SSN Quale futuro. Un articolo di Gian Candido De Martin

“La pandemia ci ha costretti a fare i conti in poche settimane anche con la tenuta istituzionale e organizzativa del Servizio Sanitario Nazionale” sostiene De Martin sul sito di Argomenti2000, promosso da una rete di cattolici democratici. Le cause sono molteplici: dall’aver ignorato i limiti dello sviluppo già evidenziati da Peccei negli anni ’70 e i problemi dell’inquinamento alle disfunzioni del sistema cinese insieme a quelle dell’OMS.

Ma soprattutto l’autore evidenzia tre criticità: i ricorrenti conflitti tra il livello nazionale e talune autonomie, specie regionali; la disomogeneità e la diversa tenuta delle organizzazioni e dei servizi sanitari sul territorio; le confusioni nelle indicazioni comportamentali e nella messa in atto di misure per rilevare e/o impedire il contagio.

In conclusione non serve tornare indietro rispetto al regionalismo ma casomai renderlo capace di operare distinguendo bene il compito dello Stato nel determinare norme e dispositivi di perequazione che mettano poi le regioni in grado di amministrare per garantire a tutti i cittadini uguale tutela del diritto alla salute.

Occorre mettere mano ad una razionalizzazione degli organismi tecnici nazionali con un'agenzia che rafforzi il ruolo dell'ISS, in coordinamento con le agenzie sanitarie regionali.

Così come occorrerà rivedere qualche profilo dell'autonomia organizzativa regionale, in modo da rendere più cogente la realizzazione di un servizio effettivamente universale che faccia perno su strutture territoriali di prevenzione e di cura, pubbliche ed affidabili, integrate con una solida rete di medici di base e coordinate con le funzioni ed i servizi socio-sanitari degli enti locali. Così come va dato spazio anche al volontariato e al Terzo Settore.

Sempre più evidente è, infine, l'importanza di misure e interventi in materia sanitaria di dimensione sovranazionale, in prospettiva europea, dove la sfida è la capacità di dar vita ad un sistema integrato in grado di supportare ed orientare le politiche nazionali e territoriali, e in un’ottica planetaria, in cui si pone sempre più l'esigenza di avere un'Organizzazione Mondiale della Sanità, non solo affidabile sul piano tecnico, ma soprattutto non condizionata da dipendenze politiche o superpotenze.