A Livorno..anime e corpi

l vescovo parla della tragedia dell'acqua e del fango che ha travolto vite e seminato disperazione, di ciò che è imprevedibile ma anche di quanto si sarebbe potuto prevedere e prevenire, di possibili responsabilità umane per un carente sistema di allerta. 

Il sindaco controbatte che il vescovo deve fare il suo mestiere, cioè occuparsi delle anime.
Non conosco quali corsi di filosofia o di teologia abbia frequetato il nostro (anzi il vostro, di voi livornesi!) ma per quel poco di teologia che ricordo mi consta che le anime stiano dentro i corpi, e se il fango travolge i corpi, con loro se ne vanno anche le anime. Quindi occuparsi di anime - anche da parte di un vescovo - comporta prendersi cura  anche di quei corpi che le contengono e denunciare ciò che mette a repentaglio le une e gli altri.
D'altra parte, quando - magari inviate dalle strutture e dai servizi pubblici - arrivano alla Caritas, alle parrocchie e al volontariato persone a cui dare un pasto, un alloggio, un aiuto, i cristiani (vescovi, preti e semplici fedeli) pensano che sia quello il modo per salvarsi l'anima, e per questo accolgono e curano i corpi di poveri, disperati, rifugiati...
Di Antonio Cecconi