A proposito delle "mascherine"

La emergenza Covid-19 necessita un ripensamento globale delle categorie sociali sinora date per scontate.

Non appaia dunque banale porsi questo interrogativo: "Che tipo di beni sono le mascherine antiCovid-19?".

Dalla risposta a questa domanda si potrebbe ricavar l'impianto di cultura politica proprio di chi risponde...

Pur non essendo economista, partirei con lo scrivere che le mascherine sono beni economici, perché sono prodotti da una filiera di imprese, investendo capitali, competenze tecniche, logistica, etc. E' giusto che abbiano un prezzo.

Ma chi deve pagare questo prezzo? I privati, lo Stato, le fondazioni bancarie, un fondo della protezione civile? Oppure?

Potremmo provare ad adottare le categorie giuridiche note.

Le mascherine possono essere definite “beni privati”. Le imprese le producono, fissano un prezzo, gli acquirenti pagano il prezzo e diventano proprietari delle mascherine. Questa sarebbe una risposta propria della cultura liberal-democratica. Una variante di questa visione, è quella filantropico-sociale: le fondazioni bancarie, o altri fondi volontari possono contribuire al pagamento del prezzo delle mascherine, diventandone comproprietarie e decidendo ad esempio di farne dono a determinate categorie di cittadini.

Oppure le mascherine sono “beni pubblici”. Le imprese le producono, fissano un prezzo, ma lo Stato (o le Regioni o i Comuni) possono incidere sul prezzo finale (come pare farà il Commissario Arcuri, prevedendo un prezzo massimo) e le acquistano. Lo Stato ne diventa proprietario anche nel caso in cui sia un’apposita società pubblica a produrle. In tal caso, lo Stato decide ad esempio di distribuirle gratis ad esempio ai cittadini con meno risorse economiche oppure ai cittadini con più figli a carico, etc.  Per gli altri cittadini, lo Stato può proporre un prezzo calmierato rispetto a quello proprio del mercato. Questa sarebbe una riposta propria della culturale solidaristica e da Stato sociale socialdemocratico

Infine, potremmo considerare le mascherine come dei “commons”, dei beni comuni, dei beni speciali in cui dimensioni individuali e solidali sono talmente intersecate che necessitano di un regime ad hoc. Sui “commons”, si sono spesi in tanti in questi decenni; personalmente  richiamo  gli studi di Umberto Allegretti, Leonardo Becchetti,  Luigino Bruni, di LABSUS,  Ugo Mattei, Elinor Ostrom. S. Rodotà, etc e le conversazioni personali con Gianni Saonara, Teresa Lapis, Annalisa Pecoriello (v. “La questione dei beni comuni: dalla partecipazione all’autogoverno della comunità”, in Gazzetta Ambiente n. 6 del 2017).

In base a questa cultura politica le mascherine sarebbero come il Codice sanitario o il Codice fiscale, cioè dei modi necessari, universali, per esercitare la sovranità democratica come persone, cittadini, lavoratori. I cittadini non dovrebbero pagare. La consegna sarebbe gratis per tutti, ed il prezzo delle mascherine sarebbe coperto nell’ambito dei miliardi di euro di investimenti decisi in questi giorni a livello di Unione Europea.

In questi mesi siamo riscoperti più fragili, tanti di noi sono morti o hanno sofferto gravemente, molti di noi hanno pianto cari e amici. Ecco, abbiamo sperimentato che i nostri corpi non sono solo nostri, ma sono gli uni degli altri.  Non ci sono state proteste nei confronti delle misure di contenimento emanate dal Governo tramite decreti-legge, dpcm, ordinanze, perché, forse, ciascuno di noi ha percepito di essere come “un corpo che fa la Repubblica” (che è di più dello Stato) e la Repubblica si è presa cura dei nostri corpi, evidenziando la natura corporea/carnale della forma repubblicana. La Chiesa Cattolica e le forme collettive di culto hanno compreso questa situazione straordinaria ed hanno deciso di accogliere le misure del Governo a tutela dei corpi infetti, sintomatici, asintomatici, non infettati. Ciascuno di noi (cittadino, migrante, straniero, profugo, irregolare) è diventato un corpo repubblicano.

La mia proposta è allora questa: che la Repubblica italiana (fatta anche di Stato, Regioni, Comuni) doti ogni cittadino e persona che risieda stabilmente sul territorio delle mascherine necessarie ad esercitare le libertà ed diritti costituzionali al tempo del Covid-19.

Magari con una consegna "ufficiale", insieme con i 12 articoli della Costituzione repubblicana.

Come mi ha fatto notare la giurista Teresa Lapis, tale visione è conforme “ ai “doveri inderogabili ex art 2 Cost,  per l'attuazione dell'art 3 secondo comma,  per la dignità di ciascuno e della solidarietà sociale economia e politica in vista di una prospettiva di economia circolare che permetta una giustizia economica propria di uno stato democratico come il nostro”.

Ecco, le mascherine antiCovid -19 potrebbero essere classificate come beni costituzionali!!!

 

Seguono i primi 12 articoli della Costituzione italiana:

  • Articolo 1
    L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
    La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
  • Articolo 2
    La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
  • Articolo 3
    Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
    È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
  • Articolo 4
    La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
    Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
  • Articolo 5
    La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.
  • Articolo 6
    La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
  • Articolo 7
    Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
    I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
  • Articolo 8
    Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
    Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.
    I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
  • Articolo 9
    La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
    Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
  • Articolo 10 L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
    La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
    Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
    Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.
  • Articolo 11
    L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
  • Articolo 12
    La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

di Giandiego Carastro