MILANO EXPO 2015, il vero Made in Italy

Martedì, 3 Novembre, 2015

Lo scorso  31 ottobre si è concluso l'EXPO 2015 dopo 6 mesi, passati in fretta, si sono spente le luci su un "evento- prodotto" che può essere veramente espressione di quello che l'Italia è o appare all'interno dei suoi confini e al di là delle Alpi e dei mari.  Un vero prodotto Made in Italy

Cercherò di andare con ordine:

Come da tradizione  italiana una volta assegnata a Milano l'organizzazione dell'EXPO 2015  si sono subito costituiti due partiti, a favore o contro l'EXPO 2015, dividendosi  in guelfi e in ghibellini con affollate truppe di "ghibellin fuggiaschi" formatesi  prima, durante e ovviamente alla fine dell'evento. Per anni  si sono letti articoli e interviste  e studi pro o contro Expo 2015, ma poi quando si sono aperti i cancelli piano piano i toni di taluni si sono attenuati e quelli di altri si sono rafforzati (a volte anche troppo).

A dire al verità all'estero, prima del 1 maggio, quest' evento non era così conosciuto come ci si sarebbe potuto aspettare, ma poi con la venuta dei leader del mondo l'eco mondiale ha avuto il suo effetto e la stampa internazionale, ad esempio Le Monde e FT, non si è più attardata ai soliti commenti disfattisti sull'Italia, ma hanno dovuto riconoscere che l'evento ha registrato un indubbio successo.

Del resto un tema così importante come quello di "Nutrire il Pianeta, Energia della Vita" con  la presenza di 145 nazioni espositrici, 1,2 miliardi di euro di investimenti pubblici,  300 milioni d’investimenti privati, 350 milioni derivanti dagli sponsor e un miliardo  di investimento da parte degli Stati partecipanti per un totale di quasi 3 miliardi di euro, anche volendo non poteva passare inosservato.

Per questo evento abbiamo fatto sfoggio di tutte le  caratteristiche dell' attitudine italiana a mettersi nei guai e poi riuscire a venirne fuori più o meno alla grande. E' vero ancora non si conoscono i veri numeri dell'evento : i ricavi, i costi e il  numero esatto dei visitatori; lo sapremo tra 6 mesi e non bisogna riporre nessuna illusione sui risultati: il track record economico di questi eventi in Europa è già scritto, ma se pensiamo che dopo 5 anni di voluti e cercati ritardi che hanno visto dal 2008 al 2013 una classe politica regionale e locale,  con il supporto di quella nazionale,  protagonista di tale scempio e  solo nel 2013  si è  individuato un manager come Giuseppe Sala a cui sono stati assegnati i "normali" poteri e responsabilità necessari a chi si appresta a realizzare un'opera così complessa, già si capisce che ci siamo riproposti a livello internazionale come improvvisatori. Inoltre se consideriamo, come da copione,  la presenza dei soliti conosciutissimi "biricchini" nella gestione degli appalti pubblici era gioco facile dire : non ce la faremo mai! Tale espressione era supportata non solo  dalla atavica sfiducia verso le Istituzioni da parte di molti nostri concittadini, salvo poi richiedere, da parte loro,l'intervento dello Stato  in ogni loro attività , ma anche ovviamente avallata da alcuni  media internazionali che sono sempre e comunque convinti di un'Italia incapace, pasticciona e albergata da bande di delinquenti. ( poi magari alcuni di questi Paesi fanno scoppiare delle guerre,  in modo fraudolento, che provocano morti e distruzione e  dopo qualche anno si pentono pure... e che cosa dovremmo dire noi italiani di loro?)  

Con il passare dei mesi  lo scetticismo è andato scemando e se qualcuno ha la pazienza di andare a leggersi la stampa internazionale dei tanti Paesi che hanno partecipato all'Evento, i giudizi positivi superano ampiamente quelli negativi, perché EXPO 2015 è stata un' occasione di incontri tra persone ed imprese. Ovviamente  bisognava essere coscienti che non ci si recava al Louvre o al Prado, ma ad  una grande festa popolare dove 145 Paesi  del mondo hanno cercato di dire qualcosa sulla nutrizione e sull'alimentazione nel Mondo, qualcuno c'è riuscito altri meno, ma tutti sono stati convinti di partecipare a qualcosa di importante e di poter dire qualcosa sull'argomento. La Carta di Milano  è un documento che elenca diritti e impegni che molti cittadini e  imprese hanno sottoscritto per trovare un modo di risolvere il problema della produzione di cibo, della malnutrizione e della cattiva nutrizione nel mondo. Questo documento, voluto dal Paese organizzatore e redatto soprattutto da italiani,  è stato presentato all'ONU a metà settembre 2015 e Ban Ki Moon l'ha fatto proprio quando ha fatto visita all'EXPO ad ottobre. Ebbene questo è un contributo della cultura italiana al mondo.Se ci si sofferma un pò, non è poca cosa e non sono solo parole  o inchiostro sprecato, perché è un contributo a quella cultura che  in molti Paesi è presente e  che si manifesta nella sensibilità verso la  Corporate Social Responsibility e la Green Economy che sta crescendo, anche solo perché conviene a tutti (se lo capiscono), così come conviene a tutti allargare i mercati e che questi ultimi siano sempre più capenti e ricettivi e sopratutto duraturi.

Sui visitatori è giusto soffermarsi un pò: gli stranieri non sono venuti in massa, ma il loro numero, 6, 5 milioni  è stato ragguardevole  e questi sono stati visitatori "veri" che hanno visitato non solo i padiglioni, ma anche una Milano rinata, e bella ed esagerando  si può citare il Financial Times che il 14 maggio la descrive come oggetto di un nuovo Rinascimento.

Molti i milanesi e lombardi hanno approfittato dell'apertura serale per recarsi molte volte all'Expo. La stragrande maggioranza dei visitatori ha apprezzato il sito di EXPO e la "Nuova Milano" che ci sorprende sempre con i  suoi numeri e con le sue realtà, delle sue aziende, dei suoi punta di forza  quali moda, design, innovazione, finanza, delle sue università che attraggono tante giovani risorse da tutto il Paese  (e anche dal mondo) che danno nuova linfa a questa Città che cambia forma, ma non i suoi valori che vengono perpetuati dai "nuovi milanesi ". Anche per questo punto vale la pena citare due estremi del made in Italy che  ci caratterizzano , mentre ci si meravigliava della silenziosa e "britannica pazienza" nell'adeguarsi alle file dei visitatori ( la stragrande maggioranza), c'è stato qualche "arci-italiano" che si fingeva paralitico, incinta o si presentava con passeggini fasulli, per saltare le file.... ma quando miglioreremo tutti? Mai.

 Ma la comunicazione in questi casi ha debordato, perché ha dato risalto non solo a quelli che facevano i furbi, intramontabile vizio italiano, ma si è meravigliata della compostezza della maggioranza nel fare la fila! ma lo si vuole comunicare un pò di più  che il nostro è un Paese in cui le brave persone sono la stragrande maggioranza che lavorano sodo, che pagano le tasse, che timbrano i cartellini, ma che è oscurata mediaticamente da un numero comunque  limitato di furbetti ?

Un altro  punto da rimarcare del made in Italy  è la capacità organizzativa che EXPO Spa  è riuscita a dimostrare , perché se è stato profuso un sforzo sovra-umano nel riuscire a concludere la costruzione del sito in tempo, va rimarcata la gestione dell'evento che ha visto un continuo enorme  afflusso diurno di persone e di un complicato approvvigionamento  notturno di beni per tutti i padiglioni, nella organizzazione della pulizia e nella gestione  sicurezza, si pensi solo alla presenza di tanti leader del mondo che sono venuti senza problemi in un luogo all'aperto. Sono state  delle vere  eccellenze e senza sbavature. Ma  non siamo auto-convinti che noi Italiani  siamo bravi a gestire solo le piccole organizzazioni? Ebbene questo è  un altro mito da sfatare.

Non da ultimo è da rimarcare cosa ci lascia questo evento-prodotto che non dobbiamo sprecare ossia un ulteriore apertura internazionale  di Milano che va al di là degli importanti  B2B tra imprese, ma che ha segnato l'esperienza di chi ha visitato il sito di EXPO perché ha potuto "metaforicamente vedere" che il mondo è vicino ed interconnesso e che le tutte le nazioni vivono un destino comune e quindi tutti possono migliorare le proprie vite, potendo, se lo si vuole migliorare anche  le vite degli altri.

E su questa scia si può affermare che  Milano ha un destino di confronto internazionale perché inserita in un circuito di élite di World-City, ma che sarà più forte ed incisivo se Milano saprà far partecipare  a questa nuova sfida le altre straordinarie capacità e risorse di un Paese come l'Italia che è e rimane leader e apprezzato per al sua capacità realizzativa del Made in Italy più all'estero che nei propri confini: una Milano che è perno di due ponti con una campata verso l'estero e una verso l'interno.

In conclusione si può affermare che l'evento EXPO 2015 si presta alle più disparate interpretazioni e giudizi, ma senz'altro si può affermare che è stata una mini rappresentazione dell'Italia che ha riproposto i suoi tantissimi vizi, ma anche tanti pregi che nei momenti decisivi vengono fuori e che il mondo intero ci guarda e, anche se  qualcuno a denti stretti,  ci ammira e di questo ne dobbiamo essere se non fieri almeno coscienti.