La situazione in Siria ci interessa

Quanto si sta verificando in Siria, nella provincia di Idlib, è il più triste e il più tragico degli epiloghi di quasi nove anni di guerra civile. Quella che si profila è l’ennesima tragedia umanitaria che coinvolge circa 4 milioni di civili intrappolati sotto le bombe della Siria, mentre le truppe della Turchia, entrate in territorio straniero, bloccano l’accesso al confine turco-siriano. La tregua, siglata ieri fra Putin ed Erdogan, di fatto congela una situazione quanto mai precaria che ha provocato da dicembre a oggi già un milione di sfollati (il 60% donne, il 21% bambini) e non offre garanzie sufficienti per la risoluzione, almeno dal punto di vista umanitario, della crisi. 

Solo Papa Francesco ha più volte levato la sua voce per denunciare questa tragedia che ha già provocato, dallo scorso dicembre, oltre 900mila sfollati e in prospettiva una crisi umanitaria difficilmente governabile. Non può essere considerato una garanzia la tregua annunciata da Putin e Erdogan, basata su una spartizione di interesse, come non si può tacere sullo spostamento strumentale di profughi da anni in Turchia verso la Grecia. Questo richiede pure una adeguata risposta politica dell’Europa con una completa riforma della politica sulle migrazioni e una apertura di una nuova politica estera.

Di fronte a questo tragico scenario sentiamo il dovere civile e morale di non lasciare solo papa Francesco nel denunciare questa tragedia. Per questo Argomenti 2000 aderisce all’appello - lanciato da un cartello di associazioni e ripreso dal quotidiano Avvenire - di partecipare all’Angelus di domenica prossima dietro allo striscione “PER I DIMENTICATI DI IDLIB” e di accendere una luce alle finestre delle nostre case nella speranza che la nostra preghiera e l’impegno morale e civili di tutti aiuti la Siria a imboccare la strada della pace.