Passione Politica, passione civile

Si può parlare ancora di passione politica ai nostri giorni? Certo se consideriamo l’accezione del termine passione (dal lat. passio -onis, patire, soffrire), potremmo certamente dire che negli ultimi anni per molti cittadini l’esperienza di partecipazione alla vita politica  è stata decisamente una condizione di passività, di passione appunto, sottoposti ad azioni esterne e subendone il relativo effetto.

Ma l’affluenza alle ultime consultazioni elettorali mediamente intorno al 73% dell'elettorato, esprime tutt’altro che un atteggiamento passivo, La voglia di partecipare è tornata ad essere dominante nel Paese. Certo, poco meno del 30% di elettori che rimangono a casa non è esattamente poca cosa, ma sarebbe estremamente superficiale considerare questa partecipazione come un semplice voto di protesta piuttosto che invece uno slancio di passione per il bene comune dove questa volta l’accezione del termine passione ha il significato di uno stato di forte sentimento o emozione che agisce sull’animo e determina un’azione attiva.

Senza entrare nel merito delle scelte politiche, per i cattolici, questa passione-azione politica dovrebbe trovare le sue radici nella chiara vocazione alla santità del fedele laico così come espressa nel Concilio Vaticano II nella Lumen gentium al n. 31 “Per loro vocazione è proprio dei fedeli laici cercare il regno di Dio”. E se cercare il regno di Dio è il fine dei laici la via da percorrere e altrettanto espressa dalla Lumen gentium: “ trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio”. Cioè il mondo è il luogo teologico della santificazione dei laici che sono chiamati ad attendere alle realtà temporali ordinandole secondo Dio, cioè nel rispetto delle leggi con le quali il Creatore le ha poste in essere e in forza delle quali sussistono per essere poste al servizio dell’uomo. Un compito complesso, appassionante. Un’opera per pochi cristiani sognatori condannati all’irrilevanza politica? Certo che no!

E’ un’operazione che deve vedere coinvolti insieme, laici e gerarchia ecclesiale alla ricerca di nuovi cammini formativi per un rinnovato impegno politico-sociale capace di dare risposte alla necessità delle città nella quale vive ed opera la comunità cristiana che di quella dovrebbe esserne l’anima. Un dovere di evangelizzazione e testimonianza in cui ciascuno con le proprie disponibilità e competenze partendo dal vissuto quotidiano non deve sottrarsi per adempire al mandato di Pietro di  essere sempre “pronti sempre a dare ragione della speranza che è in voi” (1Pt 3,15). Non è certamente un’operazione semplice poiché richiede una corretta capacità di analisi delle odierne problematiche sociali, nel valutarne i suoi profondi cambiamenti, nel comprendere e utilizzare i nuovi percorsi comunicativi e di trasmissione dei contenuti.

Non è più sufficiente richiamarsi ad ideali che possono risultare astratti se non sono incarnati nel vissuto della gente; non potranno mai essere percepiti come pilastri su cui costruire la convivenza sociale, ma solo baluardi da sbandierare per miopi operazioni di acquisizione del consenso.

Occorre ridestare una passione politica che ha il suo centro nella fede in Dio. La centralità di Cristo nella vita di ciascun cristiano deve fare da centro di gravità a cui addensare il magistero sociale della Chiesa senza il quale il richiamo all’impegno politico-sociale sarebbe una semplice adesione ad una ideologia. La dignità della persona, il rispetto e la cura del bene, un’economia etica e solidale, sono solo alcuni dei principi guida da elaborare in nuovi spazi di partecipazione politica dei cristiani  per una rinnovata “costruzione delle citta a misura d’uomo”. Uno spazio da ricreare con urgenza e dove far confluire i molti cristiani disorientati, delusi, distanti che vagano alla ricerca di un nuova identità politica, che potrebbe cominciare a costruirsi iniziando ad allargare e diffondere in un’ampia rete le positive esperienze di impegno politico-sociale diffuse in molte realtà cittadine. Una ricostruzione che è diventata ormai non più rinviabile.

di Onofrio Losito