NEWSLETTER APRILE 2019

Gio, 04/04/2019 - 10:24 -- nazionale

FACCIAMO IL PUNTO

Oggi molto viene fatto all’insegna di un certo semplicismo, con una superficialità preoccupante. I proclami del governo ci dicono di avere raggiunto gli obiettivi previsti nei due, contraddittori, programmi, ma la realtà è un’altra. I conti ci dicono che il Paese va indietro e che in autunno la situazione sarà ancora più grave. A settembre, come è stato notato, il governo dovrà trovare 5,6 miliardi per rifinanziare “Quota 100”, altri 8 miliardi per rifinanziare il Reddito di Cittadinanza, 30-40 miliardi per finanziare la Flat Tax (che non può più rinviare), 23 miliardi per evitare l’aumento dell’IVA al 25,6%, altri 10 miliardi per coprire il buco dovuto alla mancata crescita (0,2% se va bene anziché 1%). E questi sono solo i capitoli di spesa principali che hanno come somma una cifra di circa 100 miliardi. Un problema notevole: costi che sarà difficile coprire senza tasse o provvedimenti che andranno a pesare sulle persone. Mentre il debito pubblico, un vero freno a mano che ostacola la ripresa, non diminuisce, bensì cresce.

Qui non c’entra la matrigna Europa, anche se sappiamo già che Salvini e Di Maio proveranno a buttarla in caciara e a dire che la colpa è di un’Europa che interferisce. La responsabilità di ciò che accade è in capo alle contraddizioni governative. Queste ultime sono frutto dell’esigenza, soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle, di definire una propria identità da spendere nella campagna elettorale per le prossime elezioni europee e arginare un’emorragia elettorale che appare difficilmente reversibili. Eppure, questa durissima dialettica, fatta di parole d’ordine, rischia di polarizzare il dibattito politico attorno ai due contraenti il patto di governo e mette all’angolo le altre forze di opposizione, a partire dal PD.

 

LA PROSPETTIVA POLITICA

Per quanto riguarda la situazione politica assistiamo ogni giorno alle ridicole schermaglie tra alleati di governo che seguono prospettive opposte in quasi tutti i campi e cercano in tutti i modi di accontentare il proprio elettorato. Mentre la prospettiva dovrebbe essere il Paese nel suo insieme ed è su questo che l’opposizione dovrebbe esercitare il proprio ruolo, in particolare l’opposizione di centro sinistra.

L’associazione, come sapete, non lavora direttamente nel campo partitico, ma questo non toglie che quanti di noi sono impegnati in quella realtà, si adoperino anche in quel contesto per favorire l’uscita da un’impasse preoccupante.

Quello che mi pare un elementare principio di realtà, consiglia di guardare con attenzione a quanto succede nel centro sinistra e in particolare nel PD. Di elementi critici ve ne sono tanti ed è inutile richiamarli; resta il fatto che, per chi è preoccupato della situazione del Paese e della crisi della democrazia, quel partito e quell’area politica sono indispensabili per costruire una proposta alternativa alla destra. Certo, con l’attuale sistema elettorale, alle prossime politiche dovrà essere messa in campo una coalizione e potranno-dovranno sorgere altri soggetti partitici. È un processo che va seguito con molta attenzione, specie per chi è preoccupato di una presenza qualificata del cattolicesimo politico. Intanto, chi può è bene che lavori su quello che, con ogni probabilità si presenterà come il perno più consistente di un’ipotetica coalizione.

Nel sito stiamo ospitando interventi di più voci ed intendono alimentare un dibattito sul PD, convinti come siamo che non sia sufficiente il ricambio di qualche persona ma occorra aprire una vera e propria fase costituente. Nel fare questo occorre pensare alla politica con una visione d’insieme, facendo attenzione alle conseguenze di lungo periodo che avrà la crisi sempre più profonda dell’area di centro-destra, che viene rapidamente assorbita in un asse composto da Lega e Fratelli d’Italia.

Tornando alle divisioni del governo, sono peraltro riconoscibili anche su temi come quello dibattuto nello scorso fine settimana. In un nostro documento che trovate sul sito (Più di una preoccupazione in margine al Congresso di Verona) e che è stato pubblicato anche su Huffington Post, abbiamo proposto una chiave di lettura per quel “Congresso delle famiglie” diventato oggetto di polemiche sul piano politico e su quello ecclesiale (con cui non c’entra direttamente). La vicenda vede intrecciarsi esigenze, preoccupazioni e finalità molteplici, rispetto alle quali l’opinione pubblica difficilmente riesce ad operare un’adeguata distinzione e a cogliere la portata di ciò che è realmente in gioco.

Non è facile cogliere ciò che sta dietro l’avvenimento di Verona. Per questo raccomando di leggere attentamente la nostra nota politica, mentre insieme dobbiamo constatare la follia che porta a strumentalizzare temi delicati e fondamentali come la vita, il matrimonio, in uno scontro politico rozzo e inconcludente.

D’altronde tutto il quadro politico dice un imbarbarimento che pare inarrestabile. Ne abbiamo avuta una dimostrazione anche con la riforma della normativa sulla legittima difesa, approvata giovedì scorso in via definitiva: è un segnale indicativo dell’inaccettabile linea culturale seguita dal governo. Secondo autorevoli giuristi, si tratta di una legge “incostituzionale” che porta con sé almeno due gravissime insidie. Il rischio è, come ha notato un giurista, che venga cancellato “tutto un patrimonio di razionalità e di moderazione” e che “il privato cittadino si trasformi in un’autorità che delibera la pena di morte e la mette in esecuzione indipendentemente da una situazione di pericolo”. Come non allarmarsi di fronte ad un provvedimento che, partendo da singoli casi e accarezzando le reazioni irrazionali, introduce una mentalità che non può che portare ad un’escalation della violenza e ad un’ulteriore banalizzazione della vita umana. Anche in questo caso sarebbe necessaria qualche voce in più da parte della cattolicità, accanto a quelle che si adeguano, che sottovalutano i pericoli e soprattutto che non colgono come, battere il tasto della paura con troppa insistenza, produce un indebolimento del metodo democratico. Quando un popolo ha paura è portato ad affidare il potere a chi proclama di volerlo difendere e tutelare, offrendogli sicurezza.

 

L’OCCASIONE EUROPA E IL FORUM ONLINE DI PARTECIPAZIONE CIVILE

Il tema europeo è oggi di grande attualità e per esso passa anche un’idea di politica, una visione e la scelta di continuare il cammino dell’integrazione. Molti difetti che l’Unione europea mostra nella fase presente non possono scoraggiare rispetto alla volontà di proseguire un cammino che ha assicurato la pace, lo sviluppo economico e la crescita di una nuova soggettività nell’assetto geopolitico, tanto più importante perché si colloca all’interno di quella che abbiamo chiamato globalizzazione. Le elezioni che si terranno nella prossima primavera assumono pertanto un significato che investe anche la politica nazionale e, in definitiva, il bene comune. È quindi importante offrire un servizio anche in vista di questa scadenza. Segnalo tra l’altro che è in preparazione un nostro documento da utilizzare durante la campagna elettorale

Per quanti sono interessati alle problematiche politiche e per contribuire a diffondere un alfabeto comune che consenta di condividere progetti e soluzioni, l’associazione, accanto all’attività ordinaria e al sito, ormai utilizzato da un numero sempre più alto di contatti, ha ritenuto di promuovere, un Forum di partecipazione civile. Si è scelto di utilizzare la formula online tipica della formazione a distanza. Sono allo studio, in proposito anche altre proposte specifiche, ad esempio per amministratori locali, che utilizzerebbe le modalità del Forum per una nuova consapevolezza politica, con le sue “Dieci lezioni per l’Europa”. Le lezioni sono utilizzabili anche in seguito, possono essere utilizzate per iniziative locali e per gruppi di approfondimento.

 

VOGLIA DI RETE

Come si può vedere anche dal fitto dibattito sollecitato e ospitato da “Avvenire” in questi ultimi mesi, tante voci si levano sostenendo la possibilità di collegarsi, di unirsi, di fare rete.

Si tratta di proposte che vengono da realtà differenti, quanto a finalità e consistenza, talvolta velleitarie o destinate ad andare poco lontano. Ma non sta a noi dare pagelle. Quello che dobbiamo fare è relazionarci con tutti, ascoltare e confrontarci. A cominciare dal porre attenzione, dove possibile, partecipando con degli osservatori, così come facciamo a livello nazionale, alle varie iniziative intraprese nell’area cattolico politica (Insieme, Rete Bianca, Demos, Cristiani Insieme per l’Europa, ecc.).

Possiamo inoltre, prendere atto, con un pizzico di orgoglio, del fatto che tanti ritengono utile il cammino che abbiamo intrapreso anni fa. Buon segno. Ne riceviamo una conferma e l’incoraggiamento ad accelerare il passo e comunicare meglio le idee, le iniziative e le proposte. In proposito nel prossimo mese di maggio terremo una due giorni organizzativa (stiamo valutando il 24/25 maggio). Tanti pensano ad una rete diffusa sul territorio come ad una risorsa. Avendo già fatto un certo lavoro sui territori dobbiamo cogliere l’opportunità di implementarlo con costanza e con pazienza, sapendo che i tempi potranno essere lunghi ma che comunque serviranno persone formate. Di qui l’invito a ciascuno di noi a dare un po’ di tempo, con generosità, per costruire la rete. Aperti sempre al confronto e alle possibili e auspicabili sinergie e, allo stesso tempo, senza perdere quanto acquisito sin qui.

 

  • Verso la seconda Costituente delle idee

Il nostro impegno, come ci siamo detti più volte, non è prepolitico ma prepartitico, nel senso che ci impegniamo per un’azione politica e culturale che passa per la formazione delle persone e per l’elaborazione di contenuti politici. Quanto prima partirà l’iter organizzativo per la seconda edizione della “Costituente delle idee” che si terrà nel prossimo autunno.

Pertanto, il nostro lavoro culturale, la “Costituente delle idee”, i pronunciamenti che alcuni di noi nelle prossime settimane invieranno ai giornali, come membri del Consiglio scientifico del CERSES, hanno questa finalità: offrire proposte, progetti, anche per quella fase costituente che il centro sinistra deve senz’altro intraprendere, dopo le primarie e la chiusura del congresso del PD.

In tal senso gli amici coinvolti nel PD, hanno posto da tempo alcune riflessioni e proposte e contribuito, con “Progetto Italia – Progetto Europa”, al dibattito interno al partito. Anche questa riflessione deve continuare ed allargarsi con un coinvolgimento di persone. Sappiamo tra l’altro che la criticità della situazione non può trovare una risposta e neppure un’opposizione valida, se sostenuta solo dal PD “così come è ora”. Per questo occorre allargare lo sguardo: l’opposizione può e deve partire da una società che torna a ragionare di politica, di istituzioni, di diritti.

Sui grandi temi che allargano l’orizzonte, abbiamo proposto, avendo davanti la prospettiva europea, il “Forum online di partecipazione civile”. In modo simile, sui temi delicati di politica interna, come la sicurezza, occorrono parole e proposte chiare che puntino a sollecitare la sensibilità e a cogliere le attese delle persone. Come sempre non resta che ricordare che il lavoro che ci attende è tanto. Per chi ingombra la politica perseguendo logiche di potere e di carriera potrà apparire illusorio e persino inutile, il nostro preoccuparsi di idee, contenuti e formazione, ma prendiamola come una sfida e proviamo a fare la nostra parte.

 

 

 

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