Il coraggio è forse la virtù che più di ogni altra serve a chi oggi voglia spendere energie e impegno nella politica. Il coraggio di comprendere la realtà delle cose, il coraggio di maturare una serena distanza rispetto al passato, il coraggio di pensare le scelte guardando alle loro conseguenze e alla direzione che tracciano verso il futuro.
Nel dibattito politico di questi mesi molto si discute attorno all’identità delle forze politiche e delle loro componenti. Una discussione che certo suscita preoccupazioni sincere e che tuttavia cerca di imbrigliare il presente in categorie politiche e culturali appartenenti ad un mondo e un secolo ormai tramontati. Con tutte le sue contraddizioni e lacerazioni il nostro presente è figlio di passaggi storici irreversibili, come il tornante della globalizzazione, quello dell’urgenza ambientale, dell’emergere di un mondo plurale. Uno scenario che richiede di essere affrontato in chiave politica a partire da una lucida coscienza storica della realtà e delle sue dinamiche.
Dal punto di vista dei cattolici questo comporta l’esigenza di uscire da una discussione nella quale il cattolicesimo viene presentato come carattere politico univoco. Muovendo dalla ferma convinzione che occorra sempre evitare l’errore di ridurre l’ampiezza dell’esperienza di fede ad una cultura e tantomeno ad un’unica formula politica, si pone oggi l’esigenza di accettare che il pluralismo delle idee e delle sensibilità è un patrimonio anche del cattolicesimo. Ne è la condizione che ad esso apre la possibilità, anche sul terreno politico, di essere principio di umanizzazione delle esperienze umane.
Uscendo dunque dai tatticismi, impegnarsi in politica, anche da cattolici, significa necessariamente fare una scelta di parte, che muove da criteri e convinzioni di ordine politico. E questo per una esigenza di fedeltà alla realtà della politica e della sua verità. Crediamo che in questo tempo tutto questo si traduca nel dare un contributo alla costruzione di una nuova cultura politica che sappia affrontare il grande nodo di come la democrazia possa essere ancora un punto di riferimento politico in questo XXI secolo. A nostro giudizio resta infatti centrale l’opzione per la democrazia come principio che struttura una società nelle sue relazioni, nelle sue istituzioni, nei suoi modi di agire e che in tal modo è strumento di costruzione di un “popolo”. Una opzione che oggi si gioca su scala europea e non più nazionale e che passa dunque per un pensare politicamente in prospettiva europea. E questo perché le grandi scelte sull’ambiente, sull’economia, sulla pace, sull’esercizio di diritti e doveri, dunque su tutto quello che fa la dignità della persona, possono giocarsi in chiave democratica solo su scala europea.
Intendiamo dunque esprimere un pensiero che rivolge i propri contenuti al centro-sinistra come il riferimento politico. Intendiamo affrontare i nodi del nostro tempo a partire dalla realtà e dall’esigenza di nuovi punti di riferimento per capire le cose. La domanda di equità e giustizia nel governo delle questioni ambientali, l’esigenza di avere cura per i diritti individuali, il forte rifiuto della guerra che attraversa larga parte della società civile, l’appello a farsi carico della condizione economico-sociale di cittadine e cittadini in crescente difficoltà: tutte queste sono ferite aperte. E di fronte a questi problemi crediamo che alla politica venga chiesta una risposta alta: crediamo che sia pericoloso limitarsi a cavalcare le paure e i timori dell’opinione pubblica, offrendo soluzioni facili, fondate su un’idea del potere politico come capace di rispondere ai problemi di ciascuno. Al contrario, quelle problematiche esigono di andare al di là della superficie, di essere pensate nella loro complessità, di rivelare le possibilità che aprono per rendere più umana l’esistenza di ciascuno e delle nostre comunità, di diventare l’occasione perché la politica guidi i processi chiamando a raccolta le forze e investendole della responsabilità di edificare la casa comune.
Crediamo allora che occorra spendersi dentro il perimetro delle forze di centro sinistra al di fuori dei tatticismi di partiti che pretendono di riassorbire l’esperienza politica dei cattolici in una cornice univoca e così ne disconoscono non solo la ricchezza plurale ma anche la funzione storica svolta nella vicenda del nostro paese. Con il nostro contributo vorremmo insistere su un’idea alta di politica democratica, perché crediamo che il compito quest’ultima sia, prima di tutto, essere un modo di vedere e pensare la realtà nella sua articolazione, nell’intreccio di attese e paure di cui è intessuta. Da cattolici crediamo che occorra recuperare il senso profondo dell’esperienza della edificazione del popolo, che è la vera meta della democrazia: pensarsi non più come un io, ma come un noi. E aderendo alla democrazia come principio non solo istituzionale, ma culturale e sociale, scegliamo di costruire una proposta e di dialogare con i partiti, le iniziative e i progetti che si collocano nell’area di centro-sinistra e che vogliano costruire insieme questo orizzonte politico. E intendiamo farlo avendo l’Europa come luogo della nostra compiuta cittadinanza.