Solo chi è generoso è generativo

Mercoledì, 16 Settembre, 2015

In questi mesi, insieme a tanti amici e a nuovi compagni di strada, abbiamo rimesso a punto la proposta di Argomenti2000, come associazione di amicizia politica (vedi relazione del 4 luglio 2015). Vi sono diverse novità che riguardano ad esempio l’apertura di vari Circoli sul territorio, apertura ancora in corso (vedi Proposta Circoli), e l’affinamento del metodo di lavoro rivolto a promuovere cultura politica.

Ora si tratta, insieme, di investire energie, affinché questa proposta possa diffondersi ed incontrare una domanda tanto diffusa quanto inespressa. 

Non partiamo infatti dal nulla.  Mi pare che, senza essere accusati di presunzione, si possa riconoscere come tra i credenti, tra coloro che sono impegnati in quello che una volta avremmo chiamato il mondo cattolico italiano, vi sono ricchezze, che consistono in giacimenti culturali e in qualità personali frutto anche della formazione delle coscienze. Come non pensare che questo patrimonio possa essere messo a servizio del rinnovamento della società e della politica italiana? Come non lavorare intorno alle strade, agli strumenti che questo servizio possono rendere possibile e fruibile a tanti?

La visione di politica che i credenti possono portare mette al centro la persona, la visione di una società comunità di persone ed è oggi un apporto fondamentale se pensiamo a come il segno individualista venga alla ribalta e occupi la scena della politica. Nel campo dell’economia come nella rivendicazione dei diritti. Quale aiuto potrebbe essere una riproposta, forte e laica, del bene comune declinato nei vari campi dell’agire politico: da quello delle amministrazioni locali alle politiche nazionali, nel contesto europeo e mondiale.

A proposito di quest’ultimo punto come non sottolineare, anche di fronte a ciò che in questa estate è accaduto nella vicina Grecia, la responsabilità che abbiamo di rilanciare il Progetto europeo, di spiegare in lungo e in largo come sia necessario fare un passo avanti per non essere costretti a farne più di uno indietro sotto le macerie dell’Europa. Il passo avanti riguarda l’integrazione politica. Dobbiamo avere un’Europa con una sola politica estera, con una sola spesa militare… Un’Europa più solidale, perché l’Europa degli egoismi (manifestati anche dai Paesi più poveri inclusi di recente nell’Unione) è destinata a veder fallire il suo progetto. Ed è evidente come per sostenere lo sforzo progettuale di una politica europea occorra cultura, pensiero, rispetto delle differenze, riconoscimento delle radici, perché l’Europa non diventi, con l’alibi di improbabili battaglie di civiltà, con il crescere di smarrimenti e paure, un vincolo inaccettabile.

Una considerazione riguarda anche il servizio nella politica nazionale dove la presenza di una proposta cristianamente ispirata deve investire l’insieme delle politiche, tutti gli argomenti, non appena quelli che attengono la bioetica. La stagione dell’appiattimento sui cosiddetti valori non negoziabili e dei rapporti diretti gerarchia-politici ha avuto come contropartita anche quella di indebolire la presenza di un cattolicesimo politico, depotenziato, barattato sul piano di una trattativa con questa o quella forza politica che poteva dare garanzie per far approvare, o più spesso per bloccare, taluni provvedimenti legislativi.

Si apre davanti a noi la centralità della questione democratica, della necessità cioè di sostenere nuove forme di partecipazione attraverso anche una rivisitazione profonda di forme tradizionali come i sindacati e i partiti e più in generale la rivisitazione del ruolo dei corpi intermedi. Su questo ultimo punto in particolare ci stiamo impegnando con la stesura di un documento (frutto anche di un focus group tenuto a Milano il 4 settembre) e la programmazione di un seminario su Crisi democratica e democrazia nei partiti.

Dobbiamo sentire la chiamata ad una presenza politica a tutto campo perché i valori che l’ispirazione cristiana, che la Dottrina sociale e il magistero stesso della Chiesa ci chiedono di diffondere (più che difendere) investono tutti gli aspetti della vita umana e del suo svolgersi in società: il tema del lavoro, il diritto alla casa, le necessarie politiche familiari, l’ambiente, la giustizia, la salute, l’istruzione…Tutti campi che chiedono una presenza qualificata orientata per il bene comune possibile, pronta a cercare la giustizia concreta privilegiando i più poveri e i più deboli.

Il contesto economico non aiuta e ci mette di fronte a quell’instabilità del capitalismo di cui aveva parlato Keynes, ai suoi eccessi e squilibri su cui è tornato papa Francesco con l’enciclica Laudato si’ che è per noi oggetto di riflessione o di studio. Troppa finanza, troppa moneta, latitanza dei governi, loro delega di responsabilità alle banche centrali. Il risultato è un’economia guidata non più dagli Stati, ma da una finanza “geneticamente modificata”: una sorta di Ogm che ha generato la droga dell’indebitamento, le bolle speculative, da ultimo il dissesto Lehman del settembre 2008 a cui sono seguite, nel 2009, la caduta del 3,4% del Pil nelle economie avanzate e la crescita zero dell’economia mondiale.

Temi e contesti complessi che richiedono attenzione e impegno.

Condizioni di fattibilità

 

Ci possiamo chiedere che fattibilità può avere il percorso delineato. È utile questa riflessione? È possibile interrogarsi sull’opportunità di mettere in essere uno strumento di confronto, di elaborazione, di mediazione culturale e politica? Come si possono raccogliere energie vitali? Da dove partire?

Di fronte alla difficoltà, non tanto di una collocazione dei cattolici nel nuovo contesto politico partitico, quanto della presenza di un pensiero e di una propositività cristianamente ispirata, l’esperienza di Argomenti2000 si pone, accanto ad altre esperienze, come offerta di un luogo di elaborazione, di confronto e dibattito.

Un luogo che abbia carattere laicale e che sorga per una libera iniziativa di laici cristiani impegnati, senza alcuna pretesa di ufficialità e che sia aperto all’apporto di tanti. Uno strumento che risponda all’urgenza  di un rinnovato impegno, che sperimenti con intensità nel breve periodo la possibilità di darsi una continuità, in una prospettiva che possa avere un esito non occasionale ma permanente.

La stagione che si apre davanti a noi, pur nelle difficoltà e nelle contraddizioni, può presentare una opportunità. Si tratta di proseguire un’opera che singole persone e piccoli gruppi hanno compiuto in questi anni continuando un paziente lavoro di semina.

È necessario scegliere

 

Infine una considerazione rivolta a ciascuno di noi su un piano personale: le piccole iniziative così come le grandi imprese camminano con le gambe degli uomini e delle donne che ci credono e che vi dedicano mente e cuore, ingegno e passione. È necessario che almeno qualcuno operi una scelta, se ne ha la possibilità, investendo su questa proposta in via prioritaria.

Il da fare è tanto. Di fronte alla situazione che viviamo, a quanto ci sollecita nel contesto ecclesiale e nella società, vi è una grande necessità di persone generose. Solo chi è generoso è generativo, dà vita cioè a realtà nuove, costruisce futuro. Sappiamo invece che il modo di fare politica privilegia il concepirla come rapporti di potere (su questo tema abbiamo tenuto ad Assisi un convegno su Povertà e potere dal 17 al 19 aprile 2015 ed è un tema su cui torneremo). Ci vuole generosità! Per vincere gli egoismi, radicati e sempre ritornanti nella vita personale non meno che nelle dinamiche sociali e politiche.

Ci vuole generosità per essere generativi, per essere capaci di generare, per vivere le virtù, la forza generativa dell’essere umano libero. 

Così come per la generosità è necessaria la disponibilità a donare e a donarsi, e il dono non è inteso solo come munificenza, è il dono della larghezza di cuore e di mente, così per essere generosi è necessario altruismo, nobiltà d’animo. Una generosità, come ci dice l’etimologia latina, un tempo legata alla nobiltà di nascita, ma estesa poi a chi è capace di azioni nobili. E la politica è anche questo.

La stagione che stiamo vivendo vede concludersi un periodo storico e la portata dei cambiamenti in atto rende superato l’uso degli schemi precedenti, anche dei più aggiornati, e questo è vero anche nel rapporto tra cattolici e politica. Uno sguardo complessivo ci dice anche delle differenze con cui i credenti si sono organizzati nei contesti di altri paesi democratici, con quale efficacia o con quale difficoltà. Infine i cambiamenti in atto nella Chiesa cattolica, la spinta ad una nuova fase di rinnovamento e di apertura all’azione imprevedibile dello Spirito,  impressa dal pontificato di Papa Francesco, non potranno non influire, secondo lo spirito dei paragrafi già richiamati dell’Evangelii gaudium , anche nel vissuto delle comunità cristiane. Un rinnovamento che è ritorno radicale alla radice.

Lo stile povero, opposto ad uno stile di potere, fa uscire la Chiesa dal paradigma della cittadella assediata e pone esigenze nuove, risposte inedite alla secolarizzazione, alla modernità.

Sosteniamo le attività

 

Chi desidera sostenere l’attività dell’associazione e ne ha la possibilità, può contribuire anche economicamente con un versamento intestato a CENTRO DI RICERCA E STUDI STORICI E SOCIALI (CERSES), c/o Banca Prossima, iban: IT65 D033 5901 6001 0000 0132 393.