Riflessioni estemporanee sulla vittoria di Jeremy Corbyn

Giovedì, 10 Settembre, 2015

Gli  amici che hanno seguito le mie peregrinazioni politiche si stupiranno nel leggere le mie considerazioni sul risultato delle primarie del Partito Laburista Inglese. A questo punto e a mo’ di premessa non posso fare altro che riprendere quanto un mio amico, con il quale partecipavo alla manifestazione dei “piedi scalzi” in solidarietà con i migranti, mi diceva, tra il divertito e lo stupito, che a suo parere il sottoscritto, aveva assunto modalità di pensiero un poco diverse da quelle del suo recente passato. Non posso che confermare la verità di questa osservazione, anche se i valori che hanno orientato le mie scelte sociali e politiche non sono mutati e non sono cambiati per convenienza o opportunismo, ma dallo sforzo fatto per comprendere i meccanismi e le ricadute negative la che crisi economico-finanziaria che abbiamo attraversato e che , a mio modesto parere, non è ancora terminata  ha prodotto sulla società e in particolare sulle persone più deboli,  mi ha portato a rivedere molte delle mie posizioni. Del resto la fedeltà ai  valori ha senso e consistenza se è  in grado di confrontarsi con la realtà e declinarsi in visioni nuove .

L’analisi, l’attenzione alla situazione di crisi e ai suoi effetti sociali , mi ha portato ad individuare nella teoria economica del liberismo la causa e la determinazione delle attuali sofferenze sociali. Non sarò moderno né tanto meno post-moderno, ma resto  ancorato all’idea dell’economia sociale di mercato e alla sua capacità di coniugare l’agire economico con il ben-essere sociale.

Tutto questo mi ha portato ad accogliere positivamente l’elezione Jeremy Corbyn, sessantaseienne a nuovo leader del partito laburista britannico. Ha conquistato  la leadership laburista in maniera schiacciante con l'appoggio di migliaia di nuovi sostenitori, e così facendo ha prodotto un grande sconvolgimenti nell’attuale politica britannica. Il suo successo sottolinea come le  strutture politiche tradizionali europee sono state destabilizzato dalle scosse di assestamento della crisi finanziaria nel 2008, con gli elettori sempre scettici nei confronti del ceto politico.

Mi rendo conto che si tratta di un terremoto: non solo perché seppellisce il blairismo , ma perchè contraddice l'intero impianto del riformismo europeo attestato linee culturali e pragmatiche  tipo liberista sociale.

Il grande progetto del New Labour di Blair ha riguardato la trasformazione radicale del ruolo dello Stato puntando a determinare il formarsi di una società di mercato, ossia una società dove i principi di mercato guidano e vincolano il comportamento delle organizzazioni e degli individui e dove i corpi intermedi e in modo particolare il sindacato in modo che  la logica di mercato oltre che nella produzione penetri e regoli  i servizi collettivi e la realizzazione d’infrastrutture pubbliche.

Corbyn denuncia il modello ultraliberale con molta combattività le cui politiche hanno generato la follia finanziaria nella quali siamo stati immersi e che ha sostituito l'economia reale con la finanza creando disoccupazione, emarginazione e disuguaglianza, ma mette sotto critica anche il liberismo sociale che ha preso piede nell’area politica che dovrebbe fare riferimento al sociale e al mondo dei senza potere.   .

Non sono in grado di dire se porterà al Governo il Labour , quello che è certo che comunque inciderà sull’orientamento politico del Regno Unito cercando di rappresentare i bisogni e le aspirazioni dei senza soldi.

Vedo nell’affermazione di Corbyn non tanto una vittoria politica di una impostazione ideologica che strumentalmente si è corsi a richiamare, ma quello che mi sembra interessante rilevare il dato politico di fondo e cioè che le persone e i giovani in particolare abbiano espresso non solo una adesione a una leadership, ma un contrasto a una politica liberista e di austerità che peggiora le condizioni di vita di milioni di persone.