No al ritorno del laicismo sotto qualunque forma

La notizia di una mozione “laica” volta ad impegnare Governo e Parlamento su una revisione radicale dei rapporti fra Stato e Chiesa in Italia riapre una questione lunga e complessa.

Come Argomenti2000 riteniamo che, a Novanta anni dal Concordato e dentro un quadro sociale, politico e culturale profondamente mutato può essere opportuno rimettere a tema la laicità delle istituzioni politiche ma stupisce e non è condivisibile che questo avvenga con una modalità e un’impostazione che appaiono del tutto destoricizzate.

In un momento storico nel quale appare in modo evidente come il religioso sia un fatto costitutivamente pubblico e non possa essere in alcun modo compresso nella sola sfera individuale, la proposta di abolire del tutto l’insegnamento della religione dal piano di studio delle scuole anziché ripensarne la natura, le finalità e le forme appare un gesto di ideologica miopia piuttosto che una rivendicazione della indipendenza della cultura e dell’insegnamento garantiti dallo Stato.

La questione della laicità è delicata e fondamentale per la tenuta democratica del nostro paese e riguarda la vita di tutti i cittadini e di tutte le realtà sociali che ne sono la trama e l’ordito. Ivi incluse anche quelle realtà che hanno un connotato religioso (non solo cattoliche dunque) e richiede che la laicità sia declinata come strumento di inclusione e valorizzazione del ruolo pubblico del religioso per la vita democratica del paese. Problemi di questa portata richiedono ben altro rispetto a mozioni che ripropongono schemi che appartengono ad un tempo oramai tramontato e sono letture della laicità che danneggiano la credibilità di un partito come il PD che vorrebbe poggiare le proprie fondamenta nelle migliori tradizioni riformiste del paese, tanto laiche quanto cattoliche. Occorre piuttosto, e riteniamo sia urgente, che il PD in questa nuova fase, maturi una propria sensibilità sulla laicità, costruita nel solco costituzionale che riconosce al religioso un ruolo pubblico e il diritto alla sua piena e libera espressione a tutela della libertà democratica di tutti.

Può forse essere utile ricordare il contributo che alla tenuta della laicità democratica hanno offerto proprio i cattolici nel corso della storia del loro contributo alla vita politica e culturale del paese. Ancora in tempi recenti figure che appartengono a quelle esperienze hanno testimoniato con coraggio come il rispetto della laicità delle istituzioni sia parte integrante della cura per le libertà democratiche del paese. E del resto, fu proprio un giovanissimo ministro della Pubblica Istruzione cattolico, Aldo Moro, a introdurre l’educazione civica come materia scolastica a metà degli anni Cinquanta. Una scelta, quella di allora, lungimirante e aliena da ogni “competizione” culturale con altre discipline perché fondata sull’idea che la cultura e il sapere, anche quello storico-religioso, sono strumenti imprescindibili per la comprensione del mondo in cui viviamo.