La necessità dell'ora

Venerdì, 1 Giugno, 2018

 

Lettera aperta al Partito Democratico

 

La gravità dell’ora che viviamo impone, accanto alla doverosa solidarietà al Presidente Mattarella e alla vigilanza sulle reazioni demagogiche, un atteggiamento responsabile dei partiti. In maniera particolare il Partito Democratico è tenuto a farsi carico, per la sua parte, di scelte e comportamenti che costituiscano una visibile alternativa al populismo anti-europeo. 

Il decadimento della crisi politica in una crisi di ordine istituzionale e in un conflitto di poteri fra il Parlamento e la sua maggioranza e il Presidente della Repubblica ha aperto uno scenario inedito e generato un clima pesante sul piano della dialettica politica, la quale risulta oramai sganciata dalle questioni che attengono alla vita sociale, economica e culturale. Andiamo incontro ad uno scenario caratterizzato da una pericolosa compressione della realtà in una dicotomia fra “sovranità” e “Europa”, fra “democrazia” e “poteri forti”, senza alcuna declinazione di questi concetti e di queste nozioni. 

Per questo è ancora più urgente porre in essere una politica che sia esercizio dell’intelligenza degli avvenimenti e questo richiede di comprendere in profondità il quadro italiano che abbiamo davanti. Il consenso di cui godono Lega e Movimento 5 Stelle diventa, in questa fase, l’espressione di un Paese che non riesce a trovare nella sua classe dirigente quel linguaggio, - espressione di idee politiche - capace di rendere ragione della realtà che vive e dunque si affida a parole d’ordine (“sovranità”, “indipendenza” etc.) percepite come nuove, mentre sono in realtà il ritorno di un lessico che animava la vita europea cento anni fa. 

È fondamentale che il Partito Democratico, di fronte a tutto questo, compia un salto di qualità per essere capace di servire il Paese, recuperando fiducia e consensi. Per farlo deve dimostrare, nella prassi della sua vita interna, il senso che attribuisce all’aggettivo “democratico” avviando e sostenendo senza timore un processo di democratizzazione, uscendo dal ripiegamento in cui si è consegnato con la lotta per la leadership, ciò che serve infatti è un partito che torni a parlare al Paese con una voce sola, senza inutili protagonismi, che batta un colpo e faccia sentire che difesa delle istituzioni e bene comune dei cittadini non sono occasionali strumenti di una opposizione, ma i pilastri che sorreggono la società; un partito che sappia ripensare il modello di sviluppo e le logiche di maggiore e più sociale integrazione europea. Anche per questo è importante che il partito manifesti una pluralità reale, così come voluta dal progetto iniziale, in modo che tutte le aree culturali che si riferiscono al PD siano rappresentate, anche attraverso donne e uomini espressione significativa di realtà sociali organizzate.

Serve il coraggio di un progetto di Europa, che può nascere in Italia e che può essere poi condiviso con donne e uomini democratici di tutto il Continente. Il progetto di un’Europa che si fondi sul pilastro della democraticità delle proprie istituzioni e dei propri processi decisionali, che dia al Parlamento europeo e non al Consiglio dei ministri il ruolo di vero cuore politico dell’Unione. Un’Europa che si ricordi che uno dei propri principi fondativi e imprescindibili è quello della “sussidiarietà” che traduce, sul terreno economico e sociale, una logica pienamente democratica.

Alla luce di quanto accaduto in questi giorni ed in vista delle elezioni europee della primavera del prossimo anno, il PD dovrà spendersi per una alleanza di liste riformiste capaci di conquistare la presidenza della Commissione europea. Solo una Europa politicamente più forte potrà essere un’Europa più solidale. Come è stato notato e come dimostra la situazione italiana: un governo europeo ridotto alla sola austerity e incapace di vera solidarietà su sviluppo, lavoro e migranti di fatto porta acqua all’euroscetticismo. 

Ci chiediamo: è in grado il PD di affrontare questa sfida, di confrontarsi con questi due nodi, uno interno e l’altro decisivo per il futuro di tutti? Vorremmo poter rispondere positivamente e per questo offriamo la nostra collaborazione, consapevoli che il crinale storico che affrontiamo è decisivo e le scelte fatte saranno irreversibili. O il PD accetta la sfida e la logica di una democrazia piena ed europea o non ci sarà altra voce a cui i cittadini daranno credito, se non quella di chi si autoproclama interprete della volontà popolare, illudendo il popolo e portando il Paese sulla strada di una drammatica regressione. 

 

 

Chi vuole firmare la lettera può inviare nome e cognome a: info.cerses@gmail.com