L’esito di un sorteggio e una lezione da apprendere

Mercoledì, 22 Novembre, 2017

Certo, la delusione c’è tutta. L’incredibile sorteggio per decidere del ricollocamento dell’Agenzia europea dei medicinali – un metodo sicuramente da cambiare – ha tutto il sapore amaro di una beffa, per una candidatura, quella dell’Italia e di Milano, in testa in tutte le votazioni.

“Qualche volta si vince. In altri casi si impara” recita un adagio che ci deve aiutare ad utilizzare questa occasione anche per guardare avanti, e per contrastare l’amarezza di questa sconfitta immeritata.

La prima nota è che, pure in una competizione serratissima con alcune grandi capitali europee, Milano, unica città non capitale è assolutamente competitiva. In questi mesi di lavoro preparatorio e di campagna elettorale, grazie al dossier accuratissimo compilato dal Comune di Milano e dalla Regione Lombardia, e grazie alla sinergia tra attori istituzionali e settore privato, siamo stati in grado di valorizzare in ogni sede opportuna le eccellenze di Milano e della Lombardia in un settore strategico come quello delle scienze della vita. Questo è preziosissimo per l’Italia tutta, in un’epoca nella quale, come sostiene il professor Enrico Moretti dell’università di Berkeley, le possibilità di crescita di una nazione sono determinate dalla competitività internazionale delle proprie città. L’Italia deve continuare a promuovere Milano e la Lombardia perché esse possono aiutare lo sviluppo del resto del Paese. Il progetto di Human Technopole sarà la prossima tappa.

Il secondo punto è la forza di un lavoro unitario. Non dobbiamo dimenticarlo in futuro: il lavoro per EMA è risultato eccellente per la collaborazione inter-istituzionale e tra forze politiche. Per EMA c’è stata una cooperazione quotidiana tra Beppe Sala e Roberto Maroni, tra il governo e le forze di maggioranza e opposizione, con anche la creazione di un intergruppo parlamentare trasversale ai partiti che ha effettuato varie missioni nei paesi europei. Quando l’Italia gioca in squadra, siamo forti e ci può sconfiggere solo la sorte. Contrasta in questo senso l’impotenza della politica capitolina che non ha avuto il coraggio di intraprendere la sfida della candidatura ai Giochi olimpici del 2024. Forse anche per l’incapacità strutturale del Movimento 5 Stelle di collaborare con altre forze politiche e livelli istituzionali.

Infine, una riflessione sulle contrastate ambizioni dell’Italia nello scenario internazionale. Viviamo in un paese che oscilla troppo spesso tra l’idea che le spese per la diplomazia o per le missioni militari siano comunque degli sprechi e la voglia di affermarci anche come potenza internazionale. In effeti subiamo troppo frequentemente i contraccolpi di una politica miope che tavlvolta preferisce le invettive contro gli altri paesi europei o i tecnocrati di Bruxelles alla costruzione di rapporti stabili e frequenti anche con paesi che riteniamo più remoti. Un infantilismo che certamente non ci permette di programmare con lucidità obiettivi, mezzi e risorse. Non è stato questo il caso della partita per EMA, ma in generale l’Italia e i suoi punti di forza, per essere promossi all’estero, hanno bisogno di investimenti continuativi nel sistema di proiezione internazionale e di un rapporto meno schizofrenico con l’Europa. Una lezione che dovrebbe essere appresa dalla politica italiana, tutta, per essere più pronti per le prossime sfide che verranno. EMA ci dimostra che possiamo farcela, anzi che aspettiamo solo l’occasione di una rivincita.