Riflessioni in merito al vertice UE sulle migrazioni

Lunedì, 2 Luglio, 2018

L'UE è una unione di stati altamente eterogenea; le decisioni importanti sono prese secondo il principio del consenso o non se ne fa nulla. I punti deboli di questa complessa organizzazione stanno diventando sempre più evidenti quando l'UE deve fornire risposte a domande che non possono essere date negli Stati membri perché sono oggetto di un intenso conflitto politico interno . Il debito pubblico, le sanzioni contro la Russia o la questione della gestione comune della questione dei migranti  sono esempi di come l'organizzazione tenda del subcontinente europeo può essere una macchina di continui compromessi- soprattutto in tempi come quelli che attraversiamo in cui molti paesi membri sono attraversati da spinte e da governi di chiara ispirazione populista, e dove figure politiche che ricoprono ruoli importanti nei diversi governi e maggioranze vincenti nelle elezioni, marcano il dibattito politico predicando il ritorno alla sovranità  nazionale.

Data questa situazione, l’aver raggiunto  un vago accordo di vertice sulla questione dei rifugiati e dei migranti è  indicato dai governi, seppur con motivazioni diverse, un successo nel senso che i governi hanno concordato, con molto diversi punti di vista , sugli orientamenti. Queste linee guida si basano chiaramente su una visione restrittiva centrata sulla difesa e sulla detenzione, invece che su chiare politiche di comune gestione del Problema. Ho avuto l’impressione che si sia voluto lanciare un messaggio “restate a casa vostra”.

In quasi tutte le realtà nazionali che compongono l’UE statali, la popolazione  e gli elettori vogliono che venga stabilito un notevole limite al numero di coloro che arrivano in Europa. Ci si dimentica che  2015 si è registrato il maggior flusso di persone verso l’Europa- non a causa della politica dei rifugiati dei diversi paesi, ma perché l'escalation della guerra in Siria e i conflitti in Iraq e in Afghanistan hanno causato un numero finora sconosciuto di persone in fuga.
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Dopo gli sconvolgimenti nel Nord Africa e nel Medio Oriente, centinaia di migliaia di persone hanno intrapreso il viaggio, potenzialmente mortale, attraverso il Mediterraneo e, se ci sono riusciti,  approdano per necessità e non per una volontà invasiva, principalmente in Italia e in Grecia. Entrambi i paesi hanno dovuto sperimentare che la distribuzione dei migranti all'interno dell'UE, cioè con la solidarietà,  era molto lontana dall’essere attuata

Sì, si può essere scettici

Perché trattare della questione della migrazione significa dividere le società,, Nelle valutazioni della riunione di Bruxelles si sono registrati pareri diversi e discordanti, alcuni hanno lo hanno definito il "vertice della disumanità" e della fine del diritto di asilo, mentre altri restano guardinghi e continuano a diffondere la paura di una invasione.

Il compromesso raggiunto è di basso profilo e ora si deve dimostrare che i centri per rifugiati dell’UE non sono  campi di concentramento circondati dal filo spinato, ma soprattutto far vedere che  c'è in Europa  abbastanza solidarietà per accogliere e distribuire i richiedenti asilo.

Sì, si può essere scettici.

Non si dovre dire fin dall'inizio che non funzionerà. La migrazione è il destino del 21  secolo e non solo il destino dell'UE. Resto convinto che servirà una gestione umanitaria e progressiva dell’intesa raggiunta anche se non è soddisfacente e contiene molte contraddizioni. La questione delle migrazioni e dell’arrivo di persone in Europa non si può affrontare picchiando i pugni sul tavolo e bloccando i porti impedendo alle organizzazioni umanitarie di svolgere l’azione di soccorso, serve un di più di politica e una forte capacità di mediazione politica.

Ma per affrontare questioni epocali come questa non bastano i vertici dei capi politici, serve che cresca un impegno popolare per un ‘Europa politica che sappia resistere ai ricatti interni e esterni , e che sia in grado di far valere i suoi valori di umanità e di solidarietà.