Se Verona diventa un caso

A Verona una consigliera comunale e capogruppo Pd ha votato una parte di un documento della legha in cui si invitava il comune, non a non rispettare la legge come qualcuno ha scritto, ma a favorirne l’applicazione completa e pertanto ad aiutare quelle associazioni che si sostengono le donne che nell’alternativa scelgono  di partorire superando anche economiche.

Si può condividere o meno, valutare che prima avrebbe dovuto confrontarsi con il gruppo, ecc. Ma si tratta di una posizione presa nell'ambito di un legittimo 

Le reazioni inopportune di Martina, di Pollastrini, Pini, Alessia Rotta e di Andrea Orlando ...che addirittura parlavano di espulsione per Carla Padovani  accendono un campanello d'allarme sul fatto che nel Pd non ci sia spazio per idee plurali, al di là del fatto che si tratti di posizioni che si rifanno ad una convinzione culturale o religiosa : brutto segnale che dice inoltre di come il gruppo dirigente non su renda conto di avere ben altro su cui appellarsi. 

Pur sapendo che anche al nostro interno ci possono essere posizioni plurali, pubblichiamo sul tema una lettera di Vincenzo Defilippis di Argomenti2000 Puglia.

Gentilissima Dottoressa,

   Le scrivo per esprimerLe la mia piena condivisione della sua condotta in relazione alla vicenda di voto per la completa applicazione della Legge n.194/78 in seno al Consiglio Comunale di Verona. La Sua posizione ha radici piene nell'atto statutario costituente del PD, che all'art.1, comma 7 recita: "Il Partito Democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica, e riconosce pari dignità a tutte le condizioni personali, quali il genere, l’età, le convinzioni religiose, le disabilità, l’orientamento sessuale, l’origine etnica". Glielo dico da componente dell'Assemblea Costituente Nazionale del PD e di componente della I° Assemblea Nazionale: la posizione di Martina è contro lo Statuto del PD. Tuttavia da allora il PD ha perso molto del proprio pluralismo di idee (la sua vera ricchezza) per appiattirsi in una linea laicista (non laica), negazionista e ad escludendum di posizioni culturali e religiose diverse. Sono stato assessore comunale e primo capogruppo del PD nel mio comune di residenza, da cattolico, senza negare nulla dei miei principi e della mia militanza in Azione Cattolica. Ma ciò era possibile un tempo, fino a 5 anni fa, perché  oggi è impossibile in Puglia professare anche una sola parola difforme  da quella del potere istituzionale regionale . Il PD è appiattito sulle posizioni laiciste più spinte, come se essere di sinistra significasse prendere i voti dei cattolici, senza riconoscergli diritto di parola alcuna. La Legge n.194/78 deve ancora essere applicata dopo 40 anni nella sua parte migliore, cioè nell'art. 5: "l consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall'incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto". Ma tutto ciò non avviene! Lo Stato, le Regioni eludono questo dettato normativo e non adottano azioni di sorta per rendere reale il diritto delle donne a non abortire. In specie non prevedono nei bilanci alcun sostegno al diritto a non abortire (e quindi alla vita). In Puglia si è proposto tutto ciò col Forum delle Famiglie e i Medici Cattolici alla Regione Puglia, ma hanno solo valutato (col voto favorevole del segretario regionale del PD) la possibilità di adottare una norma - su proposta del gruppo vendoliano e dell'attuale neoassessore regionale di LEU - che impedisse ai medici obiettori di lavorare nei consultori, che sono le strutture proprio preposte a far superare gli ostacoli socio-economici che si frappongono al proseguimento della gravidanza. La proposta di legge regionale anti-obiettori è stata bocciata da una maggioranza trasversale intelligente. Non Le rubo altro tempo. Solo desidero condividere con Lei questo tempo di "intolleranza" anche in una formazione politica che si diceva "non escludente e non razzista" un tempo, ma che nei fatti oggi  si dimostra escludente (non includente e tollerante) e razzista (non in grado di  accettazione dell'altro). Va pensata una idea di presenza di persone pensanti e libere in politica diversa, nuova, che dia valore al dirsi per gli ultimi (i nascituri lo sono), per l'equità sociale, per la legalità, per la tolleranza e per la solidarietà (sono Valori non di tutti, ma gli unici in grado di costruire un Civiltà rispettosa della dignità di qualsiasi essere umano, in qualsiasi epoca della  vita, dal concepimento alla morte).
Con stima e cordialità

Vincenzo Defilippis
medico