La democrazia e i nostri risparmi

I cupi presagi notturni che ci ha lasciato il virulento scontro Istituzionale di ieri, senza precedenti, in cui sono state messe in discussione le prerogative del capo dello Stato, i nostri rapporti internazionali e i nostri risparmi, necessita della comprensione dei veri motivi aldilà delle scuse politiche. Salvini ha afferrato al volo che il possibile governo nascente sarebbe entrato rapidamente in crisi con un programma (contratto) insostenibile e una squadra raffazzonata. Spregiudicatamente ha trovato il pretesto per far saltare tutto raggirando con destrezza Di Maio che non solo non ha capito ma addirittura offre al capo della Lega la corda per impiccare il movimento. Savona è stato il casus belli della scelta di tornare alle urne per drenare i consensi del M5S, risolvere de finitamente i rapporti con la sua coalizione affermando la propria leadership e portando la Lega ad essere il primo partito italiano; il resto si vedrà dopo. Il presidente Mattarella ha assecondato fin quando ha potuto i due partiti accettando tempi e anche un Presidente del Consiglio chiaramente senza propria autonomia decisionale. Ha retto finchè ha potuto le inevitabili conseguenze finanziarie derivanti dalla messa in discussione dei rapporti internazionali derivanti dalle ambiguità sull’Euro e dagli stretti rapporti di Salvini con Putin. Non poteva cedere al diktat dopo avere suggerito che addirittura il Ministero dell’Economia potesse andare al numero due della Lega Giorgetti. Salvini non ha mai fatto nulla di concreto per far conferire al centrodestra l’incarico di Governo che forse poteva essere alla portata se fosse stato al Capo dello Stato l’incarico di presidente del Consiglio ad una figura di garanzia Europea tipo Tajani che in parlamento avrebbe potuto cercare di allargare i confini e trovare i voti mancanti. Un lucido disegno di potere che potrebbe ridisegnare totalmente il quadro politico con la rottura del centrodestra, le invitabili ripercussioni nel M5S quando comprenderà il raggiro, Berlusconi chiamato a nuove scelte e il Pd sollecitato a chiudere le polemiche e trovare novità. Non è da escludersi l’avvento di un nuovo soggetto politico nel vuoto che si è creato nel cosiddetto Centro. Vediamo quanto potrà resistere un governo di minoranza seppur condotto dal grintoso Cottarelli ma è chiaro che siamo in una campale campagna elettorale e che bisognerà trovare i mezzi per disinnescare le fake news circolanti a piene mani nella rete. Tutti vogliamo migliorare ma possiamo anche drammaticamente sprofondare in una crisi senza precedenti che vanificherebbe gli sforzi del “popolo” italiano mettendo il crisi la nostra Libertà, le istituzioni i nostri risparmi. Un futuro da incubo che l’Italia non merita proprio.

Di Alberto Mattioli