La democrazia deliberativa "contagia" anche la Corte Costituzionale?

Domenica, 26 Gennaio, 2020

"Nell’uso corrente, «deliberare» è sinonimo di «decidere». Il termine è ormai relegato quasi esclusivamente all’ambito istituzional-amministrativo: una «delibera» comunale, per esempio, è un atto che formalizza una decisione dell’amministrazione locale. La lingua italiana, un po’ paradossalmente, ha perso per strada l’originario significato latino: de-liberare (da libra, bilancia) letteralmente significa «ponderare completamente». La lingua inglese ha invece conservato l’accezione originaria: deliberare significa sì assumere una decisione nel merito di una questione, ma solo dopo averla discussa ed esaminata a fondo, «soppesando» attentamente i pro e i contra dei diversi possibili corsi d’azione comprese le conseguenze, i vincoli, le opportunità, i valori e gli interessi in competizione, gli eventuali scambi e sacrifici in gioco (R. Lewanski, La prossima democrazia, pag .41).

Lo studioso di democrazia deliberativa Rodolfo Lewanski ricorda che "deliberare" deriva dal latino “libra”, cioè bilancia. E' interessante ricordare che la "bilancia" è uno dei simboli della giustizia. Sembra utile partire da questo accostamento simbolico per segnalare una inedita manifestazione della democrazia deliberativa, vale a dire nell'ambito dell'ordinamento della Corte Costituzionale. Infatti, il nuovo articolo 4-ter delle “Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale” prevede che qualsiasi formazione sociale senza scopo di lucro e qualunque soggetto istituzionale, se portatori di interessi collettivi o diffusi attinenti alla questione in discussione, potranno presentare brevi opinioni scritte per offrire alla Corte elementi utili alla conoscenza e alla valutazione del caso sottoposto al suo giudizio.

Seguono due riflessioni, la prima teorica, la seconda esperienziale.

Con questa innovazione il ragionamento e la ponderazione dei giudici di Monte Cavallo si arricchiranno dalla recezione di  “brevi opinioni scritte” inviate dalla società civile. Si segnala che la dimensione deliberativa della democrazia prevede, tra i proprio requisiti, proprio quello della inclusione del maggior numero di punti di vista possibili prima di discutere ed esaminare una questione particolarmente complessa (es. la localizzazione di una nuova infrastruttura che abbia un impatto rilevante sull'ambiente circostante).

Si definiva "inedito" questo accostamento della dimensione deliberativa della democrazia con l’ordinamento che vige a Monte Cavallo. Tuttavia, esistono delle riflessioni teoriche che guardano con favore all'arricchimento del potere giurisdizionale (non solo della Corte Costituzionale, quindi) con evidenze dialogiche dai tratti deliberativi: pensiamo alle riflessioni di Cass Sunstein, Joseph Raz, Jeremy Waldron nel mondo anglosassone e in Italia a quelle di R. Balduzzi e  M. Mangini ( per un approfondimento, si rimanda al ricco saggio di Giovanni Cogliandro, Rule of Law, Giuffrè).

A livello esperienziale, chi studia e pratica da anni la democrazia deliberativa potrebbe scorgere una non banale rassomiglianza tra i pareri scritti richiesti alla società civile ed i cosiddetti "quaderni degli attori" che i dibattiti pubblici prima di una grande opera prevedono al proprio interno.

Si ricorda che il Dibattito Pubblico è un processo di informazione, confronto pubblico e partecipazione su opere, progetti o interventi che assumono una particolare rilevanza per la comunità regionale, in materia ambientale, territoriale, paesaggistica, sociale, culturale ed economica. (v. Legge regionale toscana n. 46 del 2 agosto 2013 ed il DPCM 10 maggio 2018, n. 76  che ha introdotto in Italia il dibattito pubblico).

Mentre i Quaderni degli attori sono uno tra gli strumenti più importanti con cui qualsiasi cittadino, durante lo svolgimento del Dibattito Pubblico, può presentare le sue osservazioni, proposte e contributi. Apportando, così, il proprio originale punto di vista.

Qui possiamo ricordare i dibattiti pubblici svoltisi a Livorno (nel 2016) ed a Gavorrano (nel 2017), secondo la disciplina della legge regionale toscana sulla partecipazione sopra citata: Il dibattito pubblico di Livorno ha riguardato la possibilità dell’ampliamento del porto e la riqualificazione della stazione marittima. Il dibattito pubblico di Gavorrano ha, invece, permesso la discussione civica sull’uso dei gessi per il ripristino dei siti di attività estrattive nel comune di Gavorrano (Grosseto).

A Livorno i quaderni degli attori raccolti ammontano a 18, e sono stati compilati per la maggior parte dal tessuto associativo partecipante. A Gavorrano i quaderni inviati dagli attori locali sono stati in tutto 13, a firma dei lavoratori che operano nella industria dei gessi, delle associazioni ambientaliste, dei sindacati... 

E' allora da accogliere con interesse questa apertura della Corte costituzionale alla democrazia deliberativa. Con un auspicio: che questa ventata deliberativa da Monte Cavallo arrivi al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dove da un anno e mezzo aspetta di essere costituita la Commissione nazionale per i dibattiti pubblici in Italia…

 

Qui il link al Comunicato Stampa della Corte Costituzionale

https://www.cortecostituzionale.it/documenti/comunicatistampa/CC_CS_20200111093807.pdf

Altri link utili per approfondire:

https://www.radioradicale.it/scheda/569467/democrazia-deliberativa-e-giurisdizione

http://www.vita.it/it/article/2020/01/15/societa-civile--corte-costituzionale-la-rivoluzione-di-marta-cartabia/153791/