Capaci: ‘un monumento vivo’

Oggi, uscire dalla retorica celebrativa, soprattutto quando si parla di legalità e mafia, è quanto mai necessario, perché si rischia proprio di violare la memoria di chi si vuole ricordare.

La strage di Capaci non è una stele e neanche un insieme di immagini televisive drammatiche, ma è ancora una volta un’attacco al cuore dello Stato’, come lo è stato altre volte nella storia delle nostre istituzioni democratiche.

Uomini e donne delle Stato che adempivano al loro dovere sono stati drasticamente fermati perché la loro opera che giovava al bene comune minacciava le illegalità diffuse su cui poggiavano i progetti criminali della mafia.

Se oggi si vuole onorare la memoria di coloro che sono caduti a Capaci ci si deve impegnare, solennemente, a compiere quotidianamente il proprio dovere, sempre, senza tentennamenti, in coscienza e in ossequio alle leggi!

È inutile portare fiori alle stele commemorative se poi non ci facciamo naturali prosecutori di quanto Falcone e gli altri avevano iniziato a fare, se da educatori non siamo capaci di indicarli come esempio ed esserlo noi stessi, se da amministratori della cosa pubblica non esercitiamo il potere in vista del bene comune, se da membri della comunità cristiana non siamo in grado di servire gratuitamente e fino in fondo!

Oggi il Presidente Mattarella rivolgendosi ai giovani li ha definiti ‘monumento vivo, dinamico e prezioso’ necessario per dire “no” ad ogni forma di compromissione: ecco,  non abbiamo bisogno di monumenti di pietra per ricordare, ma di uomini e donne che sappiano vivere ogni giorno un NO incondizionato alla mafia e alla sua subcultura.

di Michele Chimenti