Legalizzazione della cannabis. Quali le possibili conseguenze.

Mercoledì, 9 Settembre, 2015

Continua il dibattito sulla legalizzazione della cannabis, dopo la proposta di legge presentata nel mese di luglio, da alcuni parlamentari. Il testo prevede la possibilità per i maggiorenni di detenere una modica quantità di cannabis per “uso ricreativo”, consentendo l’autocoltivazione della marijuana anche per fini terapeutici . L’esperienza degli Stati che hanno regolamentato in forma legale il mercato della marijuana, dimostrerebbe, secondo quanto riportato dai promotori, che il numero dei consumatori non è affatto cresciuto, né è aumentato l'impatto sociale e sanitario direttamente o indirettamente connesso al consumo.

Dalla legalizzazione deriverebbe inoltre, un risparmio dei costi legati alla repressione penale del fenomeno, in considerazione del fatto che l'attività di coercizione condotta negli ultimi anni, non ha avuto l’effetto di  arginare  l'influenza economica e politica delle organizzazioni criminali che controllano la produzione delle materie prime e non ha ridotto i profitti dei trasformatori e degli intermediari, né limitato il consumo delle droghe proibite.

In sostanza, la proposta inserisce la coltivazione in forma personale e associata di cannabis tra le fattispecie lecite, come condotta non sottoposta ad alcun regime “autorizzatorio”, legalizza la coltivazione della cannabis a scopi cosiddetti ricreativi (e la conseguente detenzione del prodotto da essa ottenuto) a determinate condizioni ed entro precisi limiti, concernenti sia i requisiti soggettivi (persone maggiorenni), sia i quantitativi ammissibili. 

Si tratta di una proposta di legge che solleva degli interrogativi sulle conseguenze future della eventuale legalizzazione della cannabis, in particolare su come potrebbero cambiare la disponibilità e l’accesso alla droga da parte dei più giovani.

Non si esclude inoltre, che la legalizzazione della cannabis, potrebbe influire sulla percezione delle conseguenze negative dell’uso di droga, legate anche alla definizione contenuta  nel testo proposto di “uso ricreativo”.

Altro interrogativo riguarda il divieto posto dalla legge ai minorenni, se possa rappresentare concretamente, una forma di tutela nei loro confronti.

Il piacere o l’alterazione degli stati di coscienza, legati al consumo di cannabis, sono considerati, da alcuni giovani come un fattore di aggregazione. Fumare cannabis in gruppo diventa un modo per aumentare e facilitare la comunicazione, il divertimento, la complicità tra i suoi componenti. La cannabis verrebbe usata come droga “socializzante”, in grado di migliorare le prove relazionali che l’adolescente deve affrontare. 

In un recente comunicato stampa, l’Associazione Scienza e Vita, ha ribadito gli effetti deleteri di questa droga, chiamata falsamente ‘leggera’ ed ha evidenziato come l’espressione per “uso ricreativo”, che compare nel testo, sia “un modo di  nascondere dietro le parole le drammatiche conseguenze del suo uso irresponsabile”. 

I dati di una indagine condotta negli Stati Uniti,  dove un certo numero di giurisdizioni locali ha depenalizzato il possesso di marijuana per uso ricreativo da parte di adulti, dimostrano come la marijuana sia la droga illecita più usata dagli adolescenti.

Gli effetti negativi della marijuana sono stati ben documentati e gli studi hanno dimostrato le potenziali conseguenze negative di breve e lungo termine dell'uso ricreativo di marijuana tra i più giovani. 

Secondo una recente ricerca, un giovane che inizia ad usare droghe in età precoce, compresa la marijuana, ha più probabilità di sviluppare tossicodipendenza o dipendenza in età adulta. Questo è il cosiddetto fenomeno della "sensibilizzazione", secondo cui precoci somministrazioni anche di basse dosi di marijuana, cocaina, amfetamina, eroina e perfino di nicotina, sensibilizzano il soggetto a ricercare in tempi successivi gli stessi effetti psichici nelle successive somministrazioni. Da studi condotti sulla marijuana, è stato dimostrato che la stessa è in grado di indurre sensibilizzazione verso la cocaina, l’eroina ed altre droghe. Ad esempio, una persona che è stata sensibilizzata in giovanissima età con cannabis, ricercherà e sperimenterà maggiormente, in età più avanzata, anche altre droghe più potenti. Chi invece non ha avuto questa sensibilizzazione, avrà molte meno probabilità di usare droghe in adolescenza.

Le droghe interferiscono profondamente con il regolare sviluppo cerebrale e con i meccanismi neurobiologici e psicologici della gratificazione, dell’attenzione, della memorizzazione, dell’autocontrollo o della capacità di giudizio, con riduzione a volte anche permanente delle performance psicofisiche della persona, oltre che dei suoi valori e delle sue potenzialità artistiche e creative. 

L’uso di cannabis, in particolare, comporta negli anni anche una riduzione del quoziente intellettivo, altera le funzioni cognitive, provoca perdita della memoria e della capacità di giudizio e può accelerare, come altre droghe, l’invecchiamento del cervello.

Spesso poi, l’uso della cannabis è associato al consumo di alcol. Nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, alcol e cannabis sono le due droghe lecite e illecite più comunemente utilizzate in modo  simultaneo, con  effetti negativi severi.

 

Anche negli Stati Uniti, le leggi sulla legalizzazione della marijuana  sono ancora oggetto di discussione ed opinioni contrastanti.

The American Society of Addiction Medicine, la più grande associazione di medici specializzati in dipendenza, ha pubblicato un libro nel 2012 opponendosi alla legalizzazione perché "la marijuana non è una sostanza sicura e innocua" e la dipendenza da marijuana "è un problema di salute” serio.

L’American Medical Association nel 2013 ha ribadito la sua opposizione alla legalizzazione della marijuana.

Secondo l’American Academy of Pediatrics, non è chiaro quale sarà l'impatto della legalizzazione della marijuana per gli adulti e se ci saranno conseguenze  sull’aumento  del consumo di marijuana da parte degli adolescenti.

Una delle conseguenze della legalizzazione riguarda l’eventualità che la marijuana venga percepita come meno rischiosa. Lo stesso utilizzo della cannabis per uso terapeutico, potrebbe veicolare l’idea della non pericolosità della stessa e che il suo uso consentito dalla legge è sicuro,  così da sottovalutarne i conseguenti pericoli.

Agli Stati che hanno legalizzato la marijuana per scopi ricreativi, l’American Academy of Pediatrics consiglia di approfondire, attraverso nuove ricerche, gli effetti delle recenti leggi che legalizzano l'uso di marijuana, per poter comprendere meglio l'impatto delle stesse e definire le migliori politiche per ridurre l'uso di marijuana da parte degli adolescenti.

Raccomanda vivamente, una rigorosa applicazione di norme e regolamenti che prevedano dei limiti riguardanti sia l’accesso alla droga che la diffusione di eventuali campagne pubblicitarie.

Questi elementi dovrebbero far riflettere sugli effetti di eventuali cambiamenti nella regolamentazione dell’uso di cannabis e allo stesso tempo, adoperarsi per sviluppare  nuove strategie di prevenzione e campagne di educazione, rivolte in particolare agli adolescenti, tenendo presente che anche il contesto normativo in cui il giovane cresce, incide sulla formazione e sul grado di disapprovazione che manifesterà verso la droga. 

La prevenzione diretta ai giovani ed in particolare ai giovanissimi può essere efficace soprattutto se attuata attraverso un approccio precoce, sia di tipo informativo sui rischi e sui danni derivanti dall’uso di droghe che di tipo educativo, che promuova e favorisca le relazioni e i rapporti umani.

E’ importante educare i giovani al rispetto di se stessi e degli altri, a gestire le proprie emozioni e lo stress, ad avere senso critico e prendere buone decisioni, per istaurare relazioni più efficaci.  A tal fine, sono consigliati interventi differenziati in considerazione del diverso grado di vulnerabilità delle persone e della diversa sensibilità agli stimoli preventivi, rispetto alle persone che non presentano particolari fattori di vulnerabilità. Laddove sia maggiore la presenza di fattori di rischio e protettivi possono essere adottati differenti percorsi per i giovani. Più fattori di rischio ci sono (scarsi fattori educativi, stress, maltrattamenti, alta disponibilità di sostanze, familiarità, ecc.) in assenza di fattori protettivi (soprattutto di tipo educativo ed ambientale), maggiore è la probabilità che le persone sviluppino uno stato di vulnerabilità alla dipendenza. Fondamentale il ruolo ricoperto dalla famiglia, dalla scuola, dalla comunità medica, dai media e dalla “rete”, per la creazione di condizioni favorevoli per ridurre il rischio di uso di droga  e il possibile sviluppo di dipendenza.  Evidenze scientifiche hanno dimostrato che la “disapprovazione sociale” nei confronti dell’uso di droghe può influenzare l’uso di cannabis negli individui , infatti dove è più forte questo fattore, là è meno diffusa tra gli adolescenti. In conclusione, la presenza di norme e di una cultura che siano contro e non accondiscendenti verso l’uso di droghe, rappresentano un fattore determinante per la crescita e la qualità di vita dei più giovani.