Newsletter - Pasqua 2019

Ven, 19/04/2019 - 11:26 -- nazionale

Cari amici,

poche righe per un augurio pasquale.

La cronaca politica con i suoi echi ci trasmette un’immagine litigiosa della compagine di governo, anche se occorre distinguere cosa ci sia davvero dietro i bisticci quotidiani. L'impressione è quella di trovarci davanti ad un inevitabile scontro quotidiano stante la diversità sostanziale dei due alleati e la eterogeneità del soggetto 5 stelle. Sta di fatto che per ora il contratto di governo tiene nonostante le parole grosse, le accuse reciproche, ecc. 

Certo si tratta di una tenuta che può funzionare fino a quando alcuni nodi arriveranno al pettine. Non c’è spending review che tenga se in autunno per coprire le voragini causate nel bilancio da provvedimenti come il reddito di cittadinanza, si sarà costretti a porre in essere provvedimenti impopolari come l’aumento dell’IVA, provvedimenti che metteranno a nudo tutto ciò che non si è fatto per favorire produzione e sviluppo. Le resistenze frapposte dal ministro Tria di fronte alla ventilata “Flat tax” o ai costi che comporterebbero le autonomie – peraltro dal ministro stesso definite incostituzionali sotto più di un profilo, e in particolare sotto quello del federalismo fiscale – ci dicono lo scenario in cui ci potremmo trovare.

Allo stesso tempo il confronto è in corso anche all’interno degli eterogeni partiti di opposizione. All’interno di Forza Italia si è aperto e si fa via via più evidente il dibattito su un dopo Berlusconi che tanti vorrebbero accelerare. Non si tratta solo di una questione di leadership ma di un più generale confronto sulla politica del partito che vede opporsi quanti lo vorrebbero collocato insieme alla Lega e a Fratelli d’Italia in uno schema di destra e chi invece intende attestarlo ad una linea più liberale, europeista in politica estera e non sovranista. 

Nel centrosinistra, alle fatiche che attraversano i partiti di sinistra in ricerca di identità o quantomeno di possibili elementi unitivi, si accompagnano i tentativi neocentristi che vedono nelle europee un test, se non per emergere, per contarsi. 

Dentro questo quadro il Partito Democratico, incoraggiato dal risultato delle primarie, si avvia ad un cambiamento di passo che sconta ancora le divisioni interne, con una fase di ulteriore frammentazione e un delicato passaggio che ha visto coinvolta la dirigenza regionale del partito in Basilicata prima ed ora anche in Umbria. Il rischio è che simili dinamiche rallentino una ripresa auspicabile anche nel passaggio elettorale europeo. Il momento è reso dunque delicato dalle incertezze, divisioni e debolezze che ancora vincolano il definirsi di un’alternativa politica forte, in un quadro sociale e culturale che vede condensarsi una destra che nel nostro Paese non ha mai avuto queste dimensioni nell’era repubblicana.

Motivi su cui riflettere e su cui, nei prossimi appuntamenti che l’associazione si è data e su cui torneremo subito dopo Pasqua, chiedono uno sforzo propositivo di pensiero e di azione capace di offrire al Paese, anche attraverso la politica, parole di speranza.