Fontana, sono Lombarda ma non "sua"

Sono Lombarda, sono nata a Monza, il mio albero genealogico ha radici brianzole,  il cognome di mio padre è Villa, mentre mamma, nonne e zie: Vergani, Riva o Mandelli.
Un pedigree apparentemente perfetto per essere una elettrice leghista. 
Invece i miei genitori mi hanno insegnato ad essere cittadina del mondo, ad amare il Paese che loro hanno amato, lo “stivale” per cui hanno lavorato e lottato, ad aprire casa e confini, mantenendo il profumo delle radici, ma gioendo di ogni altro aroma, colore, lingua, fede, musica o passione!!
Per questo Presidente Fontana io non solo non mi sento parte “della Sua gente”, quella che secondo il Suo dire non avrebbe meritato lo schiaffo del governo che ha colorato di rosso la Lombardia, nella mappatura delle misure antiCovid. 
Io non sono Sua, non faccio parte di questa Lombardia, non sono una lombarda offesa da una decisione inevitabile, che diventa faticosa, insostenibile e per molte persone tragica grazie al Suo comportamento politico e dei governanti che l’hanno preceduta, alle scelte scellerate in materia sanitaria, di gestione del territorio, di consumazione dei suoli, di mancato investimento delle risorse, per non dire di collusioni mafiose, di condanne penali, di pene scontate…
Io non sono Sua, non sono offesa, la mia corona di lombarda contro il coronavirus è  quella di Lucia Mondella versione Anna Marchesini, illuminata a vista nella notte delle solitudini, delle corsie di ospedali, del silenzio delle strade, che strappa un sorriso nei giorni bui, giorni nei quali Lei Presidente ha perso una buona occasione per tacere o quantomeno per non parlare a mio nome.
Mia nonna Angelica Riva in Vergani di Montesiro di Besana Brianza avrebbe commentato in italiano (quello usato per le frasi solenni): Signor Fontana un bel tacer non fu mai scritto!
di Grazia Villa