasformata "in un grembo a pagamento" , su questo punto mi sembra che diverse sono le iniziative delle donne, sia a livello europeo che nazionale i cui frutti daranno dignità alla maternità. 
Il divieto all'utero in affitto deve valere sia in Italia che all'estero per i cittadini italiani, se ciò non è possibile, diventa indispensabile riformulare la norma in vigore. 
Sul terzo punto, bisogna ammettere che il nostro sistema giudiziario si sta avviando, di fatto, sempre di più a somigliare a quello anglosassone, in cui la norma e' creata dalla giurisprudenza, questo "scivolamento" non può rimanere sottaciuto e deve passare attraverso una scelta politica di fondo che parta dal legislatore e trovi adesione nel corpo elettorale, non potendosi affidare ad una sorta di supplenza permanente del potere giudiziario a favore di quello legislativo. 

Da ultimo, ma non meno importante, questo tema della genitorialità non può essere rilegato alle sole coppie omosessuali. 

Diventa indispensabile un intervento legislativo che nel bilanciamento dei diritti, riconosca concretamente diritti a favore delle famiglie, con particolare riferimento a quelle coppie eterosessuale che non riescono ad avere figli, i quali in gran numero si rivolgono all'estero con le aberrazioni sopra descritte, rinunciando a seguire un percorso di procreazione assistito in Italia, perché troppo costoso e là dove le cure sono gratuite, i tempi di attesa lunghissimi vanificano la possibilità di riuscita. 

Bisogna pensare ad una legge che faciliti il percorso di adozione e che preveda concreti aiuti economici e istituti di supporto per chi vuole adottare. 
In un quadro generale che riconosce, il diritto dei minori come prioritario, il diritto alle famiglie ad essere tutelati, che garantisca la tutela della dignità della donna, che riconosca il diritto/dovere alla paternità e maternità, sarà più facile trovare soluzioni per quei casi in cui si dovrà regolare e riconoscere  la genitorialità delle coppie omosessuali.