Ipotesi di regole per fare politica con WhatsApp

Mercoledì, 9 Dicembre, 2020

Argomenti2000 ha partecipato, con il suo presidente, all’incontro di Retinopera, “Come fare Rete”, organizzato on-line il 30 novembre scorso. Tra i contributi, anche quello del prof.  Leonardo Becchetti, in quale, tra le altre cose, ci ha riferito che oramai le liste elettorali si fanno su WhatsApp.

Ho iniziato ad immaginare cosa questo possa voler dire, cosa questo possa voler significare...

Innanzitutto, ho riflettuto sulla necessità di scrivere delle regole per la democrazia su whatsApp. Propongo, pertanto, agli amici di Argomenti2000 queste “Ipotesi di regole per fare politica con WhatsApp”.

 

1) La forma on life (dal vivo) rimane quella più opportuna per viver la democrazia. Tuttavia, la pandemia ci sprona ad esplorare anche la modalità on-line. Proviamo a scrivere delle regole per fare politica su WhatsApp.

2) Il processo decisionale va proceduto da un processo di esplorazione del tema su cui si deve decidere. Non bisogna essere frettolosi: prima di un momento decisionale c'è bisogno di momento di scambio di opinioni, di esplorazione dei diversi punti di vista soprattutto quelli più fragili o marginali.

3) La costruzione della agenda di un incontro politico va condivisa il più possibile con tutte le anime o componenti o sensibilità del gruppo politico che organizza l’incontro.

4) Alla discussione preparatoria ed all'incontro decisionale possono partecipare iscritti e simpatizzanti.

5) All'incontro a carattere decisionale possono partecipare con diritto di voto solo le persone legittimate ed in regola con la eventuale quota di tesseramento.

6) Si può esprime il voto con gli emoticons: a favore, faccina sorridente; contrario, faccina triste; astensione, faccina dubbiosa.

7) La somma dei voti a favore e di quelli astenuti e di quelli contrari deve essere uguale a quella di chi è presente validamente all'incontro.  La mancata scelta di un emoticon è considerata una astensione.

8) Un verbalizzatore trascrive un sunto dell'incontro con la indicazione di presenti, ordine del giorno, interventi, eventuali votazioni e loro esito. Tale sunto viene conservato in forma elettronica nel device di chi è il coordinatore eletto del gruppo politico ed è visionabile su richiesta legittimata.

9)  Il Congresso di un gruppo politico si articolare in due fasi; la fase esplorativa e la fase decisionale. La fase esplorativa coincide con la presentazione delle mozioni e con il relativo dibattito.

10) La fase esplorativa del Congresso prevede che chiunque possa presentare una mozione, purché sia in regola con il pagamento della quota associativa.

11) Tra la fase esplorativa e la fase decisionale, il proponente la mozione deve chiedere ad almeno il xxx per cento dei membri del congresso di sottoscrivere la mozione. Si possono sottoscrivere non più di yyy mozioni.

12) Le mozioni validamente sottoscritte vanno inviate ai partecipanti al Congresso, almeno tre giorni prima dell'incontro. Se presente un sito Internet del Congresso, esse sono ivi pubblicate.

13) Il Congresso viene ospitato da un apposito gruppo What's app. Le mozioni sono votate secondo le regole 5 e 6. Il Congresso ha un orario di inizio ed un orario di conclusione. Un moderatore del Congresso garantirà il rispetto dei tempi e promuoverà la vivacità/dinamicità/pluralità degli interventi.

14) Le votazioni su persone vanno svolte garantendo il segreto. Pertanto, nei giorni precedenti la fase decisionale del congresso, i partecipanti inviano il proprio voto cartaceo in modo da non essere identificabili. Le schede sono aperte e rese pubbliche durante il Congresso, con una diretta visibile, pubblica, registrabile.

15) Per quanto non disposto, vigono le decisioni di cinque o tre probiviri eletti dai partecipanti al gruppo politico, con le regole dell'articolo 14, prima della fase decisionale del Congresso e indicativamente nella fase esplorativa del Congresso..  I probiviri sono scelti tra persone dotate di sapienza, equanimità, specchiatezza morale. Ciascun membro che sia in regola con la quota associativa può presentare la propria candidatura a proboviro. 

 

Queste ipotesi di regole sono solo un aspetto della questione. Mentre lavoravo a pezzo, Maurizio Tomassini, Presidente delle Acli Marche, mi ha cortesemente comunicato che le Acli Marche saranno le prime ad organizzare il proprio Congresso elettivo in modalità on-line, il prossimo 12 dicembre!!!

Ascoltando un webinar dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti-AIC su emergenza, costituzionalismo e diriitti fondamentali, apprendo l’esistenza del voto elettronico, anche nel nostro ordinamento: vale a dire il  comma 627 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160: “ Allo scopo di introdurre  in  via  sperimentale  modalità  di espressione del voto in via digitale per  le  elezioni  politiche  ed europee e per i referendum previsti dagli articoli  75  e  138  della Costituzione, e' istituito nello stato di  previsione  del  Ministero dell'interno il Fondo per il voto elettronico con uno stanziamento di 1 milione di euro per l'anno 2020”.

Mentre stavamo rifinendo questo pezzo con la Redazione del sito, ho appreso che il PD nazionale ha escogitato un modo per effettuare il voto a distanza, lo scorso 15 giugno 2020, a livello di Direzione nazionale: il bilancio del Partito è stato approvato inviando una email a organizzazione@partitodemocratico.it. La stampa ha dato notizia che la relazione del Segretario dimissionario del PD Marche è stata approvata il 6 dicembre in modo analogo, con l’invio di una email…

Bene.

Più in generale, la elaborazione delle regole che Vi ho proposto mi spinge ad una ulteriore riflessione: sarebbe opportuno che il nostro Parlamento repubblicano approvi una legge costituzionale che promuova e tuteli i principi fondamenti dell’ordinamento e lo Stato di Diritto anche nella dimensione on-line della esistenza (ad esempio, la diffusione del lavoro agile pone la questione del digitale nei processi lavorativi, non solo partecipativi…).

Sia le Sardine che Aip2 che la campagna Parole Ostili sia scrittori come Alessandro Baricco sia pensatori come il prof. Luciano Floridi possono dare ulteriori elementi per il discernimento in tale direzione: verso un rule of Law dell’Infosfera…