Adil, Alessio e la rincorsa al prezzo più basso

Martedì, 22 Giugno, 2021

“Sono l’autista di Biandrate. E’ successo un macello vi aspetto qui” . Alessio Spaziano ha appena travolto ed ucciso Adil Belakhdim. Un giovane di 25 anni  che dal sud va a lavorare al nord nei trasporti per tornare dalla famiglia al fine settimana e un immigrato 37 anni che lavora per mantenere la famiglia in Marocco legati da un unico drammatico destino, uniti da un lavoro nella logistica  per sfuggire alla povertà .

Certo il regista Ken Loach ce le aveva schiaffate in faccia nel duro film “sorry we missed you” le condizioni di lavoro del cosiddetto ultimo miglio. Per intenderci quello percorso dagli autisti dal deposito a casa nostra, in Italia soprattutto sud americani prevalentemente peruviani.

A cavallo dei loro furgoni devono correre, a rischio anche di incidenti, suonare il campanello, aspettare, se dopo la risposta al citofono il cliente si attarda, lasciano il pacchetto e fuggono verso la consegna successiva. Non possono aspettare oltre i 2-3 minuti, senza rispettare la tabella del  giro consegne stabilito al mattino senza incorrere nelle relative penalizzazioni. 

Il caso in questione riguarda la logistica nella grande distribuzione. Anche qui alta concorrenza sconti oltre il sottocosto per attirare e mantenere i clienti.

Ma in queste condizioni è tutta la filiera logistica dai magazzinieri nei depositi agli autisti di TIR , fino ai conducenti di Ducato che si infilano in tutte le strade del bel paese.

E’ noto, non da oggi per chi ha lavorato nella distribuzione fin dagli anni 90 che la filiera distributiva corre sul filo del rasoio del conto economico. Il subappalto è all’ordine del giorno. La logistica è uno dei settori a più bassa redditività 3-4% padroncini che vanno a rotta di collo per pagare il furgone e avere un po’ di margine per far andare avanti la famiglia . Una concorrenza spietata che alimenta l’illegalità contrattuale, fiscale, a volte infiltrata da strutture malavitose o mafiose.

E’ per questa ragione che non condivido la vulgata che dopo l’incidente di Novara vede  datori di lavori, soprattutto i medio piccoli, che tiranneggiano i loro collaboratori perché sono anche loro vittima della catena del valore delle consegne , aggravato oggi dall’e commerce e da consumatori che dopo aver fatto l’ultimo click seduti comodi in poltrona vogliono l’acquisto in casa entro 24 ore.

Secondo l’indagine Unicredit sono oltre 15 mila le imprese che operano nel settore della Logistica & Trasporto merci in Italia che genera un giro d'affari di oltre 70 miliardi, in crescita ad un tasso medio annuo del 5% negli ultimi 5 anni. Il mercato si caratterizza per l'elevata frammentazione, con una prevalenza di piccole e micro imprese (il 93% delle aziende è sotto i 10 mln di fatturato), accanto alle quali opera un ristretto numero di realtà industriali di maggiori dimensioni, appartenenti a grandi gruppi nazionali ed esteri.

 Dall'indagine di UniCredit inoltre emerge la fotografia di un sistema produttivo che è riuscito a mantenere livelli di redditività pressoché costante negli ultimi cinque anni. La marginalità del settore Logistica & Trasporti si attesta in media attorno al 7%, ma con valori attorno all' 11% per le grandi aziende. Emergono, tuttavia, notevoli differenze tra i vari segmenti: alcune filiere (es. autotrasporto e spedizionieri) soffrono una marginalità operativa piuttosto contenuta (Ebitda margin attorno al 3-4%) a causa dell'elevata concorrenza sulle tariffe. Nel settore è presente uno zoccolo duro di imprese con solidi fondamentali: il 46% delle aziende ha rating investment grade, dimostrando ampia capacità di far fronte ai propri impegni finanziari.

Questi numeri che possono sembrare aridi prendono vita, sangue e sudore se

alzandosi dalla  comoda poltrona percorriamo una della tante strade ed autostrade del nostro paese. La catena di Tir e lo sfrecciare dei furgoni  rendono plasticamente questo sistema nervoso che pervade la nostra economia. Un sistema altamente complesso.

Adil e Alessio sono entrambi ruote di questo ingranaggio, entrambi vittime della cosiddetta amazonizzazione dell’economia.

Allora non ci sono responsabili?

Non sono responsabili quei politici che sono andati in giro a invitare gli investitori internazionali in Italia, non perchè ci sono ottime infrastrutture, o condizioni fiscali o legali favorevoli, ma perché i salari sono bassi. Che sono andati nei paesi arabi a invidiare i loro bassi salari? Quale futuro hanno in mente questi signori? Un ‘Italia piena di affittacamere , camerieri e padroncini sfruttati al massimo ribasso?

L’Italia secondo Eurostat 2019 è l’unico Paese in cui i lavoratori tra i 30 e i 49 anni sono pagati meno della media e per contro gli over 50, ormai alla fine del percorso lavorativo, sono pagati di più. Cosa è successo nella crisi economica? Secondo truenumbers.it e’ successo che i Paesi più colpiti dalla crisi economica, come Italia e Grecia, hanno sacrificato l’occupazione giovanile, meno protetta a livello contrattuale, e gli under 30, ma in realtà anche molti 40enni, che hanno perso lavoro più spesso dei più anziani. E che si sono messi poi a cercare lavoro incontrando molta concorrenza, inclusa quella dell’immigrazione tra l’altro in settori con già stipendi mediamente bassi (ristorazione, turismo, logistica, ecc), cosa che ha compresso i salari e alimentato molta xenofobia. 

Dall’altro c’è appunto il divario contrattuale, con i più anziani che sono molto più protetti da contratti a tempo indeterminato pre-Jobs Act che li ha resi decisamente più inamovibili, in posti che spesso prevedono scatti salariali automatici.

Non sono responsabili i legislatori che consentono ai giovani di accettare contratti di stage senza contributi pensionistici e quando troveranno un contratto anche a tempo determinato se mai lo troveranno, dovranno riscattare quegli anni basandosi su una retribuzione più alta? Ammesso che il salario gli consenta disponibilità economica sufficiente. Secondo Unioncamere nel 2014 solo il 12% degli stage sfociava in un rapporto di occupazione stabile, e i dati più recenti pre covid non sono chiari. Qui emerge anche una strumentalizzazione di questo contratto da parte dei datori di lavoro. Possibile che in Italia vada tutto a monte vedi la vicenda voucher!

Non sono responsabili coloro che si scagliano contro il reddito di cittadinanza che mette al riparo le persone dallo sfruttamento? Certo occorre conciliare domanda ed offerta , ma questo paese quanto ancora deve aspettare per avere una agenzia per il lavoro che funzioni, non è un compito lunare, occorre anche impostare una struttura di controllo . In Germania l’agenzia per il lavoro conta oltre 100.000 addetti in Italia 9.000!

E’ forse ora di rivedere un modello liberista del lavoro che fa affidamento solo sulla dinamica del mercato senza tenere conto dei rischi sociali ad esso connessi.  L’integrazione tra contrattazione nazionale e quella locale non deve andare a completo detrimento della prima generando una frammentazione ed in definitiva un indebolimento della forza contrattuale. La diminuzione della copertura degli accordi nazionali ha fatto sorgere il problema del salario minimo. La riflessione sul salario minimo, riacutizzata dal sussidio di disoccupazione non può essere disgiunto dal modello contrattuale e dalla normativa sulla rappresentanza sindacale.

Non sono responsabili i sindacati che si sono dimenticati per tanto tempo di questa situazione e dei lavori atipici ? Ci sarà una correlazione tra iscritti al sindacato e capacità di questo di rappresentarli, ci sarà una ragione per cui i sindacati sono formati in maggioranza da pensionati? Ci sarà una ragione se sono sorti i vari cobas?

Infine può ancora avere un futuro un modello basato su un sistema globale che sfrutta i paesi a basso costo di manodopera e vende nei mercati ricchi senza pagare le tasse? L’illusoria sensazione del potere d’acquisto del consumatore seduto sul sofà che non si sta accorgendo come quel click gli ha garantito un vantaggio immediato ma un impoverimento strutturale.

Il cambio di scena politica americana dà una possibilità  agli stati di riprendere un po’ di controllo sui capitani di ventura del nuovo capitalismo globale senza patrie. Ma senza un coordinamento europeo i vari Amazon, Apple, Facebook, Google avranno schiere di esperti pronti a studiare i meccanismi per bypassare le normative .

La drammatica vicenda di Novara non può finire nelle solite esecrazioni verbali .

I temi aperti per impostare una nuova politica del lavoro come si vede sono tanti e certo complessi, il tentativo di rinnovare gli ammortizzatori sociali da parte del ministro del lavoro sono un primo passo in direzione di una maggiore inclusività, ma non basta. Una sinistra riformatrice degna di questo nome può partire dalla patrimoniale sulle eredità, ma se non vuole che sia un pannicello caldo, deve avviarsi decisamente verso una visione nuova delle problematiche del lavoro.

Nel frattempo il famoso 1% già da tempo ha risolto le tematiche successorie.